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I tedeschi hanno ascoltato soldati russi parlare del massacro di Bucha. Ecco le intercettazioni

Daniel Mosseri

Lo Spiegel ha citato fonti molto attendibili riguardo alle responsabilità di Mosca negli abusi e massacri di civili nell’Ucraina occupata

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Berlino. Ai “sostenitori della complessità”, garbato neologismo con cui si indicano torme di negazionisti da talk-show o da divano (a seconda della parte del teleschermo da cui si trovano), la notizia riportata dallo Spiegel non farà affatto piacere ovvero rafforzerà la loro convinzione che è tutto un complotto. Perché il settimanale tedesco stampato ad Amburgo ha citato fonti molto attendibili riguardo alle responsabilità dei militari russi negli abusi e massacri di civili nell’Ucraina occupata. Lo stesso Bundesnachrichtendienst (Bnd), il servizio di intelligence esterna della Repubblica federale, avrebbe captato le conversazioni di giovani militari russi che confermerebbero quanto le immagini ci avevano già raccontato. Ossia che il villaggio di Bucha, alla periferia nord di Kyiv, è stato il teatro di violenze terribili, diffuse e ingiustificate sui civili: azioni che configurano il reato di crimini di guerra. La fonte non è solo attendibile in quanto tecnologicamente competente. Da almeno due settimane la stampa internazionale ci ha detto che i militari di Volodymyr Zelensky possono contare su fonti di informazione qualificata statunitense e tedesca che permettono loro di anticipare le mosse dei soldati di Vladimir Putin. I tedeschi, insomma, sono impegnati attivamente nell’ascolto dei russi. Un’attività resa a volte più facile del previsto dalla scarsa dotazione tecnologica russa che spinge gli effettivi a usare linee cellullari tradizionali e frequenze radio non protette. In una di queste attività di ascolto, scrive lo Spiegel, le orecchie del Bnd avrebbero captato un militare rivendicare con un altro l’uccisione a freddo di un uomo in sella alla sua bicicletta a Bucha. Il che corrisponde alla foto del cadavere steso accanto a una bicicletta che è stata condivisa in tutto il mondo. 

 

In un’altra conversazione intercettata, un uomo avrebbe detto: “Prima interrogate i soldati (prigionieri, ndr), poi gli sparate”. Dettagli che lo Spiegel sostiene di aver appreso dopo la presentazione di un rapporto da parte del Bnd alla commissione Servizi del Bundestag mercoledì scorso. A una richiesta del Foglio di confermare quanto rivelato dallo Spiegel, una portavoce del Bnd ha replicato: “Per una questione di principio, il Bnd non commenta le questioni riguardanti attività di intelligence. E questo non costituisce una dichiarazione sulla correttezza o meno dei fatti. Il Bnd riferisce al governo federale e alle commissioni competenti del Bundestag, che si riuniscono in segreto”. Ma se Bucha è diventato sinonimo di stupri, saccheggi e fosse comuni, il materiale raccolto dalle spie tedesche sembrerebbe confermare che il suo caso non sia affatto isolato. Le atrocità commesse dai militari con l’uniforme della Federazione russa non sarebbe il frutto di atti casuali “né il prodotto di singoli soldati sfuggiti di mano”. Al contrario, conclude lo Spiegel “il materiale suggerisce che le truppe parlavano delle atrocità come se stessero semplicemente discutendo della loro vita quotidiana”.

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