PUBBLICITÁ

La terza (o quarta) versione della ministra Pisano sulla scelta di Immuni

Luciano Capone

Il pasticcio della app e la disintegrazione delle “tre T”

PUBBLICITÁ

Alla fine è arrivata la sconfessione della confessione, o meglio la smentita della mentita. Perché la ministra dell’Innovazione Paola Pisano, mentre raccontava menzogne accusando chi glielo faceva notare di mentire, ha continuato a cambiare versione sulla scelta della app Immuni. Così tante volte, tra audizioni in Parlamento e interventi sui giornali, che ormai è difficile tenere il conto. L’ha scelta la task force, l’ho scelta io sentiti i servizi segreti, l’ho scelta insieme a Roberto Speranza. “Siamo ormai alla quarta versione, che è diversa da quanto ha dichiarato a noi”, dice Adolfo Urso (FdI), vicepresidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che ha audito su questo tema la Pisano e che ha approvato una relazione critica sulla app per il tracciamento.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Alla fine è arrivata la sconfessione della confessione, o meglio la smentita della mentita. Perché la ministra dell’Innovazione Paola Pisano, mentre raccontava menzogne accusando chi glielo faceva notare di mentire, ha continuato a cambiare versione sulla scelta della app Immuni. Così tante volte, tra audizioni in Parlamento e interventi sui giornali, che ormai è difficile tenere il conto. L’ha scelta la task force, l’ho scelta io sentiti i servizi segreti, l’ho scelta insieme a Roberto Speranza. “Siamo ormai alla quarta versione, che è diversa da quanto ha dichiarato a noi”, dice Adolfo Urso (FdI), vicepresidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che ha audito su questo tema la Pisano e che ha approvato una relazione critica sulla app per il tracciamento.

PUBBLICITÁ

 

Ma partiamo dall’inizio. Su questo giornale (5 maggio) avevamo rivelato che, nel processo di selezione della app per il contact tracing, la ministra grillina era stata tutt’altro che trasparente: aveva mentito ai cittadini, manipolando le conclusioni degli esperti di cui lei stessa si era avvalsa. Al termine del processo di valutazione del Gruppo di lavoro, che in pochi giorni ha esaminato 319 proposte pervenute tra il 24 e il 26 marzo, la Pisano, il 10 aprile, aveva comunicato l’esito al premier Giuseppe Conte: “Caro Presidente – scrive in una lettera rivelata dal Foglio – il Gruppo di lavoro ha indicato nella soluzione denominata Immuni… quella più rispondente alle attuali necessità”. Non è così. La lettera del ministro inviata al presidente del Consiglio non coincide con la relazione della task force, pubblicata solo diverse settimane dopo la decisione del governo. I tecnici del Gruppo di lavoro data-driven non hanno affatto scelto la app di Bending Spoons, ma due soluzioni – Immuni e CovidApp – da testare “in parallelo” prima di una scelta definitiva.

 

PUBBLICITÁ

Dopo l’articolo del Foglio, la Pisano, interrogata dal Copasir, ha dato una versione differente: non è stata più la task force a scegliere Immuni, ma lei dopo aver coinvolto e ascoltato il parere del Dis, ovvero i servizi segreti. La nuova versione della Pisano, diversa da quella precedente, era differente anche rispetto a quella del generale Gennaro Vecchione e dei vertici dei servizi, che infatti il Copasir ha di nuovo convocato per capire come mai le due versioni non combaciassero.

 

Poi la Pisano ha scritto una lettera al Foglio – per smentire la nostra inchiesta, adombrando addirittura oscure “altre motivazioni” alla base della nostra ricostruzione – in cui ribadiva che la scelta della app “da parte mia e del ministro della Salute Roberto Speranza” è avvenuta attraverso un “percorso” che è “stato accompagnato” da valutazioni “con vari soggetti competenti” per ciò che riguarda “la protezione dei dati personali e della sicurezza nazionale”. Ovvero il Garante per la privacy e l’intelligence.

 

Intervistata dal Corriere della Sera, la Pisano cambia ulteriormente versione, confermando la versione del Foglio che lei stessa aveva smentito, sconfessando però così le sue altre due-tre versioni precedenti. Chi ha scelto Immuni? “Io e il ministro della Salute Roberto Speranza sulla base della valutazione compiuta dal gruppo di lavoro sui dati che aveva valutato positivamente due app, Immuni e Covidapp”, risponde la Pisano. E il Dis ha partecipato alla scelta? No. Sono stati coinvolti dopo che la decisione era stata presa. “Ha analizzato solo Immuni”, dice la ministra. Non sappiamo se questa sarà la versione definitiva, anche perché non è neppure così veritiera, dato che – a ciò che risulta al Foglio – il ministro Speranza non ha partecipato alla decisione ma ha solo “preso atto” della scelta fatta dal ministro dell’Innovazione (non a caso due giorni prima della comunicazione della Pisano a Conte, l’8 aprile, il consigliere del ministro Speranza Walter Ricciardi, che ha coordinato la task force, parlava di “una shortlist di app, ovvero una rosa di soluzioni tra cui scegliere).

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

La gestione della app di contact tracing ha dell’incredibile. Ormai la ministra Pisano ha fornito così tante versioni e detto così tante balle che ormai non le ricorda più nessuno. Neppure lei. C’è inoltre un enorme ritardo rispetto ai tempi indicati dalla task force, che prevedeva una sperimentazione prima della riapertura. La fase 2 invece inizia senza app (tracciare) e senza che questa sia integrata con la capacità di testare (tamponi) e di trattare (telemedicina): le famose “tre T” sono completamente disintegrate. Un’app del genere, ammesso che una quota consistente di cittadini la scarichi, non serve a nulla.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ