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A due partite dal SuperBowl

Mattia Righetti

Chi tra San Francisco 49ers e Philadelphia Eagles, Cincinnati Bengals e Kansas City Chiefs arriverà in finale?

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A settembre ai nastri di partenza della stagione Nfl si sono presentate trentadue squadre accomunate dall’ambizione – più o meno legittima – di arrivare al Super Bowl. Un paio di settimane, fa presentandovi i playoff, vi abbiamo fornito una panoramica delle quattordici sopravvissute al tritacarne della regular season. Dopo due weekend di football da dentro o fuori, di squadre ne sono rimaste solamente quattro. Oggettivamente, le migliori quattro.

 

San Francisco 49ers-Philadelphia Eagles

San Francisco 49ers e Philadelphia Eagles sono indiscutibilmente le prime della classe. Spulciando le loro rose è impossibile imbattersi in reparti anche solo lontanamente lacunosi. Profonde, ben allenate e progettate per lo stesso palcoscenico, ‘Niners ed Eagles hanno esaudito il desiderio di ogni appassionato regalandoci il testa a testa che abbiamo bramato per tutta la stagione.

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Era inevitabile che i loro destini si incrociassero proprio ora, a un passo dal Super Bowl. A settembre non avremmo mai potuto pronosticare questa finale di conference. I numerosi dubbi su Jalen Hurts, quarterback di Philadelphia, avevano fatto passare in secondo piano l’encomiabile lavoro del front office che, nell’indifferenza generale, ha minuziosamente assemblato una corazzata. La linea d’attacco è la migliore della lega. La batteria di ricevitori a disposizione di Hurts è stata elevata dall’innesto di A.J. Brown. La difesa, tanto feroce quanto profonda, è salita di colpi settimana dopo settimana.

   

E poi c’è Jalen Hurts. L’origine degli ingiusti dubbi che ne hanno scandito i primi anni in Nfl risiedono nelle sue gambe. Hurts, infatti, si è macchiato del più imperdonabile dei peccati in cui può incappare un quarterback, ossia sfruttare il proprio atletismo per muovere le catene correndo. Agli occhi di molti questo sbugiarda l’ethos di suddetto quarterback che, in quanto tale, dovrebbe dipendere esclusivamente dal proprio braccio. Incurante, Hurts ha continuato a lavorare con estrema umiltà finendo poi per affermarsi come uno dei migliori in attività.

 

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Ciò che sfugge al dominio della logica è invece l’epopea dei loro prossimi avversari, i San Francisco 49ers. Non c’era alcun dubbio sulla qualità del roster: se sani, i ‘Niners da anni sono nel gotha della National Football League. Questo doveva essere l’anno in cui avrebbero scatenato Trey Lance, il loro quarterback del futuro. La sua stagione, però, s’è protratta solamente per una partita e mezza. Caviglia rotta, campionato finito, spazio a Jimmy Garoppolo, l’usato sicuro che li ha trascinati al Super Bowl nel 2019. Pure nel suo caso, però, un infortunio lo ha estromesso dai giochi. Per San Francisco sembrava essere veramente finita. Quali sono le prospettive di una squadra costretta a gettare nella mischia l’ultimissimo giocatore selezionato al draft dello scorso aprile? Vittorie, vittorie e ancora vittorie. Con Brock Purdy a dirigere l’attacco San Francisco deve ancora perdere una singola partita. La storia di Purdy, seppur rassicurante e motivazionale, non compendia il successo dei 49ers. La forza di questa squadra risiede nella difesa, comodamente la migliore della lega. A dirigere le operazioni di questo reparto troviamo il prodigioso DeMeco Ryans, defensive coordinator che quasi sicuramente a breve li abbandonerà per cercare fortuna come head coach altrove. Il reparto che ha concesso il minor numero di punti in assoluto contro l’attacco che ne ha segnati più di tutti in Nfc. Insomma, l’oggetto inamovibile contro la forza inarrestabile.

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Proclamare una favorita non ha alcun senso. Entrambe le compagini hanno tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo, l’unica certezza è che assisteremo a una grandissima partita. L’incognita, se proprio serve trovarne una, sarà la tenuta mentale di Purdy, ragazzo che solamente tre mesi fa non poteva nemmeno sognarselo uno scenario simile.

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Cincinnati Bengals-Kansas City Chiefs

Pure in Afc i pronostici hanno trovato riscontro nella realtà. Avevamo posto Kansas City Chiefs, Buffalo Bills e Cincinnati Bengals un gradino sopra chiunque e, giustamente, l’accesso al Super Bowl se lo giocheranno due squadre appartenenti a questa laicissima trinità. A mezzanotte e mezza, lunedì, i Bengals faranno visita a dei Chiefs arrivati al quinto Championship Game consecutivo. Quest’ultima frase potrebbe bastarci a indicarli come indiscussi favoriti: non questa volta.

   

Il declino dei New England Patriots, padroni incontrastati della conference per quasi vent’anni, è coinciso con la prepotente ascesa dei Kansas City Chiefs, bravi e fortunati ad accaparrarsi un fenomeno generazionale come Patrick Mahomes. La sua grandezza è così incommensurabile che il suo nome, malgrado la marginalità della disciplina, è diventato mainstream pure in Italia. Domenica, però, potremmo essere testimoni di una sua nuova versione, finalmente umana. Durante lo scorso fine settimana, Mahomes ha rimediato una distorsione alla caviglia che in circostanze normali confinerebbe un giocatore a bordocampo almeno per un mese. Ci giocherà sopra.

   

Dal 2018, l’anno in cui sono state consegnate a Mahomes le redini dell’attacco di Kansas City, la loro egemonia è stata funestata da una sola squadra. Anzi, da un solo giocatore: Joe Burrow, il quarterback dei Cincinnati Bengals. Negli ultimi dodici mesi Kansas City e Cincinnati si sono scontrate in tre occasioni e i Bengals l’hanno spuntata ogni volta. Ora ci si può riferire a loro come kryptonite dei Chiefs.

  

In soli tre anni Burrow ha obbligato la propria franchigia a sottoporsi a una vera e propria rivoluzione culturale portata avanti a sua immagine e somiglianza. Cincinnati ha condannato i propri tifosi a un digiuno di vittorie ai playoff di ben trentun anni, dal 1990 al 2021. Dallo scorso gennaio di partite in postseason ne hanno vinte ben cinque, arrivando a un nonnulla dal trionfo al Super Bowl. Nell’anno precedente all’arrivo di Burrow, il 2019, hanno vinto solamente due partite su sedici. Ora si trovano a una vittoria di distanza dal secondo Super Bowl in dodici mesi.

 

Se si parla di Joe Burrow l’unica comparazione appropriata coinvolge Tom Brady. Certo, confrontando i palmares il paragone cadrebbe all’istante, ma se lo si guarda giocare si appurerà piuttosto in fretta quanto appropriato sia inserirlo nella stessa frase. Burrow, molto semplicemente, è immune all’errore. A differenza di Mahomes, non è la spettacolarità a incantarci, ma una consistenza che ricorda molto da vicino quella che ha permesso a Brady di diventare il più grande di tutti i tempi.

 

I Bengals, però, non si sono elevati a bestia nera dei Chiefs esclusivamente grazie a Burrow. Lou Anarumo, sottovalutato defensive coordinator, è riuscito puntualmente a neutralizzare Mahomes con scelte schematiche originali ed efficaci. Invece che mandare quanta più gente possibile a portare pressione a Mahomes, Anarumo ha deciso di sovraffollare il centro del campo con giocatori sufficientemente agili per correre insieme ai velocisti di Kansas City. Gli apparentemente invincibili Chiefs sono terrorizzati da questa squadra che sta riuscendo a batterli sistematicamente.

 

Per una volta, quindi, i Kansas City Chiefs si approcceranno a una gara senza godere dei favori del pronostico. Una sconfitta con Mahomes presumibilmente a mezzo servizio sarebbe assolutamente accettabile. Un anno fa i Bengals ci avevano tolto le parole di bocca prendendo lo scalpo ai primi della classe. Ora invece sono sostanzialmente obbligati a vincere per dare continuità a quanto iniziato l’anno scorso.

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