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A Roma

“Siamo l'alternativa a Meloni”. Schlein riempie piazza del Popolo e rilancia il Pd

Alessandro Luna

Grande partecipazione per la manifestazione dem, come non si vedeva da tempo. Dalla manovra ai migranti, "in un anno di governo, non hanno prodotto nulla", attacca la segretaria. Sul palco si alternano militanti, attivisti e intellettuali d'area, ma nessun cacicco. In piazza anche Conte: "Qui per confermare il dialogo"

“In un anno di governo, Meloni non ha prodotto nulla di positivo”, dice Elly Schlein nel suo intervento di quasi un’ora a piazza del Popolo, a Roma. Dal palco attacca il governo Meloni sulla manovra  “senza futuro, che non rilancia l’economia, fatta di bandierine”, sulla politica migratoria, chiedendo la fine della “guerra alle Ong”, e sulla riforma costituzionale, un’arma di “distrazione di massa” che ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica.

Lo staff parla di 50mila persone in una piazza che si riempie come non lo accadeva da anni per il Partito democratico. La segretaria del Pd è l’ultima a intervenire e la prima a citare la guerra tra Israele e Hamas, fino a quel momento assente dal palco e anche dalla piazza, fatta eccezione per due o tre bandiere palestinesi, che però sventolano fuori dal perimetro della manifestazione. “E’ una scelta politica”, spiega il sindaco di Firenze Nardella. “Agli italiani oggi interessa più di ogni altra cosa l’economia del paese. Qui vogliono sentire parlare di come costruire un’alternativa a Meloni, più che di Israele e di Edi Rama”.

E infatti dal palco non viene mai citato neanche l’accordo con il premier albanese sui migranti, che nei giorni precedenti aveva fatto avanzare l’ipotesi nel partito di chiederne l’espulsione dal Pse. “Si è scelto di parlare di temi e non della stretta attualità”, spiega l’ex presidente della Camera Laura Boldrini: “Questa manifestazione riunisce una rete di valori e principi che i nostri elettori possono poi usare per interpretare il presente”.

“E’ stato un bene”, concorda il presidente della regione Toscana Eugenio Giani. “Qui abbiamo voluto portare i temi, lo si vede anche da chi sta parlando”. E infatti dal palco i dirigenti del Pd non parlano. Dalla piazza in cui un anno fa, durante la segreteria di Enrico Letta, tuonava il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, ora si alternano attivisti e testimoni di battaglie che Schlein vuole che ora sia il suo partito a interpretare. Intervengono un medico specializzando, una studentessa della Sapienza, una pensionata del comitato Opzione donna, intellettuali di sinistra come Chiara Valerio e il giornalista Paolo Berizzi.

Gli esponenti del Pd come Boccia, Majorino, Franceschini, Braga, Speranza ascoltano dal retro palco e lasciano spazio “ai temi”. Intervengono soltanto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che attacca il governo e fa rumoreggiare il pubblico quando gli scappa un involontario “Vincere e vinceremo”, e Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, padrino politico di Elly Schlein e sconfitto alle ultime primarie del Pd, che attacca il governo sulla ricostruzione post alluvione nella sua regione, sulla sanità e sui ritardi del Pnrr. “Sta finendo la luna di miele tra il governo e il paese”, conclude dal palco per poi tornare tra gli altri esponenti del centrosinistra che aspettano l’intervento della segretaria.

Tra questi, nel retro palco, anche Fratoianni e Bonelli, Fico, Camusso ma soprattutto Giuseppe Conte: "Sono oggi qui per confermare il dialogo che abbiamo già avviato con il Pd", dice ai gironalisti. Il leader del Movimento 5 stelle è venuto solo ad ascoltare ma alla fine, prima di andare via, si concede un bagno di folla e una serie di selfie con il pubblico democratico. “Un anno fa la narrazione era che il Pd stava morendo”, spiega al Foglio l’ex governatore del Lazio e già segretario del partito Nicola Zingaretti: "Si diceva che bisognava scegliere tra Conte e Calenda come alternativa al Partito democratico. Oggi questa piazza dimostra che la leader del centrosinistra è Elly Schlein”. Il nuovo punto di riferimento del campo progressista, insomma. E allora viene da sè che la responsabilità di parlare di Israele e Palestina se la prenda lei, la segretaria.

Schlein ribadisce i concetti già espressi in tv in queste settimane: liberazione degli ostaggi, condanna della ferocia di Hamas, cessate il fuoco umanitario e soluzione dei due stati, ricordando che uno esiste già, mentre l’altro, la Palestina, non c’è “a causa della nostra dimenticanza”. Argomenti che non ricevono fischi o ovazioni dal pubblico ma che sembrano convincere, su un argomento che, come spiega Nardella, “non è adatto a una piazza, perché ognuno ha la sua idea e sarebbe impossibile portarlo sul palco al pari degli altri temi”.

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