(Ansa)

La lettera anonima

Il fumoso ritorno della Superlega. Un'arma politica contro Uefa (e Psg)

Ruggiero Montenegro

Dalla Spagna riprende quota l'idea del super campionato europeo, sfumato lo scorso aprile dopo 48 ore dalla svolta. Il progetto, secondo i media iberici, non sembra però archiviato. Ma dietro potrebbe esserci altro

Certe volte ritornano. O forse non se ne erano mai andati. Forse il progetto della Superlega, nonostante smentite e ritirate, non è mai stato davvero accantonato. E ora rieccolo, dopo che il mese scorso il giudice Manuel Ruiz de Lara, del tribunale di Madrid, aveva imposto di ritirare definitivamente le sanzioni (in un primo momento solo sospese) contro le squadre ribelli. Ad aprile il tentativo di 12 club di affrancarsi dalla massima competizione Uefa era durato solo 48 ore, ora viene rilanciato sulla base di un nuovo format e di alcuni aggiustamenti.

La notizia arriva dalla Spagna, la riporta Marca, pubblicando una lettera, non firmata e al momento senza “rivendicazioni”, dal titolo: “Ripensare il futuro del calcio nell'Unione europea”. In questa si chiariscono gli intenti del progetto, insieme ad accuse anche pesanti all'Uefa e a presunti rapporti poco chiari con la dirigenze di alcune squadre. E il fatto che Juventus, Barcellona e Real Madrid, non abbiamo mai comunicato di aver archiviato la prospettiva, è forse più di un indizio su chi potrebbe esserci dietro questa nuova mossa. La Superlega sarebbe dunque tutt'altro che finita.

 

Il progetto annunciato ad aprile è stato manifestamente frainteso”, si legge nel documento, che poi passa in rassegna tutte le criticità, le ragioni per cui il calcio europeo è in declino, e le responsabilità dell'Uefa. E dopo aver sottolineato che la nuova competizione non avrà membri permamenti ma canali di qualificazione basati sul merito (uno dei punti che ad aprile aveva suscitato le proteste più vigorose), spiega anche come e su quali basi dovrebbe essere organizzato il nuovo torneo. "L'attuale Champions League non è cambiata in quasi 30 anni ed è diventata rigida e noiosa”, è il primo atto d'accusa verso l'ente regolatore del calcio del vecchio continente. E in questo senso la Superlega sarebbe proprio “il riconoscimento di un sistema che si è rotto”.

Anche perché, “l'Uefa rappresenta il governo calcistico auto-costituito nell'Ue, mentre è un'associazione privata svizzera disciplinata dal diritto svizzero e soggetta al TAS (un tribunale arbitrale al di fuori del controllo della Corte di giustizia europea) in materia sportiva". Un modo per sottolineare le ambiguità del principale organo calcistico europeo, che si muove come ente regolatore ma anche come operatore commerciale. Un concetto più volte espresso sia dal presidente del Real Madrid Florentino Perez che da quello della Juventus Andrea Agnelli, sottolineando inoltre come l'Uefa agisca in un regime di monopolio in cui gestisce risorse e dividendi, mentre i club incassano sempre meno, con bilanci non più sostenibili, a maggior ragione dopo la pandemia.

 

Scorrendo ancora il documento le accuse si fanno ben più gravi, arrivando a mettere in discussione l'autonomia della stessa Uefa e i rapporti poco limpidi con i dirigenti di alcuni club: “La UEFA ha stretti legami con alcuni proprietari di club che provengono da stati non membri che sono sponsor di determinate competizioni e club, nonché acquirenti dei diritti audiovisivi per i tornei gestiti dalla Uefa e che fanno parte dell'European Club Association senza alcun processo elettorale trasparente”. Pur non citandolo, il riferimento è chiaramente al Psg e al suo proprietario Nasser Al-Khelaïfi, successore di Agnelli alla presidenza dell'Eca e protagonista anche questa estate di spese folli, in barba all'ormai presunto fair play finanziario.

Se le accuse e il bersaglio sono chiari, risulta però meno facile capire quali siano le reali intenzioni dei “ribelli”: in primo luogo perché questo nuovo rilancio è avvenuto in forma anonima e poi perché, ancora una volta, la proposta che ne viene fuori è assai fumosa. Tanto che, al momento, più che la volontà reale di rilanciare un progetto o riformare il calcio, la lettera di questa notte pare più uno strumento di pressione politica, una strategia da parte di alcuni club che nell'ultimo decennio hanno visto scalfita la propria leadership dall'arrivo degli sceicchi e dalla crescita, economica e sportiva, del calcio inglese. Un modo, insomma, per scardinare e ridiscutere il potere dell'Uefa, mettere ancora una volta in dubbio il ruolo del presidente Ceferin, e acquisire spazio a livello di governance, dalla gestione dei processi, dei calendari e dei tornei, fino ai diritti tv. 

 

I 10 punti della lettera

1- La Superlega non romperà l'ordine stabilito e il club non abbandoneranno i campionati nazionali

2 - Viene eliminato il concetto di "membri permanenti"

3 - La Superlega è il riconoscimento di un sistema che è rotto.

4 - I ruoli della Uefa creano conflitti strutturali.

5 - La Uefa ha stretto legami con alcuni proprietari di club in Stati che non sono membri.

6 - Al momento c'è la mancanza di partite di alto livello

7 - Il controllo finanziario non è adeguato

8 - Mancanza di trasparenza in materia contabile e di solidarietà tra club

9 - L'Unione Europea sta perdendo il controllo sul calcio

10 - I club delle grandi città situati in stati più piccoli non possono competere nell'attuale modello Uefa

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