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Tra la Spagna e l'Italia c'è di mezzo l'antieuropeismo (italiano)

Eugenio Cau

Luglio deve essere "il mese dell'accordo", ha detto il presidente spagnolo Sánchez, che vuole un fondo non inferiore ai 750 miliardi di euro ipotizzati dalla Commissione e che sia, almeno in parte, in aiuti diretti

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Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha cominciato questa settimana il suo tour di negoziati europei per stringere i tempi sull'approvazione del Recovery fund. Lunedì è stato a Lisbona per incontrare il primo ministro portoghese António Costa. La prossima settimana sarà in Svezia e Paesi Bassi per parlare con i due rappresentanti dei paesi cosiddetti frugali, il socialdemocratico svedese Stefan Löfven e il liberale olandese Mark Rutte. Nel mezzo, mercoledì Sánchez ospiterà a Madrid, nel palazzo presidenziale della Moncloa, il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte.

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Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha cominciato questa settimana il suo tour di negoziati europei per stringere i tempi sull'approvazione del Recovery fund. Lunedì è stato a Lisbona per incontrare il primo ministro portoghese António Costa. La prossima settimana sarà in Svezia e Paesi Bassi per parlare con i due rappresentanti dei paesi cosiddetti frugali, il socialdemocratico svedese Stefan Löfven e il liberale olandese Mark Rutte. Nel mezzo, mercoledì Sánchez ospiterà a Madrid, nel palazzo presidenziale della Moncloa, il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte.

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Rispetto all'Italia, le polemiche politiche attorno al Recovery fund sono state limitate, complice il fatto che nessuna delle grandi forze politiche spagnole è apertamente antieuropeista. Sánchez ha potuto muoversi con relativo agio, pungolato dal centrodestra del Partito popolare di Pablo Casado che ha preteso che i fondi europei in arrivo siano usati per sostenere la crescita economica e non per politiche assistenzialiste.

   

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La prima richiesta che Sánchez metterà sul tavolo europeo, sostenuto ieri anche dal portoghese Costa, è di fare in fretta. Luglio deve essere "il mese dell'accordo", ha detto ieri il presidente spagnolo a Lisbona, sottolineando come la situazione economica richieda un'approvazione rapida. La seconda riguarda la dimensione del fondo, che deve essere non inferiore ai 750 miliardi di euro complessivi ipotizzati dalla Commissione Ue. In terzo luogo, il presidente del governo spagnolo chiede che almeno una parte del Recovery fund siano aiuti diretti e non crediti da restituire. Infine, Sánchez chiede che il Recovery fund sia spalmato su un "orizzonte temporale ampio" di circa quattro anni, per consentire la realizzazione di progetti "strutturali".

  

Ovviamente, il tema principale riguarda le condizioni di accesso ai fondi. Per Sánchez queste condizioni devono riguardare esclusivamente le politiche di crescita, come la digitalizzazione, la lotta al cambiamento climatico, la formazione continua, la creazione di nuovi posti di lavoro. "Non è questo il momento di mescolare [le condizioni] con altre politiche, ma il governo rimane fedele alle regole del Patto di stabilità", ha detto Sánchez lunedì, e il senso era: non vogliamo che ci siano imposti tagli e misure di controllo dei conti come condizioni di accesso al Recovery fund, ma intendiamo mantenere le promesse che abbiamo già fatto per tenere sotto controllo il debito.

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