la svolta

L'ad della Rai Carlo Fuortes si dimette: "Mancano le condizioni per continuare"

Redazione

L'amministratore delegato ha annunciato di aver rimesso il mandato "nell'interesse dell'azienda"

Carlo Fuortes si è dimesso da amministratore delegato della Rai. Lo ha annunciato lui stesso all'azionista della televisione di stato e cioè il ministero dell'Economia e delle Finanze. "Mancano le condizioni per continuare", ha detto Fuortes, che negli ultimi mesi aveva fatto molte resistenze per lasciare l'incarico. E che ha deciso il passo indetro dopo che il governo ha sbloccato l'impasse per cercare di ricollocarlo alla direzione del Teatro San Carlo di Napoli (anche se l'attuale sovrintendente, il francese Stéphane Lissner, ha annunciato a questo giornale di volersi oppore alla cacciata). 

 

"Da decenni lavoro nell'amministrazione pubblica e ho sempre agito nell'interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte. Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di Amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda", scrive Fuortes al Mef. "Per citarne solo alcuni: nuovi programmi e palinsesti che hanno portato tra l'altro a un evidente rilancio di Rai2, la trasformazione organizzativa per Generi, un Piano immobiliare strategico che si attendeva da decenni, un rilevante potenziamento di RaiPlay e dell'offerta digitale".

"Dall'inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona - continua l'ad Rai dimissionario - si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico. Allo stesso tempo ho registrato all'interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell'atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana. Ciò minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della  programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai. Il Consiglio di Amministrazione deve deliberare, nelle prossime settimane, i programmidei nuovi palinsesti ed è un dato di fatto che non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021. Non posso, pur di arrivare all'approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica", si legge ancora nel documento

 

"Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell'interesse dell'Azienda, ho comunicato le mie dimissioni al Ministro dell'Economia e delle Finanze", conclude l'amministratore delegato uscente.

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