Poltrona per chi?

Mistero attorno al seggio reso vacante dall'elezione di Gualtieri: il Pd vorrebbe una donna

Marianna Rizzini

C’è la vittoria di Roberto Gualtieri al Comune e il suo corollario: il seggio lasciato libero alla Camera dal neosindaco, il Lazio uno, corrispondente a Roma centro. I centristi vederebbero bene la candidatura di Bentivogli, al Nazareno si pensa a una quota rosa

C’è la vittoria di Roberto Gualtieri al Comune e c’è il corollario della vittoria di Roberto Gualtieri al Comune: il seggio lasciato libero alla Camera dal neosindaco ed ex ministro dell’Economia. La poltrona rischia infatti di essere non per due, come nell’omonimo film, ma per tre o per quattro, se è vero che attorno a quel posto in Parlamento si ragiona da più fronti. Trattasi del collegio Lazio I, zona centro, ed è il seggio vinto proprio da Gualtieri nel marzo del 2020. Un seggio che a questo punto interessa, per diverse ragioni, a varie forze in campo. Dal lato M5s, infatti, si ripresenterebbe l’occasione di far correre il capo politico Giuseppe Conte (vedi il caso delle suppletive a Siena, dove poi ha corso Enrico Letta). Dall’entourage di Conte si smentisce, ma chissà. Intanto c’è la questione Virginia Raggi: la sindaca uscente, infatti, tantopiù dopo l’appoggio dato apertamente da Conte a Gualtieri alla vigilia del voto, potrebbe premere per una scelta in suo favore, visto lo sforzo profuso in una corsa al bis non sostenuta da tutto il M5s.  

E non sarebbe facile la scelta, per il M5s (il neosindaco Gualtieri intanto ha preso le distanze: “Se Conte concorrerà per il mio seggio in Parlamento? Non me ne occupo io di questa cosa. È nelle buone mani del Pd di Enrico Letta”, ha detto). Nel fronte riformista, vista l’ottima prova di Carlo Calenda, dal lato Azione e dal lato Italia Viva si era fatto il nome dell’ex segretario della Fim-Cisl e co-fondatore di Base Italia Marco Bentivogli. Nel Pd, dove il segretario Enrico Letta ha espresso l’intenzione di “tenere assieme tutti quelli che sono stati nostri alleati in queste amministrative”, sono state già fatte varie ipotesi (l’ex segretario Nicola Zingaretti? Il presidente della Fondazione pd Gianni Cuperlo?). Ma da qualche giorno, anche se ufficialmente dal Pd si fa sapere che il dossier non è ancora aperto, circola la voce che la soluzione potrebbe stare nel “mettiamoci una donna”. Non necessariamente una donna in prima linea: qualcuna tra i primi dei non eletti? La portavoce della Conferenza nazionale delle donne pd Cecilia D’Elia? Non ci sono certezze. Il nome ancora non c’è. La questione è però sul tavolo nazionale. E attorno al seggio del neo sindaco c’è già molto rumore, e non per nulla. Intanto Gualtieri oggi si insedia, dopo lo scambio di consegne con Virginia Raggi. 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.