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bocciatura per la Commissione

Un colpo alla tassonomia Ue: gas e nucleare non sono “verdi” (l'ambientalismo non c'entra)

Redazione

Una maggioranza di eurodeputati si è resa conto che non ha senso una tassonomia che rafforza la dipendenza dalla Russia. Fallisce l'equilibrismo di Ursula von der Leyen che pensava di aver trovato una quadra tra Francia e Germania

Le commissioni Affari economici e Ambiente del Parlamento europeo hanno bocciato oggi la proposta della Commissione di inserire il gas e il nucleare nella tassonomia, la classificazione degli investimenti “verdi” necessari a realizzare gli obiettivi climatici. La decisione non è definitiva: la plenaria del Parlamento europeo si esprimerà in luglio. Ma costituisce comunque un duro colpo per Ursula von der Leyen, che pensava di aver trovato la formula magica dell’equilibrismo politico ed energetico per accontentare sia la Germania (paese antinucleare che ha puntato sul gas per la transizione) sia la Francia (paese nucleare che non ha bisogno del gas ma di soldi per vecchie e nuove centrali).

Von der Leyen ha sottovalutato la rivolta dal basso. Non sono stati i governi – alcuni dei quali contrari alla sua proposta – a trovare una maggioranza per opporsi, ma i deputati europei. La tassonomia è destinata a spostare centinaia di miliardi di investimenti privati, ma anche pubblici, nei prossimi anni. Inserire gas e nucleare significa privare di finanziamenti le rinnovabili. Ma il “no” del Parlamento europeo non è dettato da ideologia ambientalista: è stata la la guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina a dare il colpo di grazia alla proposta di von der Leyen. Una maggioranza di eurodeputati si è resa conto che non ha senso avere una tassonomia che rafforza la dipendenza dalla Russia. Ecco perché la Commissione farebbe bene a ritirare la sua proposta prima di rischiare una bocciatura definitiva a luglio, che comprometterebbe anche il nucleare. L’inserimento del gas era già un regalo alla Germania, tecnicamente contestabile dal punto di vista climatico, ma il 24 febbraio è diventato anche controproducente dal punto di vista geopolitico. Per contro, dal 24 febbraio, gli investimenti nel nucleare attuale e futuro sono più necessari che mai non solo per la arrivare a zero emissioni nel 2050, ma per raggiungere l’indipendenza energetica e geopolitica dell’Ue.