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◉ LA GIORNATA

Guerra Russia Ucraina, le ultime notizie

Riconquistando Bucha i militari ucraini hanno trovato cadaveri di civili per le strade e fosse comuni. Zelensky accusa la Russia di genocidio. Nel sud del paese i missili russi continuano a colpire

Giorno 40 dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina. Cosa è successo, in breve

  • Domenica l'eserito ucraino ha riconquistato i villaggi di IripinBucha, alle porte della capitale Kyiv. I militari ucraini hanno trovato nelle strade decine e decine di corpi senza vita di civili ucraini disarmati, molti con le mani legate, ferite da arma da fuoco e segni di tortura. È stata trovata anche una fossa comune con centinaia di cadaveri. Il presidente Volodymyr Zelenskiy ha parlato di genocidio e descritto i militari russi come "assassini", "torturatori" e "stupratori". Per il ministro degli Esteri ucraino, Dymtro Kuleba, è stato un "massacro deliberato", affermando che la Russia è "peggio dell'Isis" e ha esortato i paesi del G7 a imporre immediatamente sanzioni "devastanti". Il Cremlino ha invece detto che quanto accaduto a Bucha è una "provocazione" dell'Ucraina per interrompere i colloqui di pace.
  • Le forze russe hanno continuato i loro attacchi in Ucraina, soprattutto nel sud del paese. Sette persone sono morte e 34 sono rimaste ferite in un attacco missilistico in una zona residenziale di Kharkiv. A Odesa i missili russi hanno colpito "infrastrutture critiche", molto probabilmente un deposito di carburante nei pressi del porto.
  • Vladyslav Atroshenko, sindaco di Chernihiv, ha detto che le forze armate russe hanno distrutto almeno il 70 per cento della città a nord di Kyiv.
  • L'esercito ucraino comunica che la Russia ha lanciato una "mobilitazione nascosta" di circa 60.000 soldati per ricostituire le unità perse finora in Ucraina.
  • Dalle 4 del 24 febbraio 2022, quando cioè è iniziato l'attacco armato della Federazione russa contro l'Ucraina, alla mezzanotte del 2 aprile 2022 (ora locale), l'Ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha registrato 2.038 feriti e 1.417 morti, 59 sono bambini.

    

18.26 - La Germania espelle 40 diplomatici russi. Via l'ambasciatore russo dalla Lituania

Come prima risposta all'uccisione di civili ucraini nella città di Bucha, la Germania espelle 40 membri del personale dell'ambasciata russa a Berlino con sospetti legami con agenzie di spionaggio. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock ha detto che le immagini delle vittime mostrano "l'incredibile brutalità della leadership russa" e di coloro che ne seguono la propaganda. "Il governo federale ha quindi deciso oggi di dichiarare persona non grata un numero significativo di membri dell'ambasciata russa che hanno lavorato ogni giorno contro la nostra libertà e contro la coesione della nostra società qui in Germania", ha affermato Baerbock. Insieme ai partner europei, la Germania sta preparando, ha aggiunto, “ulteriori misure: inaspriremo ulteriormente le sanzioni esistenti contro la Russia, aumenteremo risolutamente il nostro sostegno alle forze armate ucraine e rafforzeremo anche il fianco orientale della Nato”.


“All’ambasciatore russo è stato chiesto di lasciare la Lituania. L’ambasciatore lituano in Ucraina sta tornando a Kyiv. Questa è la decisione presa oggi”. In tre frasi su Twitter Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri lituano, ha reso nota la crisi diplomatica tra Vilnius e Mosca. 

  

   

“Dato il ruolo complessivamente poco costruttivo del servizio diplomatico russo, il governo lituano ha anche deciso di chiudere il consolato generale a Klaipėda”, una città portuale del Mar Baltico, “in relazione all’aggressione all’Ucraina”, si legge nel comunicato del ministero. “La Lituania sta abbassando il livello di rappresentanza diplomatica con la Russia, esprimendo così la sua piena solidarietà con l’Ucraina e il popolo ucraino, che stanno soffrendo per l’aggressione senza precedenti della Russia”, ha detto il ministro degli Esteri lituano.

   

La Lituania è il primo paese dell'Unione europea ad abbandonare completamente l'import di gas dalla Russia. 


  

17,40 Biden: "Bucha mostra la verità su Putin". E chiede un processo per crimini di guerra

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha nuovamente definito Vladimir Putin "criminale di guerra" e ha chiesto che il leader russo venga processato per gli omicidi di Bucha. "Avete visto quello che è accaduto a Bucha", ha detto il capo della Casa Bianca facendo riferimento alle immagini giunte nelle ultime ore dalla cittadina alle porte di Kiev. Biden ha anche preannunciato il varo di nuove sanzioni.

Le parole del presidente statunitense giungono dopo quelle dell'ucraino Volodymyr Zelensky, che si è recato in visita proprio a Bucha e ha definito le azioni delle forze russe "un genocidio", invitando l'occidente ad applicare sanzioni più dure nei confronti di Mosca. Secondo la procuratrice generale ucraina Iryna Venediktova, nelle aree attorno alla capitale appena liberate dai militari russi sarebbero stati trovati i cadaveri di almeno 410 civili. Oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato su Twitter che l'Ue invierà investigatori in Ucraina per aiutare i procuratori locali a "documentare i crimini di guerra".


 

17,30 Cosa significa per il Cremlino "denazificare l'Ucraina", spiegato da un organo della propaganda

 

Sull'agenzia di stampa russa Ria Novosti, legata a doppio filo al Cremlino, un lungo editoriale cita la possibilità di un'occupazione permanente dell'Ucraina da parte della Russia. Per l'autore Timofey Sergeytsev “la denazificazione è necessaria quando una parte significativa della popolazione – praticamente la maggioranza – è stata portata ad appoggiare le politiche del nazismo”. Cittadini la cui “giusta punizione sarà possibile solo attraverso le inevitabili durezze di una guerra giusta condotta contro il sistema nazista”. Un'operazione che secondo l'agenzia deve essere seguita da una fase “di repressione delle simpatie naziste e dura censura”.


L'autore chiarisce esplicitamente che il “sistema nazista” è rappresentato dalla totalità delle istituzioni politiche ucraine: “La denazificazione deve inevitabilmente essere una de-ucrainizzazione”, dato che “a differenza della Georgia e dei Paesi baltici, l'Ucraina, come la storia ha dimostrato, è una nazione impossibile e i tentativi di costruirla artificialmente hanno portato al nazismo”.


Per raggiungere i propri fini la Russia dovrà installare i propri militari in territorio ucraino. I termini della denazificazione, infatti, “non possono essere inferiori alla durata di una generazione, che dovrà crescere e maturare in una condizione denazificata”. Per portare avanti quello che l'autore reputa una “restaurazione della civiltà”, la Federazione russa dovrà “mantenere il controllo assoluto sul processo di denazificazione e ne consegue che un paese denazificato non può essere sovrano e lo stato denazificatore, la Russia, non può partire da un approccio liberale”.


E mentre l'attuale èlite politica ucraina, che Sergeytsev appella come “banderisti” (dal nome del collaborazionista ucraino Stepan Bandera), dovrà necessariamente “essere liquidata”, il resto della popolazione dovrà sottostare “un'espiazione delle colpe contro la Russia che potrà essere conseguita solo affidandosi a quest'ultima per il processo di restaurazione e sviluppo.”


Immancabibile l'affondo all'Occidente, “architetto e sponsor del nazismo ucraino”. Per portare a termine l'operazione, infatti, non solo la Russia dovrà schiacciare le velleità democratiche degli ucraini, ma anche “porre fine alle proprie illusioni pro-europa e pro-occidente e guardare alla possibilità di allearsi con quei paesi che l'occdente ha oppresso per secoli.”


 

16.58 - Convivere con la guerra

Ecco come si presenta oggi l'autostrada per Zhytomyr, città ucraina dove un tempo vivevano 266 mila persone. Zhytomyr si trova a 130 chilometri a ovest di Kyiv ed è un corridoio verso la capitale. Qui venivano consegnati gli aiuti dall'Europa e da qui passavano i rifugiati in fuga, nei primi giorni dell'invasione.

  

  

Ora il quaranta per cento della popolazione è fuggita dalla città verso zone più sicure, nell'ovest del paese, o all'estero. Il nord della provincia di Zhytomyr ha assistito ad alcuni dei combattimenti più intensi della guerra contro gli invasori russi. Ci sono stati attacchi devastanti nel centro della città, come quello del 2 marzo. Nelle prime due settimane dell'invasione, i russi hanno lanciato oltre 40 razzi e attacchi aerei contro la città e i villaggi circostanti.

La rete di trasporto pubblico ha ripreso a funzionare la scorsa settimana, ma ogni poche ore il servizio viene interrotto a causa delle sirene dei raid aerei. Il Pais ha raccontato che i cittadini rimasti accettano stoicamente la situazione e sempre più persone stanno tornando in città. Molti residenti hanno iniziato ad accettare l'idea che dovranno convivere a lungo con la guerra. Anche il mercato comunale sta gradualmente riaprendo, mentre squadre di volontari sgomberano le macerie e puliscono le sponde del fiume Teteriv, il polmone verde della città. “Anche così si vincono le battaglie”, ha detto al quotidiano spagnolo il segretario comunale Viktor Kliminskii.


     

16,25 L'Ue valuta un embargo energetico, ma il gas è ancora un tabù. Di Maio: "L'Italia non si tirerà indietro"

 

L'Unione europea è tornata a discutere di un eventuale blocco delle importazioni dei prodotti energetici russi dopo che sono emerse le immagini del massacro dei civili nel sobborgo di Bucha, territorio occupato dalle truppe russe fino a pochi giorni fa. Nonostante l'indignazione, i 27 paesi membri faticano ancora ad avere una posizione univoca su un embargo energetico, in particolare su ciò che riguarda il gas.

La Germania ha detto chiaramente che fare a meno del gas di Mosca non è al momento possibile, così come altrettanto chiara è stata l'Austria, mentre l'Italia, tramite il ministro Luigi Di Maio, dice che “non si tirerà indietro” nel caso di un blocco delle importazioni di gas e petrolio. Pochi giorni fa il Foglio ha svelato il piano che il governo sta valutando per fare a meno del metano di Mosca.

“Al momento non è possibile tagliare il gas”, ha dichiarato invece il ministro delle Finanze della Germania, Christian Lindner, a margine dell'Eurogruppo a Lussemburgo: “Serve un po' di tempo: dobbiamo distinguere tra petrolio, carbone e gas al momento”, ha detto. “Vogliamo essere meno dipendenti dalle importazioni di energia dalla Russia in poco tempo: la Germania sosterrà ulteriori sanzioni, dobbiamo fare più pressione su Putin e tagliare i legami economici”, è il ragionamento del tedesco.

Sulla stessa linea sembrerebbe anche la Francia, con il presidente Emmanuel Macron che questa mattina ha detto che servono nuove sanzioni, in particolare “misure molto chiare su petrolio e carbone”, lasciando quindi fuori per il momento il gas.

Timori condivisi anche dall’Austria. “Siamo molto dipendenti dal gas russo e penso che tutte le sanzioni che colpiscono noi più di quanto colpiscano la Russia non sarebbero giuste”, ha dichiarato il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner.

L'Ue ha importato 155 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia nel 2021, circa il 45 per cento del suo fabbisogno. I paesi dell'Ue più dipendenti sono, in ordine: Germania, Italia, Paesi Bassi, Ungheria e Polonia.

 

 


15.30 Zelensky: dopo Bucha "è più difficile per l'Ucraina negoziare con la Russia"

Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che è diventato più difficile per l'Ucraina negoziare con la Russia dopo le atrocità compiute dalle truppe russe a Bucha "Questi sono crimini di guerra e saranno riconosciuti dal mondo come genocidio", ha detto a Reuters.


   

13.15 - Nella regione di Sumy le truppe russe non controllano più niente

Il governatore della regione ucraina di Sumy, che si trova a est di Kyiv e a nord-ovest di Kharkhiv nelle vicinanze del confine con la Russia, ha reso noto che le truppe russe non controllano più alcuno paese nella regione.

 


 

12.40 - Di Maio: "I responsabili dovranno rendere conto di quanto accaduto a Bucha. Nessun veto su sanzioni al gas russo"

"Le immagini delle atrocità di Bucha ci hanno lasciato sgomenti. I responsabili dovranno rendere conto di quanto accaduto", ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio parlando a Zagabria, al termine del Trilaterale dell'Alto Adriatico con i suoi omologhi sloveno e croato.

"L'Italia ribadisce la ferma condanna per l'inaccettabile e ingiustificabile aggressione russa ai danni dell'Ucraina", ha aggiunto sottolineando come il nostro paese non "non porrà veti su sanzioni al gas russo".

 


 

12.15 - Zelensky accusa Mosca di "crimini di guerra"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di crimini di guerra. In questo fine settimana, dopo che l'esercito ucraino ha riconquistato ai russi le cittadine di Irpin e Bucha, vicino a Kyiv, sono emerse notizie di atrocità commesse contro i civili e della presenza di fosse comuni. Zelesnky ha anche ha definito le truppe russe "assassini, torturatori, stupratori, saccheggiatori".


 

12.00 - Le immagini satellitari del 31 marzo che mostrano la fossa comune di Bucha

Maxar Technologies ha pubblicato questa immagine satellitare del 31 marzo 2022 che mostra una fossa comune lunga una quindicina di metri, vicino alla Chiesa di Sant'Andrea e Pyervozvannoho a Bucha.

    

Le prime immagini della presenza di una fossa comune con corpi di civili ucraini uccisi risale al 10 marzo scorso (e ci sono anche video che mostrano il momento in cui i primi corpi, avvolti in sacchi neri, vengono deposti nel terreno).

  


  

11.50 - La Russia nega di essere responsabile dell'eccidio di Bucha

La ministra degli Esteri della Russia Maria Zakharova ha scritto nel suo canale Telegram che il Cremlino "chiederà ancora una volta che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunisca a proposito delle provocazioni criminali da parte di soldati e radicali ucraini".

Mosca continua a negare l'eccidio di Bucha e continua a dare agli ucraini la responsabilità del massacro. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che i fatti e la cronologia degli eventi nella cittadina alle porte di Kyiv smentirebbero la versione ucraina. Ha dunque esortato i leader internazionali a non affrettarsi a giudicare.

 

11.20 - La situazione sul terreno

Una nuova mappa delle ostilità sul territorio dell'Ucraina secondo il ministero della Difesa britannico.


     

9.40 - L'intervento del presidente Sergio Mattarella

"Le stragi di cittadini sono un crimine contro l'umanità", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l'azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi, indetta dalle Nazioni Unite. "È questo un tempo che ci fa comprendere ancora meglio il valore della convivenza pacifica, del rispetto delle convenzioni internazionali tese a ridurre l'impatto delle guerre sulle popolazioni, della cooperazione tra i popoli. Fermare le guerre e le distruzioni è possibile, affermando in ogni dove le ragioni della civiltà umana alle quali non intendiamo derogare", ha aggiunto il Capo dello stato.


  

9.10 - Macron chiede nuove sanzioni contro la Russia

"Quello che è successo a Bucha richiede un nuovo round di sanzioni e misure molto chiare", ha detto in mattinata Emmanuel Macron. Il presidente francese ha espresso "l'auspicio" che si possa giungere "questa settimana" al blocco completo delle importazioni di petrolio e carbone dalla Russia. Intervenendo sull'emittente France Inter, Macron ha affermato che ci sono "segnali molto chiari" che a Bucha siano stati commessi "crimini di guerra". "Non possiamo lasciar perdere. Dobbiamo avere delle sanzioni che dissuadano da ciò che è accaduto lì", ha detto Macron, che ha offerto all'Ucraina l'assistenza della Francia nell'indagine su quanto accaduto.

 

8.50 - Papa Francesco: "Sono disponibile a un viaggio a Kyiv"

"Qualcuno mi ha domandato, più di uno di andare a Kyiv. Ho detto sempre che la disponibilità c'è, sono disponibile", ha detto Papa Francesco durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dopo il viaggio del Pontefice a Malta. Francesco ha sottolineato che l'ipotesi "è sul tavolo. Ma non so se si potrà fare, se è conveniente farlo".

"Io sono disposto a fare tutto quello che si può fare - ha ribadito il Papa - La Santa Sede, soprattutto la parte diplomatica, sta facendo di tutto, il card. Parolin e mons. Gallagher, stanno facendo di tutto. Non si può pubblicare tutto quello che fanno per prudenza e riservatezza".

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