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Sulla guerra in Ucraina la Cina è inamovibile

Biden e Xi Jinping si parlano, ma ognuno resta dov’è. L’unico interesse di Pechino è per Taiwan

Giulia Pompili

La Casa Bianca avverte ancora Xi Jinping: non deve aiutare la Russia. Per il leader cinese la situazione in Ucraina è solo "qualcosa che non vogliamo vedere” 

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La conversazione  di ieri tra il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping è durata un’ora e cinquanta minuti, ma in pochi si aspettavano che da quel colloquio sarebbe arrivata una svolta diplomatica sulla guerra in Ucraina. L’aspetto più importante della videochiamata era piuttosto iniziare a capire se la posizione della Cina fosse cambiata sin dall’inizio dell’invasione da parte della Russia: “Da che parte starà Pechino avrà un significato importante sul lungo periodo”, dice una fonte diplomatica al Foglio. Come sempre, quando si tratta di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, bisogna leggere tra le righe delle dichiarazioni formali: nel comunicato ufficiale pubblicato dal ministero degli Esteri, si legge che Xi avrebbe parlato della situazione in Ucraina come di “qualcosa che non vogliamo vedere”.


E’ un’espressione già in uso da qualche giorno tra i funzionari cinesi per sottolineare, in modo molto sfumato, la disapprovazione per una guerra dove vengono bombardati i civili, e che crea caos e instabilità. Il leader cinese ha poi  continuato, però, su una posizione di totale neutralità, come prevedibile, senza offrire un ruolo concreto della Cina nel processo di pace, e ribadendo la necessità di “dialogo e negoziati tra Russia e Ucraina”. La posizione della Cina somiglia a quella di chi dice né con Putin né con la Nato: “Gli Stati Uniti e la Nato”, ha detto Xi, “dovrebbero anche condurre un dialogo con la Russia per risolvere il nodo cruciale della crisi ucraina e risolvere i problemi di sicurezza sia della Russia sia dell’Ucraina”. Sin dall’inizio dell’invasione, la Cina ha identificato nella Nato le “legittime preoccupazioni per la sicurezza” della Russia, che in qualche modo avrebbero giustificato l’intervento militare. 


Più che portare la Cina dalla propria parte nella campagna anti Putin, un’operazione impossibile secondo gli osservatori, l’obiettivo dell’America, con la conversazione con Xi  e i diversi colloqui tra alti funzionari avuti negli ultimi giorni, è quello di evitare che la Cina vada in aiuto alla Russia sempre più isolata: Biden “ha descritto le implicazioni e le conseguenze se la Cina dovesse fornire materiale di supporto alla Russia mentre conduce attacchi brutali contro le  città e i civili ucraini”, si legge nel comunicato della Casa Bianca. Secondo entrambi i resoconti si è parlato poi della questione cruciale che determina il rapporto tra Washington e Pechino: Taiwan, l’isola indipendente de facto che la Cina rivendica come proprio territorio. Ed è tra le righe della questione Taiwan che si evidenziano le differenze tra la prima e la seconda economia del mondo. Secondo Pechino, Biden avrebbe fatto una serie di dichiarazioni importanti sulla postura americana nei rapporti con la Cina: “Biden ha ribadito che gli Stati Uniti non cercano una nuova Guerra fredda con la Cina”, si legge nel comunicato, “non mira a cambiare il sistema cinese; il rilancio delle sue alleanze non è mirato alla Cina; gli Stati Uniti non appoggiano ‘l’indipendenza di Taiwan’ e non hanno alcuna intenzione di cercare un conflitto con la Cina”. Dichiarazioni forse un po’ forzate che servono però a Pechino per sottolineare le basi di partenza di un dialogo continuativo con Washington.      

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Qualche ora prima della telefonata tra Biden e Xi, la portaerei cinese Shangong ha attraversato lo stretto di Taiwan vicino all’isola Kinmen, amministrata da Taipei e che si trova proprio di fronte alla città cinese di Xiamen. La Cina non è nuova a questo genere di operazioni, ma il timing è importante in questo caso. Anche perché il cacciatorpediniere Uss Ralph Johnson, che si trovava nell’area per quelle che vengono definite “operazioni di libertà di navigazione”, ha poi seguito la nave da guerra cinese per un po’ attraverso lo stretto. Sempre ieri lo stato maggiore della Difesa francese ha pubblicato per la prima volta un video per mostrare cosa succede se una nave straniera passa attraverso l’enorme porzione di Oceano rivendicato dai cinesi: nel video si vede la fregata francese Vendémiaire pattugliare il Mar cinese meridionale ed essere intercettata, e poi seguita anche lei, ma da una nave della Marina cinese e in acque internazionali. 

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