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editoriali

Viaggio a Bucha: i colpevoli della strage, un bacio rinnegato e gli sposi

Redazione

Reuters ha identificato uno dei responsabile del massacro nella cittadina e ha contattato la sua compagna nella regione di Pskov, ma lei nega: mai stati insieme

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Alcuni giornalisti della Reuters sono stati a Bucha per tre settimane, hanno intervistato un centinaio di cittadini sopravvissuti all’assedio e alla strage fatti dai soldati russi, si sono concentrati sul viale delle Mele, nel sud della cittadina, dove è stata ritrovata la maggior parte dei cadaveri in fosse a cielo aperto. Il Cremlino dice: la strage di Bucha è una fake news, un allestimento ucraino per accusare i russi. Reuters ha scoperto che tra gli stragisti ci sono: una forza paramilitare d’élite che ubbidisce a una ex guardia del corpo di Vladimir Putin, Viktor Zolotov; una divisione di paracadutisti che era stata decorata per le sue operazioni in Donbas nel 2014 (il presidente russo aveva visitato la loro base nel 2020 e aveva detto: “Il nostro popolo è orgoglioso di voi”); tre unità cecene, che riportano al leader ceceno, Ramzan Kadyrov.

 

Uno dei paracadutisti è stato identificato grazie a una lettera che gli aveva spedito la sua compagna: l’ha ritrovata nella sua casa mezza distrutta un abitante di Bucha. C’era una pila di passaporti appartenenti agli uomini interrogati dalle forze russe e poi per la maggior parte uccisi, e sotto c’era questa lettera scritta a mano, con in fondo un bacio lasciato con il rossetto. Reuters ha trovato l’autrice della lettera nella regione di Pskov, in Russia, dove c’è la base della divisione dei paracadutisti. Lei ha detto che era la fidanzata di un soldato che è stato così identificato, ma poco prima della pubblicazione del racconto di Reuters ha cambiato versione: mai stati insieme.

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Il rinnegamento postumo dei propri baci aggiunge mestizia a una storia tragica e feroce. E stride con un’immagine splendida che ci è arrivata in questi giorni da Bucha: i primi sposi dopo la strage. Lui è in mimetica, lei è in bianco, ci sono i fiori e il certificato di matrimonio, c’è lo sguardo fiero  dei sopravvissuti, c’è la capacità di rimettere in ordine le proprie strade e le proprie vite, e ricominciare – l’antidoto alla volontà di distruzione di Putin.

 

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