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Guerra e terrorismo, cosa non dice Papa Francesco

Forse non possiamo chiedere al Papa di promuovere una guerra giusta. Di sicuro possiamo augurarci che un giorno Francesco riconosca che anche i cristiani martirizzati in giro per il mondo dai terroristi per proprio per il loro essere cristiani sono vittime di una guerra vera.
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Al direttore - Caro Cerasa, non riesco a farmene una ragione: come è possibile che molti giornali facciano finta di nulla di fronte a un Papa che dice esplicitamente che “il terrorismo è nulla di fronte alla guerra?”.
Luca Marini

 

In quella frase di Papa Francesco non c’è solo una grave minimizzazione di una guerra asimmetrica combattuta da quei terroristi (non solo da loro) che si fanno esplodere in giro per il mondo. C’è qualcosa di più. C’è la negazione del dramma vissuto ogni giorno da quei cristiani del medio oriente che da anni chiedono all’occidente di intervenire, non solo a parole, per fermare la pulizia etnico-religiosa di yazidi e cristiani. C’è la tentazione di considerare vittime quasi secondarie coloro che hanno perso la vita sotto i colpi del jihad. C’è l’affermazione di un principio che si trova alle origini della proliferazione della guerra che stiamo vivendo oggi: il ritiro dell’occidente. Forse non possiamo chiedere al Papa di promuovere una guerra giusta. Di sicuro possiamo augurarci che un giorno Francesco riconosca che anche i cristiani martirizzati in giro per il mondo dai terroristi per proprio per il loro essere cristiani sono vittime di una guerra vera, neppure lontanamente paragonabile alle guerre giuste combattuta dall’occidente contro i tagliagole islamisti.

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