Cinquant'anni di Jethro Tull

Maurizio Stefanini

La band di Ian Anderson è in tour in Italia. Qui cinque curiosità e cinque video sul gruppo di Luton che suonò per la prima volta il 20 dicembre 1967

Rock progressive, Hard rock, Blues rock, Folk rock: molte le etichette che sono state date alla musica dei Jethro Tull, da quando il 20 dicembre del 1967 la band di Luton suonò per la prima volta. Cinquant’anni di musica, in cui hanno pubblicato 54 album, venduto 65 milioni di dischi, fatto 3000 concerti in 40 Paesi. Cantante, compositore, chitarrista, armonicista e soprattutto flautista il leader e icona del gruppo è lo scozzese Ian Anderson, ormai arrivato ai 70 anni. Un “marchio di fabbrica” sonoro, per quella sonorità così inconsueta nel rock, e invece dal sapore di World Music ante litteram. Un “marchio di fabbrica” anche visuale, per quel modo di suonare in equilibrio su una gamba sola, riprodotto infatti sul logo del gruppo. Nell’aprile di tre anni fa proprio un Anderson ormai concentrato su un’esperienza da solista aveva definito l’esperienza dei Jethro Tull conclusa. Tuttavia, lo scorso 24 marzo è uscito il nuovo album “Jethro Tull – The String Quartets”. E proprio in questi giorni Ian Anderson festeggia il mezzo secolo dei Jethro Tull riproponendone il repertorio in una tournée italiana (stasera, 23 giugno, a Roma, all’Auditorium Parco della Musica; il 24 a Sogliano al Rubicone, Piazza Matteotti; il 26 a Brescia, Piazza della Loggia ndr).

Flauto traverso, con una gamba sola

Perché Ian Anderson si mette a suonare il flauto su una gamba sola? Lui stesso ha raccontato che tutto iniziò nel 1968, nel famoso club londinese Marquee. “Una sera ho cominciato ad assumere quella curiosa posizione. È stata una cosa inconscia motivata da un fattore pratico: indossavo un paio di mutande troppo strette, alzando la gamba mi sentivo meglio. Successe che in sala c'era un giornalista del Melody Maaker che la settimana successiva titolò la sua recensione ‘Il cantante che 'suona il flauto su una gamba sola’”. Anderson ci prese gusto, e confessa di aver da allora contribuito ad incrementare il mito attraverso foto e immagini in quella posizione. “Ma era e resta un gioco".

Ian Anderson e l'India

Conosciuto in tutto il mondo e aperto alle più spericolate contaminazioni, Ian Anderson ha suonato anche in India, e in questo video girato a Mumbai lo vediamo mescolare il suono del suo flauto al sitar di Anoushka Shankar: figlia stessa di quel Ravi Shankar che insegno lo strumento icona dell’India al Beatle George Harrison. Sempre Anderson ha però raccontato che quando venne in tour in India nel 1993 proprio a Mumbai fu quasi aggredito nel corso di una conferenza stampa. “C'era un numero enorme di giornalisti e di troupe televisive e tutti erano visibilmente arrabbiati con me. lo non capivo. Realizzai il tutto dopo la prima domanda: Perché lei ha osato offendere la nostra religione prendendosi gioco di una delle più importanti divinità indù?' Qualcuno allora mi mostrò un'immagine di Krishna che suonava il flauto su una gamba sola. Ricordo che rimasi di stucco: nessuno in oltre 25 anni di carriera me lo aveva fatto notare. E così, successivamente, ho scoperto che anche in Bolivia c'è una figura folklorica che suona il flauto stando su una sola gamba”.

Perché Jethro Tull?

Il complesso prese il nome dal Visconte Jethro Tull; nato a Basildon nel 1674, morto a Hungerford nel 1741. Fu un agronomo e inventore inglese, pioniere della moderna agricoltura e inventore, nel 1701, della prima seminatrice meccanica. Insomma, un antesignano di quella “Rivoluzione Verde” che ha permesso di sfamare il mondo. Il nome fu scelto in modo casuale, ma a veder bene: l’applicazione della moderna tecnologia di Jethro Tull a un’attività antica come l’agricoltura, non ha forti analogie con il misto di antico e moderno del Folk rock dei Jethro Tull?. Comunque Ian Anderson ha reso omaggio al Jethro Tull originale, con la visita alla sua tomba immortalata in questo video.

La prima volta in Italia

I Jethro Tull vennero in Italia per la prima volta nel 1971: a Milano il primo febbraio e a Roma il 2. Tornarono poi nel 1972 e anche nel 1973: anno a cui risale l’intervista di questo video. Questa tournée è iniziata il 22 giugno a Pescara, al Teatro Gabriele D’Annunzio, per continuare il 23 a Roma, all’Auditorium Parco della Musica; il 24 a Sogliano al Rubicone, Piazza Matteotti; il 26 a Brescia, Piazza della Loggia.

Il complesso di Clapton

Come quasi tutti i musicisti della sua generazione, in realtà Anderson aveva iniziato con una chitarra, aggiungendovi un’armonica. Secondo la leggenda, però, un giorno da ragazzino andò a sentire un concerto di Eric Clapton, e decise che non avrebbe mai potuto arrivare al suo livello. Pensò dunque di imparare qualche altro strumento che nel rock e nel blues non fosse troppo usato, per non avere troppi confronti a deprimerlo. E casualmente gli capitò un flauto traverso. Anderson insiste che il non essere un flautista classico gli ha dato una maggiore libertà di stile, ma non c’è dubbio che attraverso le sonorità del flauto la musica classica lo abbia influenzato comunque in profondo. Su veda questa reinterpretazione di un brano di Bach, a sua volta di ispirazione folklorica.

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