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Due funerali e quattro deficienti (gli italiani)

Maurizio Crippa

Due esequie, una coram populo e una che non s’ha da fare (s’avrebbe, forse da fare) hanno misurato con doloroso carotaggio il paese che siamo, e quello che non vogliamo

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Due funerali, ieri, uno coram populo e uno che non s’ha da fare (s’avrebbe, forse da fare) hanno misurato con doloroso carotaggio il paese che siamo, e quello che non vogliamo. Il funerale di Nadia Toffa, a Brescia, col prete amico e la commozione mediatico-popolare. Un bel funerale (si può dire?). Funestato, un minimo, da una eccedenza di idiozia pop, che è un marchio nazionale, ormai. Qualche tuìt di denuncia: “Oggi al funerale di Nadia Toffa una signora ha chiesto una foto a Giulio Golia… Ma dove siamo finiti?”. “Osservo i funerali di Nadia Toffa e penso che i video fatti con i cellulari ad un funerale anche no. Inizio a vergognarmi del genere umano”. “E’ stato creato evento funerale della Toffa, la gente si registra su fa, fa foto e video. Agghiacciante”. L’altro funerale, quello che non s’ha da fare, galleggia su Roma, non solo quella laziale, è quello di Diabolik, Fabrizio Piscitelli, il capo ultrà della Lazio freddato con un colpo alla nuca al Parco degli Acquedotti. Non proprio una morte da sportivo. Ma il parco degli Acquedotti è già diventato luogo di pellegrinaggio, e per impedire il culto di questo personaggio il questore aveva ben pensato di vietare i funerali pubblici, che sarebbero diventati una ola da stadio. Ma la famiglia, per ripicca, non si è presentata al funerale segreto imposto dalle autorità, col risultato che la salma è rimasta là, insalutata ospite, all’obitorio. Mentre cresce l’onda dello scandalo per il funerale che “normalmente si riserva a tutti gli esseri umani”. E che adesso la sorella di Diabolik propone si celebri in campo neutro, al Divino Amore. Addirittura.

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