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Che stress ritornare. Bagni e aperitivi al tramonto non sono bastati: ci vuole una vacanza

Annalena Benini

Prima il rientro era l’apoteosi dell’abbronzatura e degli occhi lucenti. Oggi è tutto un raffreddore e occhi lucidi.

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E quindi che bello tornare dalle vacanze, già infelici ma per un po’ baciati dal sole, dal mare, dalla montagna, dal riposo, dagli aperitivi al tramonto. Per tutto l’anno, a partire da gennaio, abbiamo accarezzato questo momento di apoteosi fisica e mentale (ma soprattutto fisica), abbiamo detto a chiunque: eh, adesso mi trovi così, un po’ distrutta, con gli occhi gonfi, ma è perché non sono ancora partita per le vacanze, poi vedrai. Poi vedrai che bellezza, con tutto lo iodio, con tutte quelle passeggiate, nuotate, con quel tempo vuoto, ma non solo vuoto, anche pieno di calma, di paesaggi, di calamari freschi, di conversazioni finalmente autentiche con i pescatori. I pescatori però, giustamente, hanno da lavorare, non è che si mettono a parlare con te, ma non importa perché c’è lo iodio. Ecco, lo iodio. Lo iodio, per chi è stato al mare, è importante. Lo iodio è il garante non solo della bellezza, della levigatezza, degli occhi che splendono, ma anche del buonumore, delle energie che ritornano e fanno fare pensieri strani. Tipo: ma se resto qui? Com’è quest’isola greca d’inverno? E’ greca: questa è la risposta più assennata che si possa ottenere. Com’è questa vita in mutande, in costume, scalzi, in maglietta, questa vita in cui le notizie arrivano attutite dallo iodio e da una pelle splendida, però va bene, adesso torniamo a casa, è anche giusto che il resto del mondo possa ammirare i segni di questo famoso, anzi miracoloso, iodio (al posto dello iodio, se siete stati in montagna, potete mettere qualcos’altro, qualcosa che a me non viene in mente ma che sicuramente ci sarà: l’aria buona, le stelle alpine, la polenta). 

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E quindi che bello tornare dalle vacanze, già infelici ma per un po’ baciati dal sole, dal mare, dalla montagna, dal riposo, dagli aperitivi al tramonto. Per tutto l’anno, a partire da gennaio, abbiamo accarezzato questo momento di apoteosi fisica e mentale (ma soprattutto fisica), abbiamo detto a chiunque: eh, adesso mi trovi così, un po’ distrutta, con gli occhi gonfi, ma è perché non sono ancora partita per le vacanze, poi vedrai. Poi vedrai che bellezza, con tutto lo iodio, con tutte quelle passeggiate, nuotate, con quel tempo vuoto, ma non solo vuoto, anche pieno di calma, di paesaggi, di calamari freschi, di conversazioni finalmente autentiche con i pescatori. I pescatori però, giustamente, hanno da lavorare, non è che si mettono a parlare con te, ma non importa perché c’è lo iodio. Ecco, lo iodio. Lo iodio, per chi è stato al mare, è importante. Lo iodio è il garante non solo della bellezza, della levigatezza, degli occhi che splendono, ma anche del buonumore, delle energie che ritornano e fanno fare pensieri strani. Tipo: ma se resto qui? Com’è quest’isola greca d’inverno? E’ greca: questa è la risposta più assennata che si possa ottenere. Com’è questa vita in mutande, in costume, scalzi, in maglietta, questa vita in cui le notizie arrivano attutite dallo iodio e da una pelle splendida, però va bene, adesso torniamo a casa, è anche giusto che il resto del mondo possa ammirare i segni di questo famoso, anzi miracoloso, iodio (al posto dello iodio, se siete stati in montagna, potete mettere qualcos’altro, qualcosa che a me non viene in mente ma che sicuramente ci sarà: l’aria buona, le stelle alpine, la polenta). 

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E quindi che bello tornare dalle vacanze nel momento dell’apoteosi dello iodio. Peccato solo per i traghetti con l’aria condizionata a meno venticinque gradi, per i porti con quarantotto gradi all’ombra, ma tanto l’ombra non esiste, per gli sbalzi di temperatura che si collocano tra il circolo polare artico e i tropici a una velocità tale che è impossibile anche solo avere il tempo di cercare una sciarpa in valigia: l’ibernazione è già avvenuta, ma fra cinque minuti il ghiacciaio che mi è cresciuto sulla testa si scioglierà al sole e si trasformerà in sudore. Comunque c’è lo iodio che ci protegge, quindi potete anche calpestarmi, rubarmi la valigia, gettarmi in mare dalla nave, sottrarmi il taxi con l’inganno, ritardare il volo di cinque ore e io sarò sempre bellissima, rilassata, forte e gentile con questo iodio che è come lo scudo gigante di Kratos di “God of War”, l’eroe di mio figlio. Le amiche infatti lo iodio se lo procurano anche in pillole, e quindi anch’io lo voglio, ne voglio tantissimo soprattutto in novembre. Parlo solo di iodio, penso allo iodio, mi sento invincibile con tutto questo iodio, non mi accorgo neanche che ancora sto aspettando il taxi e già mi sto spellando. Gli occhi sono lucenti, in effetti, ma perché mi bruciano e lacrimano. Non può essere, sto benissimo, sono appena tornata dalle vacanze, questo è il mio momento. 

Saluto tutti, aspetto che mi dicano: ma come stai bene. Non me lo dice nessuno. Sarà per invidia (è buffo quante cose attribuiamo, fiduciosi, all’invidia degli altri. L’idraulico non risponde alle mie chiamate, perché? Ma perché è invidioso! Ma di che cosa? Del water rotto? La parrucchiera mi ha tagliato malissimo i capelli. Perché era invidiosa delle mie doppie punte. Quella mia amica ha fatto una festa e non mi ha invitato. Perché è invidiosa di tutto lo iodio che mi abbraccia). Insomma per qualche giorno mi convinco che sto una favola e che tutti mi invidiano, anche ai primi colpi di tosse. Perché lo iodio comunque depura, quindi è ovvio che bisogna tossire. La notte ho un po’ di brividi, dormo male, mi sveglio con le occhiaie, l’umore sta vertiginosamente calando, i capelli sembrano fatti di paglia e li odio. Mi dico che dovevo restare dentro quello iodio magico molto più a lungo, ripeto a tutti che quindici giorni di vacanza sono una miseria, che voglio cambiare la mia vita, che l’estate prossima gliela farò vedere io (a chi? Non si sa), che i benefici dello iodio hanno bisogno di più tempo per sedimentare, ma che comunque mi sento abbastanza protetta per tutto l’inverno. A un certo punto, sto parlando di quanto è sana la vita di mare, perché non parlo d’altro, vengo presa da un attacco di starnuti. L’attacco dura cinque minuti in cui le persone mi guardano perplesse, ma non osano dire nulla: solo si allontanano un po’, dicono che sono stanche, non sarà ora di andare a dormire? Ma no, rimaniamo qui, parliamo ancora un po’ delle nostre vacanze, di questa pelle splendida. Nessuno, nel frattempo, ha ancora detto quanto sto bene, quanto mi ha fatto bene la Grecia. L’invidia è una brutta bestia. 

La mattina dopo sono uno straccio e mia figlia mi dice: mamma, ma che hai, stai male? Hai una faccia spaventosa. Ma come spaventosa, ma come ti permetti, ma con tutti i bagni che ho fatto, con tutti i tramonti, la testa fuori dal finestrino dell’auto per prendere tutta l’aria della Grecia, la finestra spalancata la notte perché anche il Meltemi fa benissimo alle difese immunitarie, anche i bagni di sabbia, di sassi, di sterpi, di rovi, ho fatto tutto il necessario, ho anche guardato intensamente la Luna e le ho parlato di me, ho chiesto notizie all’oracolo di Delfi, ho camminato nel vento, ho abbracciato la natura: non posso avere già questo cazzo di raffreddore! Infatti ho questo enorme raffreddore, sono appena tornata, ho ancora la sabbia nelle scarpe e ho anche l’enorme raffreddore, mentre mio marito ha la tosse (perché fumi!, gli sibilo, ma intanto starnutisco) e mio figlio ha mal di gola. Scusate, ma di voi non mi importa, vi darò le medicine lo stesso ma qui non si tratta di voi, perché voi non avete mai creduto nello iodio. Voi avete sempre snobbato lo iodio, avete fatto anche meno bagni di me e nessun rito propiziatorio, non siete stati praticamente mai al sole e non avete passato il tempo a gratificare il mondo circostante, a dire: quanto si sta bene, ma che meraviglia, ma ti rendi conto, quindi ve li siete meritati, la tosse e il mal di gola. Ma io? Io ho un raffreddore che non mi lascia parlare, che non mi lascia dormire, che mi ha sfigurato la faccia, le persone mi guardano imbarazzate e pensano che io abbia il covid. Ho i brividi, ho la faccia verde, la voce trasformata, ho gli occhi lucidi, non lucenti, ho tutti i sintomi di una che vive nella brughiera ma che non ha scritto Cime tempestose. 

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Non ho il covid, ho la più grande delusione della mia vita: lo iodio non mi ha protetto. 
Non ho il covid, com’è banale adesso.
Non ho il covid, ho il raffreddore da ritorno.
Prendo tachipirina, vitamina C, aspirina C, brufen, oki, prendo tutto pensando di riuscire a nascondere il raffreddore agli astiosi, agli scettici, a quelli convinti che in vacanza bisogna restare nella città deserta a maledire i turisti, i bagagli, la ressa in aeroporto, i virus nell’aria, lo stress da partenza. Lo stress da partenza io lo provo di continuo, però non voglio ammettere che esista. I miei figli sanno, ad esempio, che mentre preparo le valigie non possono farmi nessuna domanda, non possono chiedermi neanche: dov’è la spazzola? perché “la mamma diventa pazza quando si parte”, ma non è vero, sono i soliti invidiosi e comunque dov’è la spazzola non è una domanda accettabile. Dov’è la spazzola tu a me non lo chiedi, dovevi pensarci prima. Sullo stress da partenza posso arrivare a dire che qualche volta mi ha sfiorato, tipo quando ho sbagliato aeroporto alle sei di mattina e me ne sono accorta ai tabelloni delle partenze, ma lo stress da ritorno mai e poi mai. La malinconia da ritorno, certo, ma sempre compensata da questa pelle splendida e dal colorito sano, dal desiderio di non fare mai più la doccia per non perderlo, dall’idolatria per il vento che arriva dal mare. La malinconia da ritorno ma con lo scudo magico dello iodio.

E invece adesso l’abbronzatura è sostituita dal verdognolo dell’ibuprofene, la crema idratante mi fa venire i brividi di freddo quindi non me la metto e mi si stanno staccando pezzi secchi di corpo, non ho più un naso e la gente mi evita. Non riesco a guarire, non riesco nemmeno a nascondere questo maledetto raffreddore. Uno ieri mi ha detto: mi dispiace vederti così, avresti bisogno di una vacanza, guarda che settembre è il periodo migliore. Non credo abbia capito il motivo per cui sono scappata piangendo, e non lo capirà mai perché per me è morto. Ma non erano lacrime, è sempre il raffreddore. O iodio, o iodio, perché non rendi poi quel che prometti allora? Perché di tanto inganni i figli tuoi? Io parlavo bene di te con tutti, ti amavo davvero. Adesso che sto come in febbraio durante le epidemie di influenza, l’unica spiegazione è che vedo tanti esseri umani traditi proprio come me in ciò che avevano di più caro. Vedo gente abbronzata che starnutisce e dà tutta la colpa all’aereo di ritorno. Vedo gente disfare le valigie e mettersi a letto con la febbre. Vedo la fine dell’estate sui nasi arrossati e sui brividi alle braccia. Vedo i maligni esultare: ve l’avevo detto che era meglio stare a casa. Non voglio cedere all’odio, iodio, e non voglio generalizzare, non voglio rinnegarti. Ma stai seriamente rischiando di venire sostituito nel mio cuore dal paracetamolo.

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