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l'intervento

Meloni: "Su Cutro ho la coscienza pulita. Le armi a Kyiv non tolgono risorse agli italiani: basta bugie"

Migranti, patto di stabilità e guerra: la premier illustra a Palazzo Madama i temi che discuterà a Bruxelles al Consiglio europeo

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Alle 11.30 Giorgia Meloni ha tenuto un discorso al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo che si svolgerà giovedì 23 e venerdì 24 marzo.

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Uno dei temi principali nell'agenda europea sarà quello dei migranti. Il governo italiano spera si possa trovare una soluzione per una gestione effettivamente comunitaria della questione migratoria, soprattutto dopo la lettera inviata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ai leader dei 27 in vista dell'appuntamento di giovedì e venerdì. 

 

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C'è però anche il nuovo Patto di stabilità nei pensieri della presidente del Consiglio. Nei piani di Palazzo Chigi questo dovrebbe garantire maggiore flessibilità sui fondi europei. Ieri, in un colloquio telefonico, Meloni ha cercato di trovare una sponda sul tema da parte del Cancelliere federale tedesco Olaf Scholz. Con Scholz, la presidente del Consiglio ha anche afforntato il tema immigrazione (prima della chiamata, Meloni ha fatto il punto con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi), "La priorità da parte del Consiglio Europeo di dare un ulteriore segnale di sostegno all'Ucraina a 360 gradi; una rapida attuazione delle decisioni del Consiglio Europeo di febbraio per una gestione finalmente europea dei flussi migratori; soluzioni europee per la competitività delle economie del continente, attraverso il pieno utilizzo degli strumenti Ue appropriati", ha spiegato un comunicato di Palazzo Chigi.

Meloni: "Su Cutro ho la coscienza a posto. Il governo non salva vite? Anch'io sono una mamma"

Sul tema dell'immigrazione la premier, dopo le critiche arrivate dall'opposizione e la richiesta di dimissioni rivolte al ministro degli Interni Piantedosi, sottolinea che "la battaglia politica si può efficacemente fare senza dipingere l’avversario come un mostro". "C'è un limite che non andrebbe mai oltrepassato: si finisce per mettere in cattiva luce l’Italia, mettendo in dubbio anche l’operato delle forze dell’ordine e di polizia, della marina, della guardia Costiera e della guardia di finanza". Il principio, secondo la presidente del Consiglio, deve rimanere sempre quello dell'interesse nazionale: il rischio è di "indebolire la nostra capacità negoziale".

D'altro canto, Meloni si dice "certa di avere dalla mia la maggioranza degli italiani" nella battaglia da condurre in Europa sull'immigrazione: spera quindi di ottenere la "più ampia maggioranza" anche in Parlamento. E, in vista del Consiglio europeo, aggiunge: "C'è un modo solo per fermare i movimenti secondari, ovvero fermare a monte i movimenti primari, le partenze". Un'idea che "comincia a fare breccia tra i nostri partner".

Nella replica Meloni ha detto, rispetto alla strage di Cutro, di avere "la coscienza a posto" e che le accuse delle opposizioni sono inaccettabili. "Il governo non fa abbastanza per salvare vite? Anch'io sono una mamma", ha detto la premier.

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Meloni: "Le armi a Kyiv non tolgono risorse agli italiani: basta bugie"

Il sostegno militare all'Ucraina da parte del governo italiano non verrà meno: "Continueremo a sostenere l'Ucraina senza badare all'impatto che questo può avere sull'opinione pubblica". Il riferimento è ad alcuni sondaggi che danno in aumento la percentuale di italiani non favorevole agli aiuti militari. Meloni non indietreggia sull'argomento e ribadisce che "il sostegno militare è necessario per difendere una nazione aggredita". La presidente del Consiglio ha poi criticato la tesi di chi pensa che inviando gli aiuti militari si finisca per sottrarre "risorse economiche ad altri ambiti". Un ragionamento che Meloni considera "puerile e falso": "L'Italia sta inviando all'Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che per fortuna non dobbiamo utilizzare".

Sul patto di stabilità: "Il tempo dell'austerità è finito"

"Il tempo dell'austerità è finito". Così la presidente del Consiglio commenta il nuovo patto di stabilità, in progetto entro il 2023. L'obiettivo rimane quello della crescita: "Le vecchie regole sarebbero irrealistiche, quelle nuove devono sostenere con efficacia gli investimenti pubblici". "C'è ancora da fare", riconosce Meloni, che rilancia il traguardo "fondamentale" di arrivare entro quest'anno a "nuove regole per dotarsi di principi credibili, realistici e coerenti con la situazione post Covid". E conclude: "Stabilità e crescita meritano un equilibrio effettivo".

Le repliche della premier. Ai 5s: "Sul sostegno all'Ucraina il governo ci mette la faccia"

"Voglio ricordare al senatore Licheri: sappiamo che ci sono partiti come il M5s che si auspicano una maggiore vicinanaza alla Cina, ma non è la posizione di questo governo. Noi stiamo con la Nato e ne condividiamo la condanna dell'invasione russa in Ucraina". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella sua replica al Senato rivolgendosi ai banchi del Movimento cinque stelle. La presidente del Consiglio, sempre rivolgendosi ai grillini, ha detto: "C'è una politica che ha due facce: una in privato nei consessi internazionali per trovare soluzioni e una in pubblico per fare propaganda ma c'è chi mette la faccia su quello che fa e io voglio rappresentare un governo di questo tipo. Preferisco dimettermi piuttosto che fare come Conte con Merkel".

A proposito della direttiva sull'efficientamento energetico degli edifici, Meloni, sempre pungolata dal M5s, ha detto che "rischia di diventare una tassa patrimoniale sugli italiani. Determinati obiettivi devono essere perseguiti con una sostenibilità di fondo, sia sul piano sociale che su quello economico". 

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