La missione diplomatica

Meloni ad Abu Dhabi per rilanciare i rapporti con gli Emirati. Tra armi, commercio ed energia

Ruggiero Montenegro

La premier è negli Emirati Arabi, dove incontrerà il presidente Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Si parlerà di collaborazione su ambiente ed energia, ma anche della sicurezza dell'intera regione. Pesa sui rapporti tra i due paesi lo stop alle armi italiane in Yemen voluto da Conte. Sullo sfondo, la vicenda Alitalia-Etihad

Archiviata la tappa indiana, Giorgia Meloni vola alla volta di Abu Dhabi per il secondo step della sua missione diplomatica. L'obiettivo è riallacciare e rilanciare i rapporti con gli Emirati Arabi, segnati - e deteriorati -  dalla vicenda Alitalia e in particolar modo dalla questione dell'export di armi, bloccato dal governo Conte II. La premier, accompagnata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, è arrivata questa mattina e resterà nel Golfo Persico per due giorni.

Ad accoglierla l’ambasciatore Lorenzo Fanara e Sultan Al Jaber, il ministro dell’Industria locale oltre che presidente designato della Cop28, che si terrà proprio negli Emirati Arabi. Domani è invece previsto un incontro con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan.  

Secondo quanto trapela da Palazzo Chigi, i due leader discuteranno di accordi commerciali ed energetici (gli scambi petrolifici), ma anche di intese legate all'ambiente e al clima, una più stretta collaborazione in vista della Conferenza internazione sul clima di fine anno. L'Italia rappresenta storicamente un florido partner commerciale di Abu Dhabi, il primo nell'Unione Europea. Mentre sono centinaia le imprese italiane nel paese. 

Dinamiche da salvaguardare, rilanciare, allargare. Ma che si inseriscono anche in una questione più ampia, che si trascina da qualche anno, dai tempi del governo rossogiallo. Quando cioè il premier Giuseppe Conte aveva stoppato per Arabia Saudita e Yemen l'uso delle armi italiane nella guerra in Yemen. All'epoca erano stati anche revocati gli accordi commerciali. Gran parte di questi misure sono state ritirate, ma non l'emabrgo su bombe e missili. Ed è probabile che, al netto dellle note ufficiali, l'argomento sarà centrale nelle interlocuzioni tra Roma e Abu Dhabi.  Una partita che interseca anche il tema della stabilità nell'intera area.

D'altra parte, il viaggio della premier, arriva dopo una serie di iniziative diplomatiche tra i due paesi. In particolare la visita del mese scorso da parte del ministro della Difesa italiano. A inizio febbraio Guido Crosetto aveva incontrato il suo omologo, Mohammed bin Ahmed Al Bowardi per "un cordiale colloquio che segna un nuovo corso nei rapporti tra Italia e Emirati Arabi Uniti", si leggeva nella nota del ministero. Si era discusso in quell'occasione della collaborazione nei settori della difesa e della sicurezza e della situazione regionale. In particolare, Crosetto e Al Bowardi "hanno confermato la volontà di rafforzare la cooperazione". La presenza di Meloni potrebbe segnare un salto di qualità in questo senso. 

 


C'è poi, infine, Alitalia e quella vicenda che si trascina ormai dal 2014, quando Etihad Airways acquista il 49 per cento del vettore italiano. Un rapporto dal quale, nel 2016, la compagnia degli Emirati si sfilerà. Seguirà il commissariamento di Alitalia e poi un processo per bancarotta che coinvolge 21 persone, i componenti del cda e i manager dell’azienda, le figure apicali della trattativa per il salvataggio di Alitalia. Il lavoro della magistratura, è chiaro, restringe di molto i margini di manovra della premier. Ma anche da qui passano le relazioni tra Italia ed Emirati Arabi.

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