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preghiera

Tra bergogliani e sedevacantisti, resto in dubbio

Camillo Langone

Il pagano albero di Natale in Piazza San Pietro lo ha introdotto Giovanni Paolo II e i suoi successori lo hanno confermato. Due Papi di sicura fede e un Papa gesuita, tutti e tre convinti di poter cristianizzare il mondo, quando invece, evidentemente, è il mondo a mondanizzare la Chiesa

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Eccola qui l’ermeneutica della continuità, mi sono detto quando ho visto l’incongruo, quasi blasfemo albero di Natale a fianco della salma di Benedetto XVI nella camera ardente. Continuità con Papa Giovanni Paolo II che per primo, nel 1982, introdusse l’albero di Natale in Piazza San Pietro, e con Papa Francesco che quell’albero continua a benedire alla sua gesuitica ovvero sincretistica maniera. Due Papi di sicura fede e un Papa gesuita e però tutti e tre similmente e conciliarmente convinti di poter cristianizzare il mondo, quando invece, evidentemente, è il mondo a mondanizzare sempre più la Chiesa. Riportando al paganesimo originario la conifera che qualcuno per qualche secolo si illuse di liberare dalle presenze odiniche e cosmiche. Grande è la confusione in Vaticano, anche cromatica: Ratzinger da morto veste di rosso mentre fino a ieri, da vivo, vestiva di bianco, e anche per questo davvero non ho capito se è morto un Papa o il Papa o un ex Papa. Invidio chi su tale punto non ha perplessità e dunque bergogliani e sedevacantisti, così diversi e così ugualmente impermeabili al dubbio. Mentre non invidio coloro che a San Pietro non sanno farsi nemmeno il segno della croce davanti a un morto, troppo occupati col telefono: anziché nella Resurrezione mi sembrano credere nella Collezione di Cadaveri Famosi.

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