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La guerra fredda degli hamburger

Giulia Pompili

Burger King chiude sei negozi in Cina. Una celebre trasmissione della tv cinese li accusa di aver usato cibo scaduto. Ma è anche l'ennesima occasione per fare a botte con l'America e i "valori americani"

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Burger King, la catena di hamburger più famosa d'America, è stata costretta a scusarsi con i suoi clienti cinesi e a chiudere sei dei suoi fast food nella provincia di Jiangxi, nella Cina orientale, dopo una controversia legata all'utilizzo di cibo scaduto. La vicenda è una questione di sicurezza alimentare – un tema molto sentito dai cittadini e dall'opinione pubblica cinese – ma basta dare un'occhiata ai social network e ai commenti degli utenti per rendersi conto che gli hamburger di Burger King sono entrati ufficialmente a far parte della guerra ideologica tra America e Cina. Dopo la crisi dovuta alla pandemia, un eventuale boicottaggio contro i prodotti americani in Cina potrebbe rivelarsi molto più problematico del previsto per Washington, anche solo a livello d'immagine.

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Burger King, la catena di hamburger più famosa d'America, è stata costretta a scusarsi con i suoi clienti cinesi e a chiudere sei dei suoi fast food nella provincia di Jiangxi, nella Cina orientale, dopo una controversia legata all'utilizzo di cibo scaduto. La vicenda è una questione di sicurezza alimentare – un tema molto sentito dai cittadini e dall'opinione pubblica cinese – ma basta dare un'occhiata ai social network e ai commenti degli utenti per rendersi conto che gli hamburger di Burger King sono entrati ufficialmente a far parte della guerra ideologica tra America e Cina. Dopo la crisi dovuta alla pandemia, un eventuale boicottaggio contro i prodotti americani in Cina potrebbe rivelarsi molto più problematico del previsto per Washington, anche solo a livello d'immagine.

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L'altra sera è andato in onda il “315 Night Show”, un programma annuale che si occupa di diritti dei consumatori e che è prodotto e trasmesso dalla tv di stato di Pechino Cctv. Come scrive il Nikkei Asian Review, il programma “è molto seguito perché mette sotto osservazione molti business, inclusi quelli stranieri più famosi”. Negli scorsi anni lo show, che va in onda sin dal 1991, aveva costretto colossi come la cinese Alibaba, Apple e Starbucks alle pubbliche scuse, ma quest'anno le uniche due aziende straniere accusate di truffare i consumatori sono due americane, Burger King, per gli hamburger scaduti, e General Motors, per un problema al cambio di alcune sue automobili.

 

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Secondo la trasmissione tv cinese, diversi fast food della nota compagnia nella città di Nanchang, nella provincia orientale di Jiangxi, sostituivano sistematicamente le date di scadenza di alcuni prodotti, di fatto vendendo hamburger e polli scaduti. I reporter della Cctv hanno raccolto le testimonianze di alcuni dipendenti, che dicono di aver obbedito agli ordini impartiti dal manager dei negozi sostituendo le etichette. “Il quartier generale sapeva tutto”, ha detto il manager ai giornalisti, e la notizia è circolata moltissimo sui media cinesi. Burger King China, che fa parte di un conglomerato di proprietà turca, si è immediatamente scusata in cinese sul proprio canale Weibo, il Twitter cinese, e ha promesso un'indagine approfondita sulla faccenda.

 

Come scrive Reuters, il programma tv di Cctv “è un evento guardato ogni anno con paura dai brand internazionali ma anche locali, per il potenziale impatto che ha sulle vendite e sulle pubbliche relazioni apparire nella sua lista della vergogna”. Finire sulla lista di “315 Night Show” per un'azienda straniera può significare dire addio al mercato cinese. Un'arma molto utile, in un momento di tensione come questo.

 

Già a fine marzo Burger King China si era scusata perché il management del gruppo Burger King a Taiwan si era riferita al Covid-19 chiamandola "la polmonite di Wuhan". Una storia rilanciata dal tabloid Global Times e ampiamente circolata sui social cinesi. 

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