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In Russia c'è una piazza nuova

L'oppositore non è più solo il rompiscatole della politica russa. E’ un simbolo di cui Putin non può più non parlare

Micol Flammini

Numeri, facce e attese delle proteste contro Putin. Con Navalny è nata un'opposizione unita mai vista prima

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C’è un numero importante da guardare per capire la portata delle proteste in Russia del fine settimana scorso. Il 42 per cento delle persone che hanno manifestato a Mosca non aveva mai partecipato prima a un corteo contro il Cremlino. In questo numero non c’è soltanto la grandezza dell’evento, ma anche la novità. E’ comparso un sentimento diverso tra i russi, un’energia che ha unito un’opposizione frammentata, che ha legato rimostranze che fino a questo momento erano rimaste divise. In piazza c’erano i sostenitori di Alexei Navalny, l’oppositore di Vladimir Putin più famoso, ma c’erano anche comunisti, liberali, nazionalisti e filo occidentali, c’erano i cittadini che non erano lì soltanto per Navalny, le sue idee, le sue inchieste, il suo eroismo, ma erano lì per quello che il Cremlino gli ha fatto: l’avvelenamento con un agente nervino potentissimo, il Novichok, e poi l’arresto. A Mosca, secondo Reuters, sabato c’erano più di 40 mila persone, la protesta è stata molto estesa, diverse città della Siberia sono scese in strada contro l’illegalità e l’impunità, in tutta la Russia erano più di cento.  Come ha notato Alexander Baunov, del Carnegie di Mosca, non c’era soltanto l’intellighenzia della capitale, che ha sfilato dopo la morte di Boris Nemtsov nel 2015 e che in passato forse non sarebbe scesa in piazza per Navalny: c’erano i russi, c’era la loro stanchezza, la loro preoccupazione, la loro rabbia e c’era l’inizio di un movimento di opposizione composto da tante realtà che per la prima volta hanno  accettato di farsi vedere unite.

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C’è un numero importante da guardare per capire la portata delle proteste in Russia del fine settimana scorso. Il 42 per cento delle persone che hanno manifestato a Mosca non aveva mai partecipato prima a un corteo contro il Cremlino. In questo numero non c’è soltanto la grandezza dell’evento, ma anche la novità. E’ comparso un sentimento diverso tra i russi, un’energia che ha unito un’opposizione frammentata, che ha legato rimostranze che fino a questo momento erano rimaste divise. In piazza c’erano i sostenitori di Alexei Navalny, l’oppositore di Vladimir Putin più famoso, ma c’erano anche comunisti, liberali, nazionalisti e filo occidentali, c’erano i cittadini che non erano lì soltanto per Navalny, le sue idee, le sue inchieste, il suo eroismo, ma erano lì per quello che il Cremlino gli ha fatto: l’avvelenamento con un agente nervino potentissimo, il Novichok, e poi l’arresto. A Mosca, secondo Reuters, sabato c’erano più di 40 mila persone, la protesta è stata molto estesa, diverse città della Siberia sono scese in strada contro l’illegalità e l’impunità, in tutta la Russia erano più di cento.  Come ha notato Alexander Baunov, del Carnegie di Mosca, non c’era soltanto l’intellighenzia della capitale, che ha sfilato dopo la morte di Boris Nemtsov nel 2015 e che in passato forse non sarebbe scesa in piazza per Navalny: c’erano i russi, c’era la loro stanchezza, la loro preoccupazione, la loro rabbia e c’era l’inizio di un movimento di opposizione composto da tante realtà che per la prima volta hanno  accettato di farsi vedere unite.

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E’ questa la prima vittoria di Alexei Navalny, in isolamento nella prigione Matrosskaya Tishina di Mosca da quando è tornato in Russia due domeniche fa. Il lavoro attento che il Cremlino ha svolto in questi anni per depotenziare l’opposizione sabato è fallito per sempre. Probabilmente, hanno scritto diversi commentatori,  senza il  tentativo di avvelenamento e senza arresto, Navalny sarebbe rimasto il rompiscatole della politica russa, come in tanti lo percepivano, ma adesso è un simbolo, è una storia che unisce i cittadini. Quella di sabato non è stata una protesta di ragazzini, ancora non è possibile fare un ritratto dettagliato della piazza, ma basta guardare le foto per capire che questi cortei erano molto diversi rispetto a quelli organizzati da Navalny qualche anno fa. Era una Russia eterogenea che sabato prossimo è disposta a scendere di nuovo in strada, nonostante le violenze e le detenzioni: sono state fermate più di 3.700 persone. 

 

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Anche la reazione del Cremlino è stata diversa, ha capito che ignorare “il paziente di Berlino” non funziona più. Nel fine settimana il portavoce Dmitri Peskov era in televisione a parlare dell’inchiesta che la Fondazione anticorruzione ha fatto sul palazzo del presidente sul Mar Nero, ieri Putin stesso l’ha commentata. Ha detto che né lui né i suoi conoscenti possiedono qualcosa di simile, ha negato sì, ma ne ha parlato. I russi, anche quelli che guardano i canali della tv di stato e che non vedono alternative a Putin, vogliono delle risposte. Vogliono sapere perché i loro concittadini protestano: non basta più un ghigno per rispondere alle domande su Navalny. La paura dell’effetto Bielorussia che Putin ha avuto per tutta l’estate è diventata più forte, i russi vogliono che le proteste siano un appuntamento settimanale, e per la prima volta sono tutti insieme.  Guardano e riguardano la video inchiesta sulla corruzione,  ascoltano la canzone del comico e sceneggiatore russo Aleksandr Gudkov dedicata alla stanza più chiacchierata del palazzo, una discoteca acquatica,  e si stringono  tutti sempre di più attorno alla figura di Navalny, che dopo la giornata di sabato è davvero diventato il leader dell’opposizione. Lui  e i suoi dovranno fare in modo che questo effetto sia costante, che la forza della protesta rimanga tenace fino alle elezioni di settembre, in cui si voterà per cambiare la Duma. 

 

 

Oltre ai numeri, oltre alle sue diverse anime, oltre alla legittimità trasversale acquisita da Navalny, la protesta di sabato aveva anche un altro elemento di novità. Non c’erano slogan divertenti, non c’erano anatroccoli gialli, simbolo dei navalniani nelle passate manifestazioni. Era una protesta seria, cupa, la protesta di una Russia   tutta unita che preoccupa il Cremlino.
 

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