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Tutti i limiti dell’arsenale iraniano, per non parlare della difesa aerea

Priscilla Ruggiero

Se è vero che la fabbrica di Teheran è il più grande di qualsiasi paese del medio oriente, lo stesso non si può dire sulla qualità dei propri armamenti. Secondo gli analisti, i sistemi di cui dispone l'Iran non possono competere con alcuni dei più sofisticati caccia di combattimento di cui dispone Israele

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Roma. Il primo attacco diretto dell’Iran contro Israele sabato scorso “ha dimostrato che le nostre Forze armate sono pronte”, ha detto mercoledì il presidente iraniano Ebrahim Raisi in occasione della Giornata dell’Esercito. Poche ore dopo, alcune fonti vicine all’opposizione iraniana hanno fatto sapere che Teheran avrebbe effettuato una simulazione  per testare le proprie capacità di difesa missilistica nel distretto di Kermanshah, il più vicino a Israele dal punto di vista aereo. Mentre nella capitale iraniana sfilavano le stesse munizioni utilizzate nell’attacco di sabato, Raisi continuava a definire l’operazione “un successo” rimarcando il fatto che fosse “limitata” e con effetti “non globali”: “Se si fosse trattato di un’azione su larga scala, del regime sionista non sarebbe rimasto nulla”, e se Israele reagirà, ha detto, “sarà trattato in modo feroce e severo”. 

 

Eppure secondo molti ricercatori ed esperti che da giorni analizzano i video del lancio  e le immagini dei detriti di sabato notte per identificare le munizioni, l’attacco di Teheran ha svelato grossi limiti nel proprio arsenale. John Krzyzaniak, un ricercatore che studia i programmi missilistici iraniani presso il Wisconsin Project on Nuclear Arms Control, ha detto al Washington Post che “l’Iran ha praticamente lanciato tutto ciò che aveva in grado di  raggiungere il territorio israeliano, ha utilizzato parte di ogni sistema di cui disponeva”. Se è vero che  l’arsenale iraniano è il più grande di qualsiasi paese del medio oriente – il dispiegamento di oltre 100 missili in un singolo attacco suggerisce che  le stime precedenti  secondo cui l’Iran ha circa 3.000 missili balistici nei suoi magazzini sono probabilmente accurate, e potrebbero anche essere basse  –  lo stesso non si può dire sulla qualità dei  propri   armamenti.

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L’Iran sta ancora lavorando sulla precisione, molte delle munizioni iraniane sono di bassa qualità così come la sua difesa aerea, ancor di più se paragonata a quella israeliana: l’aeronautica di Teheran ha solo poche dozzine di aerei d’attacco obsolete che risalgono all’èra sovietica, alcuni   Sukhoi e MiG di fabbricazione russa e  vecchi modelli statunitensi acquistati prima della rivoluzione iraniana del 1979. E anche i sistemi di produzione nazionale, come la piattaforma missilistica terra-aria Bavar-373 e  i sistemi di difesa Sayyad e Raad non si ritiene che possano competere con alcuni dei più sofisticati caccia da combattimento di cui dispone Israele come gli F-35. Secondo l’International institute  for strategic studies di Londra (Iiss) decenni di sanzioni internazionali hanno in gran parte tagliato fuori il paese dalle più recenti attrezzature militari ad alta tecnologia: “Se ci fosse un grande conflitto tra i due paesi, l’Iran probabilmente si concentrerebbe su successi occasionali. Non hanno le difese aeree complete di cui dispone Israele”, ha detto un ricercatore dell’istituto, Fabian Hinz.

 

 E’ anche a causa della bassa qualità delle munizioni iraniane  che un approccio simile a quello di sabato non sarebbe sostenibile in un conflitto a lungo termine –   il 99 per cento dei missili e dei droni lanciati dall’Iran sono stati intercettati  o non sono stati lanciati – e nonostante gli iraniani minaccino di utilizzate “armi mai usate prima”   è improbabile che qualsiasi tipo di munizione possa cambiare le cose:  “Queste armi da sole non basteranno a vincere una guerra per l’Iran”,  ha detto al Washington Post un membro della Fondazione per la Difesa delle Democrazie. 

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