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lo stop in arrivo

Il Canada vuole vietare l'acquisto di tutte le armi da fuoco. La proposta di Trudeau

Mariarosa Maioli

I dati sul possesso di pistole e fucili in Canada non sono rassicuranti e dopo l'ultima strage in Texas il primo ministro propone una nuova legge: "Non sarà più possibile acquistare, vendere, trasferire o importare armi da fuoco"

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Il premier canadese Justin Trudeau ha presentato ieri, lunedì 30 maggio, il nuovo progetto di legge sulle armi da fuoco, dopo l'ennesima strage a Uvalde, in Texas, che ha riportato sul tavolo la difficile questione del loro possesso. Dopo il massacro avvenuto nel 2020 in Nuova Scozia, il Canada aveva già vietato 1.500 modelli di fucili d’assalto, ma se la nuova legge fosse approvata dal parlamento di Ottawa ora gran parte di queste restrizioni verrebbe estesa anche alle armi a canna corta. 

    

Trudeau, durante la conferenza stampa del pomeriggio, circondato da ministri del governo e parlamentari, ha annunciato una forte stretta sul mercato delle armi da fuoco: "Dal giorno in cui entrerà in vigore", ha detto, "non sarà più possibile acquistare, vendere, trasferire o importare armi in Canada". Un congelamento nazionale della proprietà dell'arma, quindi: per chi già le possiede non sarà vietato detenerle, ma non sarà possibile acquistarne di nuove. Inoltre sarà introdotta la confisca della licenza per chi è coinvolto in atti di violenza domestica o molestie, come lo stalking.

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Come riportato dal Guardian, il governo canadese richiederà anche la modifica permanente dei caricatori dei fucili di modo da contenere non più di cinque colpi e vieterà la vendita e il trasferimento di caricatori di grande capacità.  Aumenterà inoltre la pena massima per i reati previsti dalla legge, come il possesso, l'acquisizione o la fabbricazione illegale di un'arma da fuoco, che passa da 10 a 14 anni di reclusione. "A parte l'uso di armi da fuoco per sport e caccia" ha detto il premier, "non c'è motivo per cui in Canada qualcuno abbia bisogno di armi nella vita di tutti i giorni".

    

Se il provvedimento dovesse essere accolto, dovrebbe entrare in vigore dall'autunno del 2022, salvo accelarazioni possibili su un tema che ha riacceso l'interesse nazionale nelle ultime settimane. L'ultima strage avvenuta in Texas ha alimentato infatti la preoccupazione intorno alla sicurezza nonostante il Canada abbia leggi più stringenti sulle armi rispetto agli Stati Uniti: il Criminal law amendment act del 1968-1969 è ciò che regola il possesso e l'utilizzo di armi da fuoco nel paese. Tutte le persone maggiori di 18 anni possono acquistare e possedere armi le quali fino al 2012 dovevano essere registrate secondo l'Ending the long-gun registry act. Successivamente il parlamento ha eliminato l'obbligo di registrazione pur continuando a sussistere l'obbligo di licenza per chi le acquista e possiede. Dopo la strage del 2020, la più grave mai avvenuta in Canada, Trudeau decise di bandire immediatamente 1.500 tipi di armi "militari", principalmente fucili, applicando una rigida distinzione tra le armi proibite e quelle ammesse, come alcuni tipi di pistole. 

    

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Nonostante le leggi siano più ferree e i dati più rassicuranti rispetto agli Stati Uniti, le armi sono un problema anche per Ottawa: infatti, secondo quanto riporta il Guardian, il Canada è uno degli stati dove il tasso di possesso di armi pro capite è tra i più alti al mondo. Secondo il report annuale condotto da Small arms survey, nel 2018 in Canada la stima era di 34,7 armi su 100 persone. Per dare un'idea, in America il numero era di 120,28 su 100 persone e in Messico di 12,91. Dati più recenti sono stati riportati dall'ultimo studio condotto dall'ente governativo Statistics Canada il quale dice che il trend dei crimini violenti legati alle armi da fuoco, tra il 2009 e il 2020, è andato aumentando. A differenza degli Stati Uniti, in Canada sulla tematica delle armi da fuoco c'è una minore opposizione alla volontà di irrigidirne il possesso.

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Il sondaggio svolto dall'Angus Reid Institute pubblicato il 16 maggio di quest'anno e ripreso da Politico, riporta che il 60 per cento degli intervistati ritiene che la violenza armata sia in aumento in Canada. Inoltre, il 44 per cento ha affermato che le leggi esistenti in Canada non sono abbastanza rigide, rispetto al "solo" 17 per cento che sostiene lo siano troppo. C'è quindi più sensibilità sulla questione ma le lacune rimangono, perchè?

  

 

Il partito conservatore dà la sua risposta accusando i liberali e Trudeau di non affrontare il reale problema che porta a dati così elevati, ovvero l'importazione delle armi: Rachel Dancho, membro della Camera dei comuni ha criticato sui social l'approccio dei liberali che non affronta il reale problema del commercio illegale delle armi. Come lei anche John Brassard, leader dei conservatori, che durante Power & Politics di Cbc news ha riferito che il vero problema non sono i proprietari delle armi da fuoco rispettosi della legge, regolamentati e con licenze, ma le bande e i criminali che importano illegalmente le armi da fuoco, in principal modo dagli Stati Uniti. Sarebbero quelle armi le responsabili della maggior parte dei crimini in Canada.

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