PUBBLICITÁ

dialoghi mondiali / 24

Argentina vs Croazia, Messi vs Modric e la sfida tra due scuole di pensiero

Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore

La partita di questa sera è irruenza contro calma, fiammate contro compattezza, talento individuale contro collettivo. Ecco la prima semifinale di un Mondiale che ci ha mostrato anche i campioni di cui parleremo per il prossimo decennio. E una nuova teoria del complotto

PUBBLICITÁ

Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.


  

PUBBLICITÁ

Giuseppe. Caro Fulvio, ti sottopongo un dibattito che ho letto sui social ieri: dopo l'uscita di scena di Ronaldo, non c'è dubbio che il vincitore finale della loro quindicennale rivalità sia Messi, indipendentemente da come andrà a finire questo Mondiale. Messi ha scritto per sé un gran finale con un piccolo aiuto dai suoi amici (parafrasando i Beatles), mentre Ronaldo è uscito da solo dal campo, senza nemmeno degnare di uno sguardo i compagni. Detto che per me è terribilmente noioso ridurre il calcio a una faccenda esclusiva tra Messi e Ronaldo nel 2022, che ne pensi?

PUBBLICITÁ

 

Fulvio. Proverei a uscirne: Messi e Ronaldo sono stati entrambi grandi protagonisti del loro tempo. Messi giocherà ancora questo Mondiale e Ronaldo no, ma è anche vero che è più facile quando giochi per l'Argentina e non per il Portogallo. Però un personaggio pieno di contrasti come CR7 è quello che esce dal campo in lacrime senza tenere in considerazione il resto della squadra, ma anche quello che nell'Europeo vinto fa l'allenatore aggiunto perché infortunato. Se devo scegliere un'immagine della sua carriera, scelgo proprio quella danza con Santos nella finale di Parigi. Viva loro, ma questo è il Mondiale che ci ha mostrato anche i campioni di cui parleremo per il prossimo decennio, anche.

  

Giuseppe. Sicuramente. Uno di quelli che mi ha più impressionato, nonostante la sua uscita prematura, è Musiala. Julian Alvarez sarà il centravanti dell'Argentina per i prossimi 10 anni, e Guardiola dovrà escogitare un modo per farlo coesistere con Haaland, perché così è davvero uno spreco. Visto nella comfort-zone della difesa croata, Gvardiol sembra già il centrale più forte del mondo. Dei francesi si sa già tutto; sono un po' più freddo su Bellingham, diffidente come sono rispetto all'anglofilia dilagante sui nostri media.

  

PUBBLICITÁ

Fulvio. Su Bellingham non ti seguo. Credo sia davvero un fenomeno e, cosa non da poco, è veramente giovane e in grado di coprire ogni ruolo. Non sono sospettabile, per ragioni politiche, di anglofilia, quindi con me caschi male. Ma è davvero un giocatore che mi ha impressionato, ha una bella storia e mi pare anche la testa parecchio sulle spalle. Certo, gli inglesi sono fomentati perché cercano un idolo nuovo, però stavolta hanno ragione. Un po' meno giovane (perché io i ventiduenni a differenza della narrazione italiana del calcio e della gioventù) perché ha ventidue anni, ma ugualmente impressionante è stato Azzedine Ounahi, del Marocco: viene dalla C francese, Luis Enrique quando l’ha visto ha chiesto pubblicamente “e quello da dove viene”, ma credo che andrà lontano. Ma oggi, intanto, succede qualcosa...

PUBBLICITÁ

 

Giuseppe. Oggi c'è una guerra stellare tra due fuoriclasse al tramonto con le stesse iniziali, lo stesso numero di maglia e la fascia da capitano al braccio: LM10 contro LM10. Sono al tramonto, ma esistono tramonti bellissimi. Non è retorica se scrivo che non so davvero per chi tifare: mi scoccerebbe un po' assistere alla stessa finale di 4 anni fa, ho bisogno fisiologico ogni tanto di testimoniare a una storia di calcio a lieto fine, quindi simpatizzo un pochino di più per l'Argentina. Ma per me, seppur di poco, è favorita la Croazia: più compatta, più furba, meno umorale degli argentini che anche contro l'Olanda hanno seriamente rischiato di mangiarsi la qualificazione.

PUBBLICITÁ

 

Fulvio. Il cuore, non devo spiegare di nuovo il perché, mi dice Croazia. E andasse in finale sarebbe la testimonianza che il calcio è fatto anche di continuità e compattezza. Sono stati belli, finora. Senza attacco, ma belli da vedere. E poi sono dei maratoneti, quindi credo che anche oggi possano puntare ai rigori (anche perché un altro gol di Petkovic lo escludo). Però secondo me è favorita l’Argentina: ha più irruenza, voglia, anche la reazione alla vittoria sull’Olanda ai rigori testimonia la presenza di molto sangue, in quel gruppo. A pensarci bene è irruenza contro calma, fiammate contro compattezza, talento individuale contro collettivo. Mi intrigano sempre gli scontri tra scuole di pensiero, anche se in questo caso le scuole di pensiero sono nate in modo spontaneo e sì, se la Croazia avesse Messi e l’Argentina avesse Modric si sarebbero invertiti i ruoli. Comandano loro, godiamoceli ancora un po’.

 

Giuseppe. Volendo invece andare oltre il solito duello Messi-Modric, penso che Lautaro Martinez sia uscito da uno dei suoi classici tunnel psicologici che i tifosi interisti conoscono bene: con il rigore segnato all'Olanda è di nuovo tornato connesso a questo Mondiale e, anche se dovrebbe partire riserva, in caso di partita bloccata potrebbe essere lui l'uomo decisivo. Nella Croazia, al di là dei soliti noti (per esempio, Perisic giocherà certamente una grande partita), mi sentirei di puntare su Kramaric, giocatore velenoso e molto sacrificato dall'impianto di gioco di Dalic. In bocca al lupo anche a Orsato, quinto arbitro italiano a dirigere una semifinale Mondiale dopo Barlassina 1934, Orlandini 1954, Lo Bello 1966 e Agnolin 1986: l'Argentina di recente ha dato parecchi pensieri a livello disciplinare, lui dovrà evitare di andare in barca dal 60' in avanti come accaduto all'espertissimo Lahoz.

 

Fulvio. Mi stai dando un assist incredibile (poi, giuro, torno a parlare di campo): quando in qualche big match del campionato italiano viene designato Orsato si agitano subito gli spettri, si parte con il complotto, gli si assegna una giacchetta. Ricordo anche quando si parlava del fratello tifoso sfegatato della Juve (come fosse vietato essere il fratello di un arbitro e tifoso di una squadra. Poi, tra l'altro, era il cugino) e mille altre teorie che nemmeno i terrapiattisti. Insomma, se un alieno va in un'emeroteca e legge i giornali degli ultimi anni pensa che Orsato sia un venduto, scarso e messo lì dal potere. Se il fratello (o il cugino) di questo alieno atterra in Qatar scopre che viene considerato tra i migliori del mondo. Forse dovremmo smetterla di parlare di arbitri (dirai: ma come, ne hai appena parlato tu!) per capire che il vero problema sono i calciopiattisti. Dai, torniamo alla partita.

 

Giuseppe. Mi affascina questa chiave di lettura che vuole la Croazia ben felice di arrivare ancora una volta ai supplementari e ai rigori, avendoci vinto 4 volte su 4. Sembra lo stesso ragionamento portato avanti dall'Argentina nel 1990, quando Goycochea sembrava invincibile. Ho anche visto un video che paragonava il rigore in souplesse di Messi contro l'Olanda a quello segnato da Maradona a Zenga al San Paolo, senza nemmeno guardare il pallone. Tutte queste righe per ribadire l'importanza degli stati d'animo all'interno di una partita così tesa e incerta, che entrambe le squadre giocheranno con un peso supplementare legato al risultato di Croazia-Brasile. L'Argentina penserà: che occasione, una semifinale Mondiale in cui siamo favoriti. E la Croazia penserà: dopo aver eliminato il Brasile, non possiamo uscire proprio ora. Altro che partita a scacchi tra Messi e Ronaldo...

 

Fulvio. Secondo me la Croazia pensa: una finale, anche nel caso quella bruttissima per il terzo posto, ce la siamo garantiti, quattro anni dopo la finale in Russia; quindi abbiamo dimostrato di essere tra i più forti del mondo, quando in pochi credevano in noi, quindi da questo momento qualsiasi cosa è bella. Se dobbiamo leggerla in chiave psicologica il peso è sull'Argentina, che deve vincere altrimenti ha bruciato una grande opportunità. E sì, non essere spaventata dai supplementari e i rigori è una chiave che dà invece dei vantaggi alla Croazia, invece. Sai perché la stiamo mettendo moltissimo sulla psicologia? Perché le semifinali dei Mondiali si giocano molto su quello, sulla tenuta mentale, sulla capacità di resistere a qualsiasi cosa accada. Se ci pensi, anche ai quarti è andata così: non c'è niente di tecnico nella rimonta della Croazia e niente di tecnico nell'Argentina che resta in piedi dopo la rimonta quasi beffarda dell'Olanda. Me la vedo con Crepet, questa partita.

 

Giuseppe. Sì, è più la Francia che ti obbliga a pensare al calcio dal punto di vista tecnico-tattico (perdendo quasi sempre). L'Argentina è volubile qual piuma al vento, come tutte le squadre contraddistinte da un uomo-franchigia che catalizza tutte le attenzioni interne e avversarie. L'Argentina però da questo punto di vista ha un precedente più che illustre: la finale 1986, quando Beckenbauer sacrificò il suo uomo migliore (Matthaeus) a uomo su Maradona, obbligando l'Albiceleste a dover estrarre il meglio anche dagli altri 10: e ce la fecero, con Valdano e Burruchaga, il che dopo quasi 40 anni dovrebbe un po' ingentilire il ricordo di quell'Argentina passata alla storia come una congrega di scarponi al servizio di Diego.

 

Fulvio. A proposito di Valdano. In questi giorni sta rilasciando molte interviste e io sono della linea che ogni volta che c'è un'intervista di Valdano, va letta. O anche i suoi editoriali, qualunque sua idea. Su Messi sta puntando molto, dice che sta mostrando l’essenza del calcio, è più connesso che mai con il suo popolo e sta mostrando il carattere che ha sempre avuto. In sintesi dice che "sta facendo il Maradona della situazione". E proprio sulla finale dell'86 ha raccontato di come Bilardo riunì tutti lasciando Maradona fuori dalla stanza per dire "date palla a Maradona e se la vede lui", perché del genio dei campioni bisogna saper abusare. Può essere una chiave per la partita di oggi, se Scaloni dovesse decidere di fare come Bilardo e Messi come Diego (lo so, sto di nuovo parlando dei due contemporaneamente, ma è inevitabile, è una questione genetica della nazionale argentina). Però torno sulla Francia, che invece gioca domani: sono curioso di vedere una squadra con mille opzioni alle prese con il Marocco che gioca per smontarle tutte. Sarà una sfida enorme anche quella, ma del resto stiamo parlando delle semifinali, non possiamo certo aspettarci dettagli di secondo piano.

 

Giuseppe. La logica direbbe 3-0 per la Francia, ma è la stessa che prevedeva larghe vittorie di Spagna e Portogallo. Molto dipenderà dalla tenuta difensiva del Marocco, che ha tre titolari su quattro infortunati o giù di lì: fiato sospeso per le condizioni di capitan Saiss, uscito in barella al 60' di Marocco-Portogallo per un problema muscolare. Un altro problema è che il giro-palla della Spagna o quello più veloce ma ugualmente monocorde del Portogallo sono stati stili di gioco ideali per il Marocco, ma la Francia invece ha mille armi e non escludo nemmeno che a un certo punto, per stanare il Marocco e sciogliere le briglie a Mbappé, possano mettersi a giocare al gatto col topo. Mi sbilancio: se il Marocco eliminasse la Francia sarebbe la più grande impresa della storia dei Mondiali di calcio e forse dell'intera storia del calcio, o quantomeno a livello Leicester 2016.

 

Fulvio. In questi giorni, a proposito del Marocco, mi ha affascinato la vicenda di Ziyech, che praticamente era diventato un reietto della Nazionale. Tutto era partita dal rigore sbagliato al 96’ contro il Benin che era costata l’eliminazione della Coppa d’Africa del 2019, ma ancora peggio era andata con il c.t. Vahid Halilhodzic, che non lo convocava, ci litigava, si scontrava, lo accusava di non volersi allenare, di trovare scuse, fargli fare quasi una visita fiscale. E alla fine, però, ha vinto la pressione del popolo marocchino e anche del governo, sedotto dalla volontà popolare e dalle elezioni, Halilhodzic è stato mandato via e ora, per questo, il Marocco si trova in campo uno Ziyech che è un altro trascinatore e un allenatore fino a ora perfetto come Regragui. Guarda il calcio, a volte.

 

Giuseppe. Siamo entrati nell'ultima settimana di Mondiale e non abbiamo ancora riflettuto sulla portata storica di questa edizione: in un'ideale classifica dei Mondiali più belli della nostra vita, dove si piazzerebbe Qatar 2022? Dopo Francia 1998, certamente, ma molto prima di Sudafrica 2010 o Corea-Giappone 2002. Mai come questa volta, saranno decisive le tre partite finali.

 

Fulvio. C’è sicuramente una cosa nuova: i Mondiali d’inverno sono un’anomalia, ma anche qualcosa che permette ai giocatori di arrivare “caldi” e forse in campo si sta vedendo. Anche tra i calciatori si sta diffondendo l’idea che questa formula non sia male, ma credo si rischi poi con le nazioni in cui fa freddo, perché con il Qatar si sono accorti tardi che d’estate avrebbe avuto temperature improponibili. Facciamo che nei prossimi giorni ne parliamo, però questo Mondiale mi sta piacendo molto. Ho solo paura a dare ragione a Infantino, che non può averla in quanto Infantino.

  

Giuseppe. Temo di avere il tuo stesso timore.

 

Fulvio. Vediamo le semifinali. Poi ne parliamo.

PUBBLICITÁ