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“un dibattito ambizioso”

Mai vista tanta voglia di riformare l’Ue e i trattati

David Carretta

La proposta di Verhofstadt, la “membership associata” e l’abolizione dell’unanimità

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Germania, Belgio, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna hanno presentato un “non-paper” sulla Conferenza sul futuro dell’Europa per chiedere alle istituzioni dell’Ue e agli altri stati membri “un dibattito ambizioso” su come mettere in opera le sue proposte: i sei paesi si dicono “aperti in principio ai cambiamenti di trattato necessari” e chiedono la creazione di un gruppo di lavoro dentro il Consiglio per “discutere ed esaminare proposte istituzionali”. Il 9 maggio, appena conclusi i lavori della Conferenza, un gruppo di 13 paesi aveva pubblicato un altro “non-paper” per esprimere la sua contrarietà alla revisione del Trattato.

 

Ma il Parlamento europeo vuole correre verso la revisione  e intende farlo sapere ai capi di stato e di governo già il 20 giugno, appena prima del Consiglio europeo, chiedendo loro di convocare una Convenzione per rimettere mano ai testi fondamentali dell’Ue. Già nei prossimi giorni la commissione Affari costituzionali dovrebbe iniziare a discutere la bozza di risoluzione che contiene le richieste di emendamenti e nuovi articoli ai trattati. Il contenuto della bozza – che abbiamo potuto consultare – non lascia dubbi su chi sia l’autore: il liberale belga Verhofstadt, considerato troppo federalista dai governi per essere nominato presidente della Conferenza sul futuro dell’Europa.

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Secondo il documento, il Parlamento europeo intende chiedere ai capi di stato e di governo le seguenti modifiche del trattato: 1) emendare l’articolo 4 per includere la salute tra le competenze condivise; 2) emendare l’articolo 6 per introdurre competenze  condivise nel settore dell’istruzione  (o almeno nell’educazione alla cittadinanza); 3) emendare gli articoli 192 e 194 per permettere la creazione di  una vera Unione dell’Energia; 4) passare dalla regola dell’unanimità al voto a maggioranza qualificata in tutti i settori, con l’eccezione dell’adesione di nuovi membri e di modifiche ai princìpi fondamentali; 5) emendare gli articoli 311 e 322 per  dare al Parlamento pieni poteri di co-decisione sul bilancio; 6) emendare l’articolo 225 per dare al Parlamento il diritto di iniziativa legislativa.

 

Per abolire l’unanimità  – secondo la bozza del Parlamento europeo – va modificata una lunga serie di articoli del Trattato sull’Ue e del Trattato sul funzionamento dell’Ue. Verhofstadt ha anche introdotto nella sua bozza una proposta che riprende il discorso pronunciato da Emmanuel Macron il 9 maggio a Strasburgo: l’idea di creare una  Comunità politica europea per associare l’Ue ai paesi che vogliono aderire (come l’Ucraina) o che se ne sono andati (come il Regno Unito).  Nella bozza c’è anche una controproposta: la “membership associata”: “I trattati dovrebbero essere emendati per creare una membership associata, come già immaginato dai padri fondatori dell’Unione, che permetterebbe alle nazioni democratiche europee che aderiscono ai nostri valori centrali di trovare un nuovo spazio di cooperazione politica, di sicurezza, sull’energia, sui trasporti, sugli investimenti, sulle infrastrutture e sul movimento delle persone”. Nessuna nuova organizzazione internazionale a sé stante, come vorrebbe il presidente francese:  il Parlamento vuole tenere tutti dentro l’Ue.
 

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