Il caso
L'ultima trasformazione: Conte "il coerente" per guidare i progressisti
Il capo del M5s presenta Bianchi, candidata grillina per il Lazio e gioca a sottolineare le contraddizioni del Pd. Si definisce "il coerente dei progressisti" e ai dem chiede: "O noi o il Terzo polo"
L’ultima trasformazione è la più radicale, la più audace. Fare dell’Arturo Brachetti della politica italiana, di Giuseppe Conte dalle mille facce e dagli infiniti abiti, un esempio d’invidiabile coerenza politica. Ci vuole oggettivamente coraggio. L’unica coerenza fin qui tenuta dal capo grillino è stata quella di continuare a cambiare. Sempre. Ma è ora di fermarsi. L’esempio fulgido e vincente siede a palazzo Chigi: Giorgia Meloni. Arrivata fin lì, devono aver pensato quelli della comunicazione grillina, grazie al racconto, sempre rimarcato con abilità, di una coerenza di ferro. Per diventare il leader dell’opposizione dunque bisognerà, al lato opposto della barricata, fare altrettanto. Le magie dell’opposizione d’altronde possono aiutare: smussano le contraddizioni, cancellano i dettagli, alleggeriscono la logica fino a far apparire tondi i quadrati. Insomma, all’opposizione, lo sa bene anche la premier che se n’è fatta un cruccio proprio in questi giorni, essere coerenti è molto, molto più facile.
E dunque eccolo, il mago del trasformismo della politica italiana a via di Campo marzio, sede del M5s, a presentare la sua candidata governatrice Donatella Bianchi impartendo a tutti lezioni di coerenza: “Siamo rimasti coerenti parlando di programmi e non di candidati come ha fatto il Pd”. E ancora: “Noi siamo stati coerenti con i nostri capisaldi in Lombardia stiamo con i dem perché insieme spegneremo i termovalorizzatori, in Lazio avevano un’idea diversa”. D’altronde lui dopo essere stato il presidente dei decreti sicurezza, quello della flat tax alle partite Iva, adesso si è finalmente calato a pieno nel ruolo di leader dei progressisti. E, badate bene, proprio così: progressisti, non sinistra ché, spiegava “come la destra è un concetto un po’ arcaico”. E infatti gli alleati del “polo progressista”, in pratica un pezzo di Sinistra Italiana, più il coordinamento 2050 di Stefano Fassina, non sono i “compagni progressisti”, ma più democristianamente “gli amici progressisti”. Sincretismo magico politico. Poi però, per spiegare che lui, a differenza del Pd, è un vero progressista parafrasa il celebre “sinistra è chi sinistra fa” in “non basta dirsi progressisti, ma agire da progressisti”.
I progressisti incoerenti, in questo grande racconto, è inutile dirlo sono quelli del Pd. E qui, bisogna ammettere che per Conte il gioco è facilissimo. “Invito il Pd a svolgere i lavori congressuali cercando di approfondire un tema importante: quale traiettoria politica intravedono nel confronto con le altre forze politiche, non vorrei si tornasse a parlare di campo largo ipotizzando di collaborare con noi, ma anche con con Iv e Azione. Non si può. Il nostro programma progressista non ha nulla a che vedere con il programma, legittimo, di IV e Azione efficientista e con venature affariste”, spiega premettendo che ovviamente non vuole ficcare il naso nelle vicende altrui. Anche se a questo punto s’infila subdola un’incoerenza. L’avvocato di Volturara Appula ammette di non aver visto il programma del Pd, ma si fida che sia “consonante” con il nostro “ma loro si sono fatti imporre il candidato dal terzo polo”. E’ quindi questo il problema o il termovalorizzatore? La risposta non arriva.
Sempre per rimanere in tema di coerenza Conte indignato dall’accanimento dei media sulle sue private vacanze a Cortina Conte si deve essere perso i grillini dell’Assemblea capitolina che hanno attaccato a colpi di comunicati stampa il sindaco Gualtieri per le ferie natalizie a Cuba. Due pesi e due misure? Poco coerenza insomma? Non lo sapremo mai perché la domanda del Foglio lo staff della comunicazione dell’ex premier la stralcia. Intercettato comunque a margine il capo grillino dice che, sempre per coerenza, non può rispondere solo “a un giornale”, noi coerentemente proviamo a spiegargli che avremmo fatto volentieri la domanda durante la conferenza, ma non è stato possibile. Ma quando la coerenza è troppa, quando rischia di esplodere, da queste parti funziona così: arriva Rocco Casalino: “Presidente venga, venga”.
Intanto, comunque, non è chiara quale sarà la coerenza della candidata Donatella Bianchi, volto Rai e presidente dell’ente parco delle Cinque terre. Che farà in caso di sconfitta? Rimarrà alla Pisana o tornerà in tv? Meglio non dirlo, spiega lei. C’è il serio rischio di risultare incoerenti.