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preghiera

Vediamo il lato positivo: il calo demografico porta al calo immobiliare

Camillo Langone

In provincia i nonni muoiono e i nipoti vanno nelle grandi città. Almeno nei paesi si può vivere nell'agio e chissà che la doppia camera da letto non inciti a procreare

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Chi abita nelle grandi città non può capire quanto l’Italia si stia svuotando. In provincia i nonni muoiono e i nipoti, quei pochi giovani che ancora esistono, vanno innanzitutto a Milano e a Roma, qualcuno magari a Bologna, Verona, Padova, Parma… Il resto è deserto che avanza. Provo a vedere il lato positivo: il calo demografico porta di regola il calo immobiliare. Vado a Udine, la capitale del Friuli, e intra moenia vedo appartamenti sotto i 100.000 euri, vado ad Alessandria, al centro del già glorioso triangolo industriale, e ne vedo anche a meno. Il Piemonte è messo in buona parte così: a Biella, la città della banca Sella, le case costano 700 euri al metro.

 

Considerando che a fare il lusso più del prezzo è lo spazio, si può facilmente vivere nell’agio anche a Ivrea, Novi Ligure, Casale Monferrato, Feltre, Gorizia, Terni, Fabriano, Alatri, Anagni, Sora, Avezzano, Isernia, Ariano Irpino, Sessa Aurunca, Acquaviva delle Fonti, Lucera, San Severo, Taranto (città e cittadine con prezzi medi sotto i 1.000 euri al metro).

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Inoltre i monolocali metropolitani hanno un potente effetto contraccettivo mentre disponendo di due camere da letto può perfino darsi che qualche donna rimanga incinta. Felicità degli spazi, scriveva Cardarelli.

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