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Tutto il resto è Sanità

Paola Bulbarelli

Le donazioni private grandi e piccole e il ruolo degli ospedali e delle associazioni private

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La solidarietà s’è fatta avanti, l’euro (uno) di compenso all’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso è anche quello una bella donazione. Ci sono Fondazione Invernizzi, Esselunga, Silvio Berlusconi, Fondazione Veronesi, Allianz e Sapio. Cui aggiungere i 10 milioni di Remo Ruffini, patron di Moncler destinati al nuovo ospedale alla Fiera: “Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla. E’  un dovere di tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato”.

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La solidarietà s’è fatta avanti, l’euro (uno) di compenso all’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso è anche quello una bella donazione. Ci sono Fondazione Invernizzi, Esselunga, Silvio Berlusconi, Fondazione Veronesi, Allianz e Sapio. Cui aggiungere i 10 milioni di Remo Ruffini, patron di Moncler destinati al nuovo ospedale alla Fiera: “Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla. E’  un dovere di tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato”.

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Mai come ora la Sanità regionale pubblica e quella privata sono diventate vasi comunicanti che si aiutano. Per i prossimi 60 giorni negli ospedali pubblici lombardi verrà impiegato, in modo straordinario, il personale sanitario delle strutture private accreditate come previsto dal decreto legge Cura Italia. Anche l’ospedale Humanitas è in prima linea, Pronto Soccorso e Terapie intensive. All’appello del direttore sanitario di Humanitas, Michele  Lagioia, “per  contenere l’emergenza abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”. ha risposto una importante donazione di Dolce & Gabbana a Humanitas University per uno studio coordinato da Alberto Mantovani,  direttore scientifico di Humanitas, mirato a chiarire le risposte del sistema immunitario al Covid-19 in collaborazione con i virologi Elisa Vicenzi e Massimo Clementi dell’Università Vita-Salute San Raffaele. “Supportare la ricerca scientifica è per noi un dovere morale, speriamo che il nostro contributo possa essere d’aiuto per risolvere questo drammatico problema”, affermano gli stilisti. “Stiamo facendo uno sforzo enorme  creando posti di Terapia intensiva – sottolinea Maurizio Cecconi, direttore di Anestesia e terapie intensive e docente di Humanitas University. Inoltre, l’ateneo dell’ospedale ha avviato in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele e con lo  Spallanzani di Roma uno studio per la messa a punto di interventi diagnostici e terapeutici.

  

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Al Palazzolo-Don Gnocchi di Milano, struttura sanitaria privata non profit che eroga prestazioni e servizi in regime di convenzione, sono state aperte le porte di un nuovo reparto che accoglie i pazienti ritenuti clinicamente guariti dall’infezione, dimessi dagli ospedali ma che hanno ancora bisogno di un supporto clinico ed assistenziale. Gli step compiuti dalla struttura della Don Gnocchi sono stati molto rapidi: il nuovo reparto, 36 letti, ha tutte le caratteristiche richieste ai fini delle necessarie precauzioni di sicurezza a cominciare dall’essere un presidio separato rispetto agli altri già esistenti. L’attività di coordinamento è guidata dalla Centrale unica di dimissione che opera dal Pio Albergo Trivulzio.  “La velocità con la quale è stato riqualificato il reparto mi ha impressionato – ha spiegato Federica Tartarone, direttore sanitario  del Palazzolo-Don Gnocchi, nonché responsabile del nuovo reparto – I collaboratori delle varie funzioni hanno lavorato a ciclo continuo. La cosa che però mi ha commosso è stata la risposta del personale medico e infermieristico che si è candidato volontariamente per far parte delle équipe dedicate a seguire questa tipologia di pazienti”. 

  

Al Trivulzio anche la tecnologia diventa un presidio sanitario. La storica casa di riposo dei milanesi ha attivato da questa settimana  “Videochi… Amiamoci”, il nuovo servizio di videocall gestito direttamente dal personale dell’istituto per favorire e mantenere i contatti fra gli ospiti e le loro famiglie. L’iniziativa, resa possibile grazie all’impegno profuso dai servizi di animazione sociale e di terapia occupazionale dei 17 reparti di Rsa, ha già raccolto un grandissimo consenso fra ospiti e famiglie, andando a smorzare quel  senso di solitudine e di isolamento provato da chi al momento non può ricevere visite.

  

A Bergamo sono arrivati gli alpini con il loro ospedale da campo che sarà installato nell’area dell’Ente Fiera. Duecentocinquanta posti letto che inizieranno a essere operativi nel giro di una settimana. Quella delle penne nere è una struttura di veterani che hanno portato soccorso in tutto il mondo, dal Kosovo della guerra allo Sri Lanka dello tsunami. E, a differenza dei presidi medici dell’Esercito, progettati per curare le ferite dei soldati, quello dell’Associazione nazionale alpini è stato concepito per aiutare le popolazioni in caso di grandi calamità.

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Mentre a Cremona si sta montando l’ospedale da campo appena trasportato dell’ong evangelica americana Samaritan’s Purse: 60 posti letto più otto in rianimazione. nel giro di 48 ore. Pure Emergency risponde alla chiamata. L’ong ospedaliera di guerra ha detto sì alla chiamata del Comune, mettendosi a disposizione per i servizi di supporto alle fasce più svantaggiate della cittadinanza. Un ambulatorio mobile ha girato per le aree periferiche della città. Con tanti soldi o con tanta energia, il sistema lombardo va a mille

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