Foto di Alessandro Davolio per gentile concessione di NOVA Eroica Prosecco Hills  

veneto a pedali

La bicicletta è un romanzo collinare. L'Eroica nelle terre del prosecco

Giovanni Battistuzzi

Tra Conegliano e Valdobbiadene il primo maggio 2022 si correrà la NOVA Eroica Prosecco Hills. Perché è una occasione da non perdere per il territorio (e non solo per farsi una pedalata)

C’è una celeste corrispondenza di amorosi sensi che lega la bicicletta alla collina. Come fosse un richiamo, un’unione inevitabile, qualcosa a cui non ci si può sottrarre. 

Un’attrazione fisica, perché dalla fisica parte. Pedalare vuol dire muoversi e il movimento genera calore. La bici è un flusso d’aria calda, subisce naturalmente una spinta verso l’alto. La bici è un mezzo d’esplorazione, genera curiosità. E il massimo è spingersi a osservare ciò che ci è precluso alla vista, ciò che sta al di là delle prime alture che ci bloccano l’orizzonte. La bicicletta è nata in pianura, per questo “soffre” di questa affascinazione, per questo attrae chi la spinge verso la salita, soprattutto quella breve, alla portata di tutti. È così da sempre, da quando le biciclette si chiamavano velocipedi e i primi ciclisti erano “pionieri”. È così ancora.

 

È strana la dimensione temporale della bicicletta. Passato, presente, futuro vivono in un tempo condiviso. Sarà che questo mezzo di trasporto non è poi cambiato così tanto; sarà che il movimento che genera movimento, il muovere i pedali, non è cambiato affatto; sarà che pedalare produce endorfine e le endorfine favoriscono il pensiero creativo. Oppure sarà solo che la velocità è contenuta, il presente si dilata, toglie di mezzo le incombenze future e i rimpianti passati e tutto scorre a misura d’occhio, fa in modo che tutto diventi più vicino, meno stressante. Com’è la collina, abbastanza lontana dai tempi nevrotici della pianura e abbastanza gentile da non imporre i suoi di tempi come la montagna. Com’è stato per L’Eroica quando Giancarlo Brocci l’ha fatta nascere, prendendosi la responsabilità di unire passato e presente della bicicletta e rendere tutto ciò un volano per il futuro.

Non poteva che nascere che in collina L’Eroica. E non poteva che raggiungere altre colline, unirle in un’unica pedalata che si potesse dilatare sino a occupare un giorno interno, per rispettare il tempo di ognuno.

È partita dal Chianti, ha raggiunto quattro continenti, ha unito ciclismi diversi, facendoli pedalare lungo colli così differenti da essere in realtà la stessa cosa, perché animati e mossi da un filo rosso comune, quello dei filari di viti che decorano i loro clivi.

Un filo che raggiungerà dal primo maggio 2022 anche quell’arco collinare che unisce Conegliano a Valdobbiadene, che l’Unesco ha reso Patrimonio dell’Umanità con la NOVA Eroica Prosecco Hills. Filo bianco in questo caso, come il Prosecco. E come quegli sterrati che, lontano dagli occhi affrettati di chi scorre sulle strade alla sinistra della Piave, continuano a segnare, come rughe, il panorama di queste zone.

È anche questo che unisce la bici al vino: la capacità di condividere davvero l’alterità dal tran tran quotidiano, di immergersi realmente in una lontananza dall’asfalto, attraversare la polvere, fare i conti con l’erba e con il fango.

Foto di Alessandro Davolio per gentile concessione di NOVA Eroica Prosecco Hills  
 

Le biciclette scorrazzeranno per un giorno tra le colline che dal coneglianese raggiungono Valdobbiadene, tutte anche quelle che fanno da antipasto da quelle che sono finite in filmati e foto diffuse in tutto il mondo. Come lo fanno ogni giorno dell’anno, perché nella sponda sinistra della Piave la passione per questo mezzo è ancora vivissima, attraente.

Goffredo Parise, sul finire degli anni Settanta in una conferenza a Treviso sulla letteratura veneta, disse che “il motivo principale che mi ha fatto decidere di abbandonare le città è che le città hanno smesso di incuriosire. E per scrivere è necessario mantenere in vita la nostra naturale tendenza alla curiosità”. Parise aveva scelto la pianura per vivere, ma si dirigeva verso la collina “perché è nel muoversi in su e giù delle increspature della terra che ci viene voglia di andare oltre, vedere un po’ più in là”.

E questo voler vedere più in là è quello che dovrebbe muovere anche questo territorio, in modo da rendersi ancor più in sintonia con le biciclette, uniche sonde capaci davvero di attraversarlo e permettere di godere della sua bellezza.

Foto di Alessandro Davolio per gentile concessione di NOVA Eroica Prosecco Hills  
 

“Con Nova Eroica l'area del Prosecco seguirà l'evoluzione del Chianti che prima de L'Eroica era solo un vino. L'evento di Gaiole ha consentito di modificare la percezione in un vero e proprio territorio da vivere. Dunque Nova Eroica favorirà la crescita delle colline del Prosecco sotto tutela Unesco in un territorio da godere anche in bicicletta”, ha notato Giancarlo Brocci.

E ha ragione.

È un’opportunità da non perdere la bicicletta. L’opportunità di esplorare davvero il territorio, unire cibo e vino a quelle piccole e continue e sparpagliate bellezze che il territorio offre e che l’uomo ha lasciato tra i colli quasi a dimostrare che la grazia è anche adattamento al territorio e che l’affascinazione ti può cogliere in qualsiasi momento, anche svoltando da una curva in salita. Tra Conegliano e Valdobbiadene, partendo da Susegana, da Borgoluce, si incontrano torri e castelli e vitigni abbarbicati su colline verticali, chiesette medievali nascoste dal presente e mulini che il tempo ha dimenticato.

Sono una bella scoperta queste colline. Soprattutto nel bicchiere. Anche oltre il Prosecco.

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