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Europa Ore 7

Perché la candidatura all'Ue è fondamentale per l'Ucraina

David Carretta

L'Unione europea risponderà positivamente a questa richiesta dal forte valore politico, concedendo a Kyiv lo status di paese candidato? Ecco cosa sta accadendo a Bruxelles

Se l'Unione europea all'improvviso si è scoperta potenza non è grazie all'invasione sconsiderata di Vladimir Putin dell'Ucraina, ma allo straordinario coraggio di Volodymyr Zelensky e dei cittadini ucraini che stanno resistendo con ogni mezzo alla guerra sempre più spietata della Russia.

Ieri, mentre erano in corso colloqui tra rappresentanti ucraini e russi, le forze di Putin hanno utilizzato bombardamenti pesanti contro Kharkiv, la seconda città del paese, e proseguito l'assedio di Kyiv, la capitale. Il simbolo della resistenza ucraina può essere riassunto da due notizie: la borsa di Mosca non ha aperto a causa delle sanzioni adottate dall'Ue e da altri partner internazionali, mentre la metropolitana di Kyiv ha ripreso a circolare anche se solo per alcune ore. Altro simbolo: su un tavolo di legno, davanti a sacchi di sabbia, dentro il palazzo in cui si trovava, il presidente Zelensky ha firmato la richiesta di adesione dell'Ucraina all'Ue. "Questo è un momento storico", ha detto l'ufficio presidenziale.

 

 

L'Ue risponderà positivamente a questa richiesta dal forte valore politico, concedendo all'Ucraina lo status di paese candidato?

L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ieri ha detto che l'adesione dell'Ucraina all'Ue "non è in agenda". Effettivamente anche le dichiarazioni di domenica della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lasciavano spazio ad ampio margine di discrezionalità. "Sono uno di noi e li vogliamo dentro", ha spiegato von der Leyen a Euronews, salvo aggiungere "nel corso del tempo". Secondo Borrell, concedere lo status di paese candidato non serve perché "dobbiamo dare una risposta per le prossime ore, non per i prossimi anni". L'Ucraina "ha una chiara prospettiva europea", ma questo è il momento di "lottare contro un'aggressione", ha spiegato l'Alto rappresentante. Il Parlamento europeo, nella bozza di risoluzione che voterà oggi, è abbastanza ambiguo e burocratico: “Chiede alle istituzioni dell'Ue di lavorare verso la concessione dello status di candidato all'Ucraina, in linea con l'Articolo 49 del trattato dell'Ue e sulla base del merito”.

Eppure diversi stati membri - come la Polonia e i Baltici - insistono per concedere lo status di paese candidato. I presidenti di Polonia, Bulgaria, Repubblica ceca, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Slovenia hanno scritto una lettera aperta per chiedere che la decisione sia presa "immediatamente". Irlanda e Grecia hanno detto di essere favorevoli. E il Coreper - l'organismo che riunisce gli ambasciatori degli stati membri presso l'Ue - ha avuto una prima discussione sulla questione. Una fonte europea ci ha spiegato che la richiesta di Zelensky "probabilmente atterrerà al prossimo Consiglio europeo".

L'adesione immediata dell'Ucraina è fuori discussione. Anche la concessione dello status di paese candidato è "una procedura complessa" e "molto lunga", ci ha detto la fonte europea. "Potrebbe essere difficile per l'Ucraina ottenerla in fretta". Ma, secondo la fonte dell'Ue, "c'è una forte volontà di aiutare Zelensky". E dunque niente è più impensabile. Perché è così importante, anche se solo simbolica? Nel 2014 gli ucraini erano morti a Maidan con le bandiere ucraina ed europea. La rivolta fu innescata dalla decisione dell'allora presidente, Viktor Yanukovych, di cedere alle pressioni di Putin che gli aveva intimato di non firmare l'accordo di associazione dell'Ucraina con l'Ue. Offrire lo status di candidato, cioè aprire formalmente le porte dell'Ue, è essenziale per il morale e la speranza degli ucraini che stanno combattendo.

Zelensky ieri ha fatto un'altra richiesta impossibile a Stati Uniti e Nato: imporre una no-fly zone su alcune parti dell'Ucraina per impedire ai caccia russi di operare. "L'Ucraina può sconfiggere l'aggressore. Lo stiamo dimostrando al mondo. Ma anche i nostri alleati devono fare la loro parte", ha detto Zelensky a Axios. Qui Paola Peduzzi spiega che Joe Biden è sotto pressione da Zelensky per un passo molto difficile. La Nato ha escluso di farsi coinvolgere in Ucraina, compresi i suoi cieli. "Non abbiamo intenzione di entrare in Ucraina né sul terreno né sullo spazio aereo" perché "abbiamo una responsabilità di assicurarci che questo non finisca fuori controllo", ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Imporre una no-fly zone in Ucraina significherebbe "dichiarare effettivamente guerra alla Russia", ha spiegato il segretario britannico alla Difesa, Ben Wallace. In assenza dell'opzione militare per il rischio di un conflitto nucleare, l'Ue finora ha utilizzato le armi delle sanzioni (senza precedenti) e della diplomazia (mettendo insieme una coalizione a sostegno dell'ucraina). Resta un'arma politica potente da poter usare per sostenere gli ucraini che si battono non solo per la libertà del loro paese, ma per preservare l'ordine di sicurezza europeo e il diritto internazionale: concedere lo status di paese candidato all'Ucraina.

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