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stringersi al punto giusto

Il Modello Grande Fratello con gli abbracci è il protocollo perfetto contro il Covid

Chiara Galeazzi

La seconda ondata, gli amici infettati, i morti: nel buio, ipercontrollato autunno 2020 il programma di Canale 5 mostra una bolla di promiscuità sicura ormai dimenticata. E ai limiti del pornografico, nel senso più nobile del termine

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A inizio febbraio 2020 un’amica mi presenta a uno psicoterapeuta come autrice tv e giornalista in un momento in cui non svolgevo nessuno di questi lavori. La reazione del dottore è affidarmi subito una missione: “Devi darci una mano a far capire che lo psicodramma è una pratica seria, non una parola da buttare lì quando succede qualcosa di drammatico”. Mi trovavo in provincia di Brescia a un convegno annuale dedicato alla pratica dello psicodramma, una terapia di gruppo che, per farla breve, è un gioco di ruolo dove al posto dei draghi ci sono i traumi dei partecipanti.

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A inizio febbraio 2020 un’amica mi presenta a uno psicoterapeuta come autrice tv e giornalista in un momento in cui non svolgevo nessuno di questi lavori. La reazione del dottore è affidarmi subito una missione: “Devi darci una mano a far capire che lo psicodramma è una pratica seria, non una parola da buttare lì quando succede qualcosa di drammatico”. Mi trovavo in provincia di Brescia a un convegno annuale dedicato alla pratica dello psicodramma, una terapia di gruppo che, per farla breve, è un gioco di ruolo dove al posto dei draghi ci sono i traumi dei partecipanti.

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Non avevamo idea che un mese dopo quella provincia sarebbe stata tra le più colpite d’Italia da una pandemia, così abbiamo passato tre giorni a rimestare traumi che avremmo alimentato nei mesi successivi e ad abbracciarci tra sconosciuti, pratica che abbiamo completamente eliminato dalle nostre vite. Mi ritengo abbastanza capace in fatto di abbracci. Posso mantenere lo sguardo più a lungo se è richiesta maggiore vicinanza, posso far rientrare le vertebre dorsali per evitare il contatto del mio seno contro il petto di qualcuno con intenzioni sospette. Però questi dello psicodramma erano dei professionisti: abbracci lunghi e stretti il giusto, con quel modo di separarsi (mani salde sulla parte più carnosa del braccio, sguardo dritto ma morbido, lunga espirazione) che pareva ogni volta di salutare qualcuno in partenza per il fronte.

 

Ho pianto quasi ad ogni abbraccio con un dubbio: forse ho rimosso dei traumi che stanno per uscire qui, tra le braccia di questa maestra elementare di Torbole Casaglia (Br)? Poi sono riuscita a replicare la tecnica e a far piangere a mia volta. Vorrei farvi vedere quanto sono brava, ma non posso, c’è il Covid. A marzo 2020 e nei mesi successivi ero a casa da sola. Il mio fidanzato era in un’altra regione, i miei genitori e i miei amici a un irraggiungibile CAP di distanza. A colazione guardavo su Antenna 3 le repliche delle edizioni passate di Canta Lombardia, il programma di musica da balera in dialetto. Restavo incantata da queste coppie di anziani normali e talentuosissimi piroettare sotto “La Bella Gigogin” o “Giuan stà indrè dal vin”.

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Quando a fine marzo ci avvicinavamo al picco di morti della prima ondata e le Rsa lombarde erano al collasso, la preoccupazione per la salute di quei signori, lombardi e anziani, era diventata insostenibile. Ogni programma che riportava la scritta “registrato prima del dpcm del 4 marzo 2020”, con il suo pubblico più o meno anziano tutto appiccicato sulle scomodissime sedute degli studi era una tortura. Dove stavano adesso quelle persone? A radicalizzarsi con i “Buongiornissimo caffè” su Whatsapp o intubati in un ospedale della provincia di Lodi? A settembre 2020 è iniziata la quinta edizione del Grande Fratello Vip, seconda edizione prodotta nel 2020.

 

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La prima era stata particolarmente sfortunata: l’entusiasmo iniziale è stato smantellato prima togliendo il pubblico dallo studio, poi dovendo spiegare ai concorrenti che fuori da quella casa, la vita era diventata una distopia. L’edizione in onda in questo periodo invece è più consapevole, con l’isolamento dei concorrenti prima dell’inizio del programma, i tamponi, il terrore perché Tommaso Zorzi ha la febbre i primi due giorni nella casa. Mi ricordo tutto perché a settembre ho dovuto seguire il Grande Fratello per lavoro. Era molto frustrante guardare queste persone prendere il sole in giardino e dire bestialità da squalifica dopo mesi in cui non avevo fatto altro che vedere me prendere il sole sul balcone e dire bestialità su Zoom – dove nessuno ti squalifica, al massimo ti incalza. C’era ancora della speranza a settembre 2020, per questo ho mollato quel lavoro per un altro che non prevedeva il Grande Fratello.

 

 

 

  

 

 

 

Poi è arrivato il coprifuoco, le zone colorate, il fidanzato di nuovo nell’altra regione (la sua gialla, la mia rossa), i genitori che è meglio non vedere. E poi i picchi, gli amici per la prima volta infettati, i morti. Nell’angosciante stallo di novembre, una domanda aveva iniziato ad occupare la mia testa: ma Elisabetta Gregoraci e Pierpaolo Petrelli, alla fine, hanno limonato o no? Nel primo lockdown ho letto Byung Chul-Han come ci fosse la soluzione ad ogni problema della contemporaneità. Non c’era, allora tanto valeva pensare ai limoni altrui a questo giro. Recuperando tweet e puntate serali ho scoperto che non solo nessuno si era baciato, ma che nell’assenza di scambi di fluidi qualsiasi cordialità è stata definita “omoaffettività”, sperando di farci cascare qualcuno. Forse non sono un esemplare di pubblico medio, ma in questa fase i baci sono superflui: ogni virile pacca sulla spalla, ogni litigio a pochi centimetri dalla faccia, ogni testa poggiata sulla spalla di un altro concorrente è ai limiti del pornografico, non nel modo paternalistico che userebbe un anziano critico televisivo davanti a un eccesso di manifestazioni di affetti, ma nel senso che è incredibilmente stimolante.

 

Ogni nuovo concorrente che entra, accolto dagli altri a braccia aperte, reagisce con “Ah, è vero, qui ci si può abbracciare”, come entrando in un luogo proibito dove anche la cosa più vietata è legale. Loro possono. In questo momento, i concorrenti del GF Vip sono le uniche persone in Italia di cui non dobbiamo preoccuparci, perché stanno bene sotto ai nostri occhi – e poi perché comunque chissenefrega di questi Vip per metà sconosciuti. Mi ero dimenticata cosa volesse dire guardare qualcuno stare bene nel presente senza porsi la domanda “Ma non sarà asintomatico?”. Allora forse l’Oms dovrebbe considerare il Modello Grande Fratello come nuovo protocollo contro il Covid-19, nel dubbio inizio a mettere sullo sfondo delle chiamate Zoom qualche brand disposto a finanziare i tamponi.

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