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Il Papa: "La Chiesa non può illudersi di brillare di luce propria. Non faccia proselitismo"

"La Chiesa non può illudersi di brillare di luce propria", ha detto Francesco nell'omelia pronunciata questa mattina nella basilica vaticana, in occasione della Solennità dell'Epifania. "Per la Chiesa – ha aggiunto – essere missionaria non significa fare proselitismo".
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Roma. "La Chiesa non può illudersi di brillare di luce propria", ha detto Francesco nell'omelia pronunciata questa mattina nella basilica vaticana, in occasione della Solennità dell'Epifania. C'è bisogno, ha aggiunto il Papa, di una luce diversa, "che viene dall'alto per corrispondere in maniera coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto". Annunciare il Vangelo – ha sottolineato ancora Bergoglio– "non è una scelta tra le tante che possiamo fare e non è neppure una professione. Per la Chiesa, essere missionaria non significa fare proselitismo; per la Chiesa, essere missionaria equivale ad esprimere la sua stessa natura: essere illuminata da Dio e riflettere la sua luce. Non c'è altra strada".

 

La missione – ha scandito il Pontefice – "è la sua vocazione" e "quante persone attendono da noi questo impegno missionario, perché hanno bisogno di Cristo, hanno bisogno di conoscere il volto del Padre". Francesco ha citato i Magi, "testimonianza vivente del fatto che i semi di verità sono presenti ovunque", per dire che "davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza, di lingua e di cultura". Parole che hanno chiari riferimenti all'attualità, specie in tema di accoglienza ai migranti e ai profughi in fuga dalle zone di guerra. "in quel bambino, tutta l'umanità trova la sua unità". E' nella "semplicità di Betlemme che trova sintesi la vita della chiesa. E' qui la sorgente di quella luce che attrae a sé ogni persona e orienta il cammino dei popoli sulla via della pace", ha chiosato.

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[**Video_box_2**]Se in occidente oggi si festeggia l'Epifania, le chiese ortodosse domani celebreranno il Natale. Nel suo consueto messaggio, il Patriarca di Mosca Kirill si è soffermato a lungo sulla crisi ucraina, definita "lotta fratricida", come aveva fatto un anno fa Papa Francesco sollevando le obiezioni dei cattolici di Kiev, che avevano parlato invece di "invasione". Kirill auspica che la lotta "non divida i figli della Chiesa", esortando altresì "tutti i figli e le figlie della Chiesa ortodossa russa, di tutte le nazionalità, a pregare incessantemente per la cessazione totale e immediata del conflitto in Ucraina, per la guarigione delle ferite che la guerra ha causato ai corpi e alle anime".

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