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Altro che Letta & Calenda. La vera fiction di quest’Italia ferragostana la sta scrivendo Totti

Andrea Minuz

Tra Ilary a Sabaudia e Noemi al Circeo, il gossip sulla presunta gravidanza: un western ambientato sul litorale pontina migliore di qualsiasi sceneggaitura

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Prima di tutto Ilary e Totti. Poi Shakira e Piqué, Letta e Calenda, gli strascichi di Johnny Depp, ma anche Dibba e il Movimento che si lasciano in macchina, o Meloni che scarica il fascismo con un video, come quei fidanzati che ti lasciano con un messaggino su WhatsApp. E’ l’estate delle separazioni, dei divorzi e delle abiure. Persino Jennifer Lopez e Ben Affleck fanno le vacanze ognuno per conto suo. Nella campagna elettorale dell’estate più calda di sempre, i colpi di scena della politica rimbalzano sugli specchi del gossip e s’intrecciano l’uno con l’altro. “Ha fatto bene, se sapeva che le cose stavano così doveva andarsene pure prima”, dicevano l’altro giorno i miei vicini di ombrellone con piglio riflessivo e Repubblica sottobraccio. Pensavo fosse Calenda, invece era l’agenda Totti.

 

Le strategie comunicative, del resto, sono più o meno le stesse. Totti che in un video posticcio negava qualsiasi tensione matrimoniale. Calenda che baciava Letta al Nazareno. E poi tutte le proprietà immobiliari da dividere e redistribuire, come le liste e i seggi elettorali da ripartire. Così, mentre Twitter s’appassiona alle geometrie liberali del Terzo polo o s’infervora per Cottarelli e prepara un Ferragosto di grigliate antifasciste, in spiaggia e nelle copertine di Chi si segue casomai l’intricata e ingarbugliata “vicenda Noemi” (anche qui in un gioco di nomi col celeberrimo capitombolo del Cav.). Il paese, come al solito, è spaccato in due. Ci si appassiona a questa vicenda dove tutto si consuma tra i quattro elementi della cosmogonia romana: Roma nord, Roma sud, Sabaudia, il Circeo. Ma che trama! Che plot! Come in un western ambientato sul litorale pontino: Ilary a Sabaudia, Noemi al Circeo. Solo pochi chilometri, ma due mondi opposti: la wilderness delle dune di Sabaudia e la filiale di Roma nord, San Felice Circeo. Totti avvistato in scooterone mentre esce di casa la sera, raggiunge Noemi, poi torna a casa dai figli al mattino. Lei “prelevata da un tender sulla spiaggia e portata al largo su un misterioso yacht”.

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Ilary che si fa i selfie con spleen al tramonto, sfodera bikini aggressivi, incassa gli endorsement di tutte le donne tradite, offese, umiliate. Fino al vagheggiamento assai fantasioso di una possibile gravidanza di Noemi, inevitabile climax di ogni secondo atto, che fa sognare il paese del gossip. I nostri nonni avevano la “guerra dei vulcani”, la celebre querelle cinematografica Rossellini-Magnani: lui che andava a Stromboli a girare un film con la Bergman, la Magnani che si catapultava a Vulcano a farne un altro, solo per allestire meglio la vendetta. Al posto del cinema ora c’è Instagram, ma la storia è sempre quella (e resta casomai il rammarico per tutte le story con la Magnani tradita e inferocita che ci siamo persi). La vera fiction la sta scrivendo Totti, e sta dando lezioni di sceneggiatura agli autori della miniserie di Sky. Si dimostra così, finalmente, quanto deleteria sia la moda corrente dei documentari e delle serie e miniserie fatte in vita, a metà carriera o dopo un po’ di clamore, anziché postume, come si usava una volta. Altro che “Speravo de mori’ prima”. Il bello viene adesso. 

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