editoriali
Lo stile Merkel da brevettare
Anche sui vaccini la Cancelliera preferisce la concretezza al facile consenso
Com’è nel suo stile, anche quando sta per uscire di scena, e forse proprio perché non ha un problema di ricerca del consenso, Angela Merkel sceglie di dire cosa ritiene più giusto rispetto a cosa è più popolare. Il tema è quello della strategia adottata dall’Unione europea e della richiesta di sospensione dei brevetti proveniente da varie parti del mondo, recentemente appoggiata anche dal presidente americano Joe Biden. Merkel ha ricordato che “l’Ue, non lo si dirà mai abbastanza, è stata e rimane il più grande esportatore di vaccini al mondo. Non abbiamo chiuso i nostri mercati o eretto barriere”.
Quello del protezionismo e del nazionalismo vaccinale è un tema che impatta concretamente, molto più delle declamazioni di principio. La Cancelliera ricorda che la Germania ha impiegato molte risorse per il progetto Covax e che si sta impegnando concretamente per aumentare ulteriormente la produzione globale di vaccini. “Sono convinta che dobbiamo aumentare la produzione di vaccini sulla base delle licenze il più rapidamente possibile”, è la posizione della Merkel, che ritiene quindi che la via dell’aumento della produzione in breve tempo siano gli accordi tra le aziende detentrici del brevetto e i terzisti. Una posizione opposta ai tanti che puntano sulla sospensione dei brevetti. “Al contrario – ha detto la Merkel in quello che potrebbe essere il suo ultimo discorso al Bundestag – credo che un rilascio di brevetti indotto politicamente sia il modo sbagliato di procedere, perché così come oggi abbiamo bisogno di vaccini per tutti nel mondo il più rapidamente possibile, continueremo a dipendere dallo sviluppo di vaccini in futuro. Questo avrà successo solo se la protezione della proprietà intellettuale non sarà sospesa, ma piuttosto preservata”. Guardare alla sostanza e al futuro, più che al consenso immediato, è lo stile che ha caratterizzato la Merkel a cui, peraltro, il consenso non è mai mancato.
la sconfitta del dittatore