Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio (foto Ansa)

editoriali

Il goffo Travaglio sulla Trattativa

Redazione

Per anni ha offeso il prof. Fiandaca, ora il Fatto ammette che aveva ragione lui

Giovanni Fiandaca è uno dei più importanti giuristi italiani, un’autorità nel diritto penale. Questa era la considerazione generale fino a quando Marco Travaglio non ha incrociato i suoi scritti. Nel lontano 2013, l’insigne giurista scrisse un lungo saggio pubblicato dal Foglio con il titolo “Il processo sulla Trattativa è una boiata pazzesca”, che smontava dal punto di vista logico-giuridico il teorema della procura di Palermo. Da quel momento in poi, per la grave colpa di aver contestato le teorie di Ingroia e compagnia cantante, il prof. Fiandaca è stato definito da Travaglio un “docente di chiara fame e fiero giustificazionista della trattativa”; uno che dovrebbe tornare a studiare “visti gli svarioni che lardellano il suo libercolo”; “un orecchiante molto sopravvalutato e disinformato”.

“Se vuol parlare di trattativa, si legga almeno le sentenze”, gli intimava Travaglio dalle colonne del Fatto quotidiano, sfidandolo a duello con un volgare riferimento all’età del giurista: “Casomai Fiandaca volesse confrontarsi in pubblico, a Palermo o in tv o dove vuole lui, io sono pronto. Troverà pane per la sua dentiera”. Come è andato il processo, è noto: tutti assolti. Ma ciò che è più interessante è come il giornale di Travaglio ha spiegato le ragioni della sentenza: “Si potrebbe ipotizzare che i giudici di appello – scrive Marco Lillo sul Fatto – abbiano accolto la tesi del professor Giovanni Fiandaca. In un articolo uscito su Il Foglio nel 2013, l’illustre penalista sosteneva che ‘gli intermediari non mafiosi della trattativa Stato-mafia agivano sorretti dalla prevalente intenzione di contribuire a bloccare futuri omicidi e stragi: un obiettivo, dunque, in sé lecito, addirittura istituzionalmente doveroso’. Ecco perché il fatto non costituirebbe reato. Secondo la tesi del professor Fiandaca, qui manca il dolo”. Travaglio ha ora l’occasione di capire dal suo giornale ciò che non aveva capito otto anni fa leggendo quell’“orecchiante molto sopravvalutato e disinformato” di Fiandaca sul Foglio.