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In Canada la cannabis legale sta andando meno bene di quanto previsto

Maurizio Stefanini

Il consumo è aumentato, ma le grandi aspettative sono state disattese. Tra i motivi, i pochi punti vendita e l'offerta che eccede la domanda

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Per ora, la cannabis legale in Canada è un flop. Nel giugno del 2018 era stato approvato dal Parlamento un Cannabis Act in base al quale il 17 ottobre successivo è stata consentita la vendita dei derivati della canapa indiana. Le aspettative di business erano tali che già dal 27 febbraio 2018 società canadesi del settore avevano iniziato a quotarsi al Nasdaq, con grande successo. Nel maggio del 2018 Canopy Growth era sbarcata alla Borsa di New York, e al momento della partenza delle vendite legali il valore delle azioni era raddoppiato, arrivando a un massimo di 52,03 dollari l'una. “Febbre verde”, era stata definita. Perfino il rapper Snoop Dogg e un ex capo della polizia di Toronto avevano fatto sapere di averci investito.

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Per ora, la cannabis legale in Canada è un flop. Nel giugno del 2018 era stato approvato dal Parlamento un Cannabis Act in base al quale il 17 ottobre successivo è stata consentita la vendita dei derivati della canapa indiana. Le aspettative di business erano tali che già dal 27 febbraio 2018 società canadesi del settore avevano iniziato a quotarsi al Nasdaq, con grande successo. Nel maggio del 2018 Canopy Growth era sbarcata alla Borsa di New York, e al momento della partenza delle vendite legali il valore delle azioni era raddoppiato, arrivando a un massimo di 52,03 dollari l'una. “Febbre verde”, era stata definita. Perfino il rapper Snoop Dogg e un ex capo della polizia di Toronto avevano fatto sapere di averci investito.

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Adesso però stanno arrivando i dati del primo anno di legalizzazione. E sono quanto mai deludenti. Secondo una stima ufficiale di Statistics Canada, che sarebbe l'Istat locale, addirittura tre consumatori di cannabis canadesi su quattro continuerebbero a servirsi al mercato nero. Quanto all'andamento del mercato, lo studia il New Leaf Data Services, i prezzi all'ingrosso sono caduti del 17 per cento, il che significa per i produttori un margine di guadagno troppo basso. Risultato: i guadagni in Borsa sono stati azzerati e le azioni delle società interessate alla canapa sono tornate al punto di partenza.

 

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Ovviamente, se i dati sono inequivocabili, la loro interpretazione è tema di dibattito. Una vecchia tesi di studiosi scettici sull'antiproibizionismo è che, come per le sigarette, il prezzo dell'offerta legale della cannabis sarà sempre troppo alto rispetto al contrabbando: a meno di non offrire prezzi talmente stracciati da incentivarne il consumo. E come per il tabacco, anche per la canapa indiana in un paese come il Canada la linea è legalizzare per controllare, non per diffondere.

 

Una interpretazione differente è che sarebbe stata la burocrazia a mettere i bastoni tra le ruote al progetto. Le licenze di commercializzazione concesse sono state infatti molto poche. Nell'Ontario ne sono state sorteggiate appena 24, su una popolazione di 14,5 milioni di persone. Cinque in tutta Toronto, e tutte concentrate al centro.

 

Da una parte, dunque, si sono create subito code ai negozi, che hanno innervosito i consumatori. Dall'altra però la grande offerta che i produttori avevano messo in campo si è rivelata fisicamente superiore alla domanda, nei pochi esercizi cui è stata distribuita. A settembre, sono stati ad esempio messi in vendita 165.000 chili di marijuana, ma ne sono stati acquistati solo 11.707. Da qui la persistenza di un importante mercato parallelo, assieme al crollo dei prezzi nei negozi autorizzati. Lo stesso presidente di Canopy Growth, Rade Kovaceviv, ha ipotizzato che “la scarsità di punti di vendita ha rallentato la transizione dal mercato nero al mercato legale”.

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Tuttavia, qualcuno resta ottimista. Innanzitutto, si ritiene che la proporzione di canadesi consumatori di cannabis sia rimasta stabile, smentendo così il timore di chi vedeva nella legalizzazione l'anticamera di una diffusione di massa della droga. Prima delle legge si trattava infatti del 14 per cento; adesso sono appena al 17. Comunque le vendite legali sono aumentate: da 4.405 chili nell'ottobre del 2018 a 11.707 dello scorso settembre. E l'industria della cannabis si è attestata su un valore di 5,5 miliardi, lo 0,3 per cento del pil canadese.

 

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La grande speranza di molti produttori è la legalizzazione di nuovi prodotti: in aggiunta a olio, fiori secchi, semi e piante adesso arriveranno vaporizzatori e, soprattutto, generi commestibili a base di canapa indiana. Da tempo, in molti ripetono che il vero business della canapa indiana non sarà nel farla fumare ma nel farla mangiare. L'aspettativa è che le vendite così salgano del 30-40 per cento.

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