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La sparizione di Özil

Daniele Ranieri

La storia brutta del campione turco spiega perché il mondo islamico prova a boicottare la Francia, ma non sfida la Cina

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Questa è una storia di sport e politica per chiarire perché la campagna di boicottaggio contro il presidente francese Emmanuel Macron rilanciata due giorni fa dal presidente turco Erdogan ha tra i molti difetti pure quello dell’ipocrisia. Riguarda un calciatore molto bravo di origini turche, il centrocampista Mesut Özil, che gioca a Londra nell’Arsenal ed è molto legato a Erdogan, che è stato suo testimone di nozze. Andiamo con ordine. Due giorni fa il leader turco ha chiesto di non comprare più merci francesi per colpire il presidente francese e quindi si è unito a una campagna di boicottaggio già in corso nel mondo musulmano – anzi le ha fatto una pubblicità enorme. In realtà Macron è soltanto il bersaglio di facciata e si tratta di un ennesimo boicottaggio punitivo contro la Francia per le vignette su Maometto pubblicate dal giornale satirico Charlie Hebdo

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Questa è una storia di sport e politica per chiarire perché la campagna di boicottaggio contro il presidente francese Emmanuel Macron rilanciata due giorni fa dal presidente turco Erdogan ha tra i molti difetti pure quello dell’ipocrisia. Riguarda un calciatore molto bravo di origini turche, il centrocampista Mesut Özil, che gioca a Londra nell’Arsenal ed è molto legato a Erdogan, che è stato suo testimone di nozze. Andiamo con ordine. Due giorni fa il leader turco ha chiesto di non comprare più merci francesi per colpire il presidente francese e quindi si è unito a una campagna di boicottaggio già in corso nel mondo musulmano – anzi le ha fatto una pubblicità enorme. In realtà Macron è soltanto il bersaglio di facciata e si tratta di un ennesimo boicottaggio punitivo contro la Francia per le vignette su Maometto pubblicate dal giornale satirico Charlie Hebdo

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A dicembre 2019 il calciatore Özil aveva voluto pubblicare su Twitter (venticinque milioni di follower) e su Instagram (venti milioni di follower) un messaggio di condanna esplicita contro il regime cinese che sperava fosse ripreso da Erdogan. Lo aveva fatto perché la Cina perseguita la minoranza uigura, rea di essere musulmana e quindi di essere considerata poco malleabile e poco allineata con il governo. La persecuzione di massa va avanti da anni secondo i canoni di efficienza e di precisione del regime. L’intera regione uigura è controllata da un sistema di sorveglianza molto tecnologico che sfrutta anche il riconoscimento facciale e l’intelligenza artificiale.

 
I maschi uiguri sono rastrellati e condannati a detenzioni di anni in campi di prigionia immensi e tutta l’etnia uigura – si parla di dodici milioni di persone ma potrebbero essere di più –  è sottoposta a un programma di rieducazione forzata e durissima. I soldati cinesi fermano le persone ai posti di blocco durante il mese di ramadan e le obbligano a mangiare per rompere il precetto che vuole che i musulmani osservino un digiuno durante le ore del giorno. Özil aveva studiato per mesi la situazione, aveva letto, aveva visto documentari. Sapeva anche che la Cina avrebbe risposto con una pressione enorme contro di lui, come era già successo alla Nba americana, ma decise di scrivere lo stesso quel messaggio.

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In effetti la reazione cinese fu molto dura. Oggi Özil pensa di essere sparito dal calcio per colpa di quel messaggio di protesta, come spiega una ricostruzione pubblicata dal New York Times. La sua squadra, l’Arsenal, sostiene invece che la politica non c’entra. Ma è possibile che non voglia ammettere di avere ceduto alle minacce di rappresaglia della Cina. Le due reti cinesi che pagavano i diritti per la Premier League, Cctv e Pp Sports, hanno smesso di trasmettere le partite dell’Arsenal. Per il calcio inglese era un problema, perché il mercato cinese è enorme. Lo stesso Özil aveva un fan club personale con cinquantamila iscritti e il suo account su Weibo, il social media cinese più importante, conta venti milioni di follower. Quando la seconda rete ha ricominciato a trasmettere le partite dell’Arsenal la telecronaca non menzionava mai il nome di Özil. In Cina se provi a cercare Özil su internet ti compare un messaggio di errore. Il suo avatar è stato eliminato dai videogiochi. La Cina ha cancellato il centrocampista turco. 

 
A Londra sono arrivati altri problemi. La pandemia ha bloccato il calcio in Gran Bretagna per mesi, il turco che già era finito sotto osservazione perché aveva messo a repentaglio le relazioni con il mercato cinese ha rifiutato il taglio dell’ingaggio, perché prima voleva sapere se i soldi così risparmiati sarebbero stati usati per rendere più sicuro il lavoro anche per lo staff della squadra e se i proprietari avrebbero tagliato anche i loro ricavi. Altri giocatori hanno accettato, Özil è rimasto fuori. Poi c’è stato il caso della mascotte. Tra i lavoratori che l’Arsenal ha liquidato causa pandemia c’è anche un tifoso che da 27 anni sta a bordo campo con un costume da dinosauro a fare la mascotte, il turco ha cominciato a pagarlo di tasca sua, è stato letto come un gesto polemico contro la società. Il risultato: oggi Özil va agli allenamenti dell’Arsenal, ma non è più iscritto al campionato. Non può più giocare.

E’ difficile non pensare che Macron sia un bersaglio della campagna di Erdogan e altri per ragioni politiche e che sempre per ragioni politiche la Cina sia considerata intoccabile, qualsiasi cosa faccia. 
Daniele Raineri

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