La ridicola difesa dell'indifendibile Gratteri

Luciano Capone

Siccome il pm è ingiustificabile per la prefazione al libro complottista sul Covid, il suo co-autore Antonio Nicaso accusa il Foglio di aver costruito una polemica strumentale con lo scopo di favorire la Ndrangheta. Un'accusa tanto infamante quanto ridicola.

In difesa di Nicola Gratteri, autore di una prefazione elogiativa a un libro complottista sul Covid che nega la letalità del virus e diffida dei vaccini, scritto da chi ha fatto pubbliche e vergognose dichiarazioni antisemite, interviene sul Fatto quotidiano Antonio Nicaso, persona molto vicina a Gratteri (insieme hanno scritto 20 libri in 13 anni). Come si evince dal titolo dell’articolo “Gratteri ha sbagliato, però chi lo attacca sbaglia ancora di più”, più che una difesa del procuratore di Catanzaro, che in effetti è indifendibile, si tratta di un’accusa nei confronti miei e del Foglio. La grave accusa di Nicaso è che sarei autore di una manipolazione che avrebbe tratto in inganno autorevoli personalità come Guido Neppi Modona, Luciano Violante, Milena Santerini e Giovanni Fiandaca spingendoli a criticare in maniera ingiustificata Gratteri.

 

“Contrariamente a tutti questi fustigatori, pronti a catoneggiare, io il libro di cui si parla, l’ho letto e non vi ho trovato nessuna delle frasi riportate da Luciano Capone, nel citatissimo articolo del Foglio. “Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto in mano a loro! Tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche, hanno tutto in mano loro... la grande finanza”. Capone ha strumentalmente attribuito al libro alcune dichiarazioni fatte dai due autori in contesti diversi. E per attaccare la prefazione di Gratteri, ha scritto anche che nel libro oltre a varie teorie antisemite, vi sono molti riferimenti complottistici, come quello del vaccino fatto con acqua di fogna. Frase di cui nel libro non c’è assolutamente traccia”, scrive Nicaso.

 

Insomma, avrei attribuito un’inesistente frase antisemita al libro prefato da Gratteri per accusarlo. E, sempre secondo Nicaso, lo scopo di questo attacco strumentale potrebbe essere “attaccare un magistrato che da trenta anni lotta contro la Ndrangheta e i poteri forti che la sostengono”. Oltre che falsificatore, sarei anche un favoreggiatore della Ndrangheta in concorso esterno con i soliti “poteri forti”. L’accusa è tanto infamante quanto ridicola. Il fatto è che il delirante castello complottista costruito da Nicaso si basa su un assunto falso: non ho mai scritto che quella frase antisemita è presente nel libro prefato da Gratteri. E sfido Nicaso a dimostrare il contrario, documenti alla mano, in qualsiasi sede. Ma ho sempre scritto, citando le fonti (basta leggere il Foglio del 30 marzo), che quella frase antisemita è stata ripetutamente pronunciata sui media nazionali parlando di Covid da uno degli autori del libro elogiato da Gratteri.

 

Non intendo difendermi oltre, perché spostare l’oggetto della discussione è l’obiettivo di chi mi accusa. E pertanto ripropongo il problema, grave, e ancora irrisolto in questa vicenda. C’è un libro dal titolo “Strage di Stato” che sostiene che il Covid sia “una banale influenza”, che le cifre dei morti non sono vere, che i vaccini sono pericolosi e che l’epidemia sarebbe parte di un golpe dei poteri occulti (forse gli stessi “poteri forti” di cui parla Nicaso). Inoltre gli autori del libro, tra cui un giudice in servizio, parlano pubblicamente di “falsa pandemia”, di “golpe globale”, di “lobby ebraica” che comanda il mondo e di “vaccini acqua di fogna”. E poi c’è un procuratore come Gratteri che elogia le tesi del libro e scrivendone la prefazione legittima gli autori e i loro deliri. Al momento Gratteri non ha ancora preso le distanze dalle tesi deliranti del libro né condannato le vergognose dichiarazioni dei suoi autori. Ha prima tentato una difesa reticente e inconsistente, e poi si è chiuso nel silenzio. Siccome la responsabilità è sempre individuale, l’ammissione di colpa del co-auotore Nicaso non vale.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali