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barbari foglianti

I referendum mettano fine alle assurdità della giustizia, a partire dalla Severino

Roberto Maroni

L'aberrante sanzione “accessoria” della decadenza di sindaci e governatori dopo solo una condanna in primo grado. E le carriere di pubblico ministero e giudice giudicante, che si influenzano per arrivare a condanne ingiuste. Ora abbiamo l'occasione per curare questi e altri mali

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No, non la professoressa, a cui auguro lunga vita, ma il decreto ministeriale che porta il suo nome. E che prevede, come sanzione “accessoria”, la decadenza di sindaci e governatori democraticamente eletti dal popolo sovrano dopo solo una condanna in primo grado. Aberrante. E l’occasione per porre fine a questa assurdità adesso c’è, grazie ai referendum promossi dalla Lega. Sono sei, tutti sulla giustizia. C’è anche quello sulla separazione delle carriere tra il pubblico ministero (che nel processo sostiene l’accusa) e il giudice che deve giudicare e che, appartenendo allo stesso ordine giudiziario e lavorando nello stesso palazzo, qualche volta subisce – per così dire – un’influenza che quasi sempre porta a condanne ingiuste che poi vengono annullate in Cassazione. È quello che è capitato a me, giusto un anno fa, dopo ben sei anni di processo e due condanne. Un macigno che grava sempre sulle spalle dei politici, oggetto del desiderio di certi pm in cerca di visibilità. Macigno che questi referendum (se ammessi, come io spero) contribuiranno finalmente a rimuovere. Se ammessi, dicevo: c’è infatti chi sostiene che i quesiti referendari non sono tutti formulati con la chiarezza e la perizia tecnica necessarie a renderli ammissibili dalla Corte costituzionale. C’è anche qualche professorone che esclude che un loro eventuale successo possa essere di per sé risolutivo delle patologie del sistema giudiziario che vorrebbero curare. Sarà, ma intanto alea iacta est. Stay tuned.

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