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Clamoroso! Forse entro l’anno riaprono Barberini e Baldo degli Ubaldi

Gianluca De Rosa

Mentre i commercianti chiedono un indennizzo al comune, in commissione capitolina Mobilità si tiene il conto dei collaudi (evitando di fissare una data)

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Roma. Tre stazioni della metro chiuse e un intero quadrante della città – quello nord-ovest – che rischia di andare in tilt. Il 2020 dei trasporti capitolini non è partito benissimo. Come già accaduto nei primi mesi dell’anno scorso, la Capitale si ritrova nello stesso momento senza tre stazioni della metro A. Allora a rimanere isolato fu l’intero centro storico: con la chiusura contemporanea di Spagna, Barberini e Repubblica che resero per qualche giorno il viaggio Flaminio-Termini questione di una sola fermata. Questa volta, invece, alla protratta chiusura di Barberini – che a marzo potrebbe festeggiare un anno, un record ineguagliato persino da Repubblica, rimasta sbarrata 246 giorni – si somma la doppia chiusura delle stazioni Baldo degli Ubaldi e Cornelia, strategiche per un intero quartiere, l’Aurelio, che conta oltre 80mila abitanti. E se il trasporto pubblico si blocca, nella stessa zona, proprio questi giorni, sono partiti i lavori sul manto stradale di via Aurelia con conseguente chiusura di una carreggiata e due corsie, una per senso di marcia, allestite su quella rimasta aperta. Ancora, dopo la doppia chiusura delle estati 2018 e 2019 per la sostituzione dell’illuminazione chiude di nuovo un altro asse fondamentale del quadrante, la galleria Giovanni XXIII, il tunnel di quasi quattro chilometri che collega via della pineta Sacchetti alla Farnesina. Si parte con la chiusure di due mesi e mezzo della “canna nord”, quella in direzione pineta Sacchetti. Altrettanti ne serviranno per la sud. Questa volta, non si toccano le luci, ma si rifarà la strada, la segnaletica e saranno sostituiti i pannelli fotoriflettenti disposti sulle pareti laterali della galleria. Terza chiusura in tre anni dunque. Quando si dice la programmazione… Ma torniamo alle metro.

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Roma. Tre stazioni della metro chiuse e un intero quadrante della città – quello nord-ovest – che rischia di andare in tilt. Il 2020 dei trasporti capitolini non è partito benissimo. Come già accaduto nei primi mesi dell’anno scorso, la Capitale si ritrova nello stesso momento senza tre stazioni della metro A. Allora a rimanere isolato fu l’intero centro storico: con la chiusura contemporanea di Spagna, Barberini e Repubblica che resero per qualche giorno il viaggio Flaminio-Termini questione di una sola fermata. Questa volta, invece, alla protratta chiusura di Barberini – che a marzo potrebbe festeggiare un anno, un record ineguagliato persino da Repubblica, rimasta sbarrata 246 giorni – si somma la doppia chiusura delle stazioni Baldo degli Ubaldi e Cornelia, strategiche per un intero quartiere, l’Aurelio, che conta oltre 80mila abitanti. E se il trasporto pubblico si blocca, nella stessa zona, proprio questi giorni, sono partiti i lavori sul manto stradale di via Aurelia con conseguente chiusura di una carreggiata e due corsie, una per senso di marcia, allestite su quella rimasta aperta. Ancora, dopo la doppia chiusura delle estati 2018 e 2019 per la sostituzione dell’illuminazione chiude di nuovo un altro asse fondamentale del quadrante, la galleria Giovanni XXIII, il tunnel di quasi quattro chilometri che collega via della pineta Sacchetti alla Farnesina. Si parte con la chiusure di due mesi e mezzo della “canna nord”, quella in direzione pineta Sacchetti. Altrettanti ne serviranno per la sud. Questa volta, non si toccano le luci, ma si rifarà la strada, la segnaletica e saranno sostituiti i pannelli fotoriflettenti disposti sulle pareti laterali della galleria. Terza chiusura in tre anni dunque. Quando si dice la programmazione… Ma torniamo alle metro.

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A fermarle ci sono sempre loro, le scale mobili. E a ben vedere, infatti, se altre stazioni – come quelle ferme – fossero accessibili solo con le scale mobili e gli ascensori la situazione peggiorerebbe ulteriormente. Sicuramente sarebbero chiuse Cipro e Valle Aurelia, che da novembre stanno subendo gli stessi interventi in corso a Baldo degli Ubaldi e Cornelia. D’altronde queste quattro fermate, con l’aggiunta del capolinea di Battistini (dove non funzionano le scale mobili) fanno parte del prolungamento di metro A (Ottaviano-Battistini) inaugurato nel 2000. Da allora mai erano stati fatti interventi di manutenzione. Alcuni mesi fa un’inchiesta della procura ha svelato come la ditta che si occupava della manutenzione delle scale mobili delle metro, la Metro Roma Scarl, abbia eseguito alterazioni e manomissioni per eludere i dispositivi di sicurezza ed evitare qualsiasi tipo di intervento. Addirittura bloccando i freni di sicurezza con delle fascette di plastica. Fu per questo che a marzo la procura dispose il sequestro della stazione di Barberini. Da allora i protagonisti della vicenda insieme ad Atac sono il nuovo manutentore Otis (che ha sostituito Metro Roma Scarl) e l’Ustif, l’ufficio speciale del ministero dei Trasporti che si occupa dei collaudi degli impianti e dei nulla osta. Proprio i colludi non andati a buon fine hanno ritardato la riapertura di Barberini, annunciata da Atac in un primo momento per novembre: una delle quattro scale infatti non ha passato il controllo. Resta comunque un mistero perché solo quattro e non tutte e sei le scale mobili presenti siano state sottoposte al collaudo di Ustif (con quattro scale funzionanti infatti la stazione poteva essere riaperta). Una domanda alla quale i tecnici di Atac, che ieri hanno partecipato a una commissione capitolina Mobilità, non hanno risposto in modo esaustivo.

  

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Nel corso della commissione, comunque, sono emerse alcune novità. I nuovi lavori sulla scala di Barberini termineranno il 24 di gennaio. Da allora ogni giorno sarà buono per il nuovo collaudo. Se avrà esito positivo Ustif potrà rilasciare il nulla osta e Barberini, finalmente, riaprire. “Dipende da Ustif”, hanno detto i tecnici di Atac evitando di dare una nuova data. I commercianti, invece, hanno chiesto un indennizzo al comune.

  

Per quanto riguarda Baldo degli Ubaldi i tecnici di Atac hanno infuso qualche speranza: potrebbe riaprire nei prossimi giorni: sei scale, sulle dodici totali, hanno passato i collaudi e si attende solo il nulla osta per la riapertura. Per Cornelia, dove i lavori sono cominciati il 1 gennaio, serviranno invece 14 settimane, quasi quattro mesi, per completare i lavori sulle 18 scale mobili. L’assessore alla Mobilità Pietro Calabrese ha manifestato la volontà del Campidoglio di provare ad aprire la stazione anche prima. “Tecnicamente – hanno spiegato i tecnici – con otto scale attive sarebbe possibile farlo”. Visti i precedenti meglio non sperare e attendere con pazienza almeno aprile.

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