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l'intervento del premier

Afghanistan, Draghi al G7: "Coinvolgere Russia e Cina. Evacuazione entro il 31"

Il premier al summit straordinario: "Finora è mancato un approccio internazionale coordinato. Dobbiamo compiere sforzi enormi, è in gioco la sicurezza di migliaia di afghani"

Apertura alle altre grandi potenze e un piano comune sulla gestione della crisi in Afghanistan. Questo è il messaggio lanciato da Mario Draghi al G7 di oggi: "Soprattutto sulle politiche di rimpatrio e immigrazione", sottolinea il premier, "sia a livello europeo, sia internazionale finora non siamo stati in grado di cooperare in modo adeguato. È fondamentale riuscirci ora". Perché il tempo stringe, e ad oggi regge l'ultimatum del 31 agosto fissato dai talebani per completare le operazioni di evacuazione da Kabul: "L'obiettivo è portarle a completamento in sicurezza entro fine agosto", la posizione dell'Italia, "ma anche oltre quella data sarà essenziale mantenere un canale di contatto, transitare dall'Afghanistan in modo sicuro e garantire l'accesso alle organizzazioni internazionali".

 

Draghi non scioglie dunque le riserve sul grande rebus del summit: se infatti gli Stati Uniti di Biden sarebbero intenzionati a rispettare la deadline del 31 agosto, gli alleati europei guidati da Boris Johnson vogliono chiedere più tempo. L'enfasi del presidente del Consiglio è invece sugli aiuti umanitari: "L'Italia è pronta a reindirizzare le risorse che erano destinate alle forze militari afghane. Chiedo a tutti voi di unirvi a questo impegno". Uno sforzo collettivo auspicato anche per affrontare la lotta al terrorismo, dove "saranno necessarie tutte le leve diplomatiche e finanziarie a nostra disposizione”.

 

E quindi la mano tesa a Putin e Xi Jinping: "Per raggiungere tutti questi obiettivi", conclude il premier, "il G7 si deve mostrare unito anche nell’aprire relazioni con altri paesi. In questo, il G20 può aiutare il G7 nel coinvolgimento di altri paesi fondamentali per monitorare ciò che accade in Afghanistan: la Russia, la Cina, l’Arabia Saudita, la Turchia e l’India” .

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