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Bombe e scambi di accuse su Zaporižžja. Così la centrale nucleare torna al centro della guerra

Enrico Cicchetti
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Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha detto di sperare che gli ispettori internazionali possano accedere alla centrale nucleare ucraina di Zaporižžja, che si trova nell'oblast' omonimo ma nella città di Enerhodar, sulle sponde del fiume Dnepr. Fra le due città, Enerhodar e Zaporižžja, passa il fronte fra occupanti russi e difensori ucraini. Nel fine settimana, Kyiv e Mosca si sono accusate a vicenda di avere bombardato il sito.

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"Questa notte", ha scritto su Telegram Yevhen Yevtushenko, il capo dell'amministrazione militare del distretto della vicina Nikopol, "circa 60 razzi di tipo 'Grad' sono caduti sugli insediamenti costieri tra Nikopol e Zaporižžja, 40 dei quali sul villaggio di Marhanets", sulla sponda nord del fiume Dnipro, a soli 10 chilometri dalla centrale nucleare, sulla sponda sud. Gli attacchi hanno danneggiato tre sensori di radiazioni e ferito un lavoratore. È stato necessario scollegare un reattore dal sistema. 

 

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Per i filorussi invece sono state le truppe ucraine che hanno attaccato un'area della centrale vicina alla zona di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito, e hanno colpito alcuni edifici amministrativi. "L'area danneggiata - ha sottolineato l'ufficio stampa dell'amministrazione di Enerhodar, occupata dai russi - include la stessa zona di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito e la stazione di monitoraggio computerizzato della situazione radioattiva".

  

L'Ucraina sostiene che il complesso, per ora, è sicuro ma le preoccupazioni rimangono alte. L'organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite ha paralto di un "rischio molto reale di un disastro nucleare". "Qualsiasi attacco a una centrale nucleare è una cosa suicida", ha detto Guterres

     

   

Perché la centrale nucleare di Zaporižžja è importante? La centrale si trova nella città di Enerhodar, nel sud-est dell'Ucraina, lungo la riva sinistra del fiume Dnipro. È la più grande d'Europa, è costituita da sei reattori ad acqua pressurizzata e immagazzina rifiuti radioattivi. L'impianto è stato sequestrato dai russi all'inizio della guerra in Ucraina ma ha mantenuto i suoi dipendenti ucraini. Le forze russe hanno in mano la centrale fin dal 4 marzo, detengono l'impianto e le aree circostanti, vicino al territorio controllato da Kyiv. Il ministero della Difesa del Regno Unito segnala che Mosca sta utilizzando l'area per lanciare attacchi, approfittando dello "stato protetto" della centrale nucleare per ridurre il rischio di rappresaglie notturne da parte delle forze ucraine.

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Quando, nel marzo scorso, l'esercito di Putin attaccò la centrale con tiri d'artiglieria e di mitragliatrici pesanti si sviluppò un incendio in una palazzina della struttura, una di quelle dove vivono tecnici e operai. Per quasi un'ora, prima di prendere il controllo dell'impianto, i soldati russi ostacolarono l'arrivo dei vigili del fuoco. Qui spiegavamo che, tuttavia, il "rischio Chernobyl" di cui si parlava allora da più parti, era un'ipotesi davvero remota. Zaporižžja non è Chernobyl: i sistemi di sicurezza sono migliori, e, come spiegato dal segretario all'Energia americano Jennifer Granholm, "i reattori dell'impianto sono protetti da robuste strutture di contenimento e vengono spenti in sicurezza". La società che gestisce le centrali ucraine ha detto che sono progettate per resistere a incidenti aerei ed esplosioni esterne, terremoti, uragani e tornado. Gli edifici che contengono i reattori sono quindi sicuramente a prova di artiglieria terrestre: nessun razzo potrebbe farle saltare in aria. Del resto, nessun reattore può esplodere: "È fisicamente impossibile. Neppure il reattore di Chernobyl è andato incontro a una detonazione nucleare". 

  

   

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Tuttavia l’Ucraina ha denunciato che i russi hanno stipato ogni tipo di armamenti, missili compresi, nella sala motori di uno dei reattori della centrale e accusano i militari russi di usare l’impianto nucleare come base di lancio dei missili. Tutto ciò, ammoniscono, minaccia di provocare una catastrofe, anche solo per un incidente come l’esplosione di munizioni e l’incendio conseguente. Quanto alla parte russa denuncia i proiettili di droni ucraini caduti a poca distanza da una vasca di raffreddamento del reattore (che hanno ferito undici militari russi) e la catastrofe di portata continentale evitata “per pura fortuna”.

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