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l'intervento

"Non si può sconfiggere Putin". La Lega prende le distanze da Meloni sul sostegno all'Ucraina

Il Senato approva il decreto sull'invio di nuove armi a Kyiv. Il Carroccio vota sì. Ma nel suo discorso il capogrupppo Romeo accusa chi comanda in Europa e negli Stati Uniti di non fare abbastanza per raggiungere la pace. Quasi sposando la posizione del M5s

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"L’impressione vera, è inutile che ci prendiamo in giro, è che nessuno in realtà vuole che la guerra in Ucraina finisca". Sono le accuse che il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, porta in un suo intervento al Senato. Con 125 sì dall'aula è stato approvato da pochi minuti il nuovo decreto Ucraina che determina un nuovo invio di armi al paese invaso. Il testo passerà ora al vaglio della Camera. Ma, durante il dibattito, la Lega si è chiaramente smarcata dall'indirizzo della maggioranza del governo Meloni, la quale si è sempre schierata a favore del massimo sostegno nei confronti del paese di Volodymyr Zelensky. 

 

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"Partiamo dai dati di fatto", ha esordito Romeo. "Non c'è spazio per una tregua: l'ultima non è durata neanche 3 giorni; Putin, l’invasore, ha cambiato i vertici militari, il che fa capire la volontà di continuare l’offensiva; Zelensky ha dichiarato che ‘non ci può essere pace senza le terre perdute’. In sostanza sta dicendo che soltanto tornando ai confini del 1991, quindi riprendendosi anche la Crimea, potrà essere garantita la famosa stabilità territoriale. È evidente che Putin non lo consentirà mai. E che, anzi, il suo delirio imperialista, se aggredito, potrebbe portare a una terza guerra mondiale, o almeno a una guerra nucleare" ha dichiarato il capogruppo leghista. Non sono parole nuove per il senatore, che già lo scorso 13 dicembre si era espresso in modo molto critico in merito alla concessione di nuovi armamenti all'Ucraina. La Lega, attraverso il suo rappresentante, si pone quindi in una posizione scettica in merito alla linea ultra atlantista della premier, tanto che sul finale del suo intervento, Romeo fa un appello: "Rimuoviamo quell’idea, mentalità dominante di chi comanda in Europa e negli Stati Uniti, che la pace può esserci solo con la sconfitta o, ancora peggio, l’umiliazione di Mosca. Altrimenti rischieremmo solo di parlare di pace in modo ipocrita".

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Così la Lega, forza di maggioranza, esprime concetti non dissimili da quelli dell'opposizione. Infatti, anche il senatore del Movimento 5 stelle, Ettore Licheri, si scaglia contro la presunta ipocrisia dei vertici del governo in merito all'invasione, sostenendo che non ci si stia impegnando abbastanza per la diplomazia, la pace e i negoziati. "È un fatto di logica e di comportamenti conseguenti: o si mandano armi o si lavora per la diplomazia, non ci sono vie di mezzo. Gettate allora la vostra maschera di ipocrisia e abbiate il coraggio di dire la verità agli italiani". E prosegue, evocando anche lui la minaccia nucleare rappresentata dal paese di Vladimir Putin: "Pensate che basti mandare più missili e carri armati per mettere all'angolo una potenza nucleare guidata da un uomo disposto a tutto? Volete battere militarmente la Russia?".

La Lega, al contrario dei 5 stelle, ha comunque espresso voto favorevole per il nuovo decreto sull'invio delle armi, che, con il via libera della maggioranza dei senatori, sta quindi per giungere alla fase finale. 

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