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il caso

Gemmato corregge il tiro sui vaccini, ma è polemica. Letta e Calenda: "Si dimetta"

Redazione

Il sottosegretario alla Salute torna sulle sue parole: "Sono stupefatto dalle strumentalizzazioni". Pd e Terzo Polo pressano compatti perché lasci l'incarico. Dal M5s preoccupazione per le "informazioni infondate"

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"Un sottosegretario alla Salute che nega i vaccini non può rimanere in carica". Il giudizio netto è quello che Enrico Letta, segretario del Partito democratico, affida a Twitter qualche ora dopo che il video con le parole di Marcello Gemmato ha fatto il giro del web. "Io registro che per larga parte della pandemia l'Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità", dice ospite di ReStart l'esponente di Fratelli d'Italia, rispondendo che "non abbiamo l'onere della prova inversa" al giornalista che gli chiede se non sarebbe stato peggio senza vaccini. Poche parole ma dal significato importante: ancora una volta il partito della premier Giorgia Meloni sceglie di mettere in discussione l'efficacia dei vaccini, che secondo tutta la comunità scientifica internazionale hanno ridotto il rischio di decesso per infezione da Covid-19. 

Un'ambiguità che l'opposizione non si è lasciata sfuggire. Così, quando intorno all'ora di pranzo Gemmato prova a raddrizzare il tiro precisando che "i vaccini sono armi preziose contro il Covid", la polemica ormai è scoppiata. Insieme a Letta, anche Carlo Calenda interviene: "Si deve dimettere. Un sottosegretario alla Salute che non prende le distanze dai novax è decisamente nel posto sbagliato", scrive su Twitter. Ad alimentare il pressing ci sono diversi esponenti dem e di Azione-Italia Viva: dalla senatrice Sandra Zampa, responsabile Salute per il Pd, ai capigruppo del Terzo Polo Raffaella Paita e Matteo Richetti. Ma la lista di senatori e deputati che hanno preso posizione è ben più lunga. "Amareggiata e preoccupata" si dice anche l'ex assessora lombarda Letizia Moratti, che proprio per la vicinanza del governo al mondo no-vax ha rotto con la giunta guidata dal leghista Attilio Fontana. 

Dopo qualche ora interviene anche il M5s attaverso la dichiarazione della senatrice Mariolina Castellone, che però evita di chiedere le dimissioni e ridimensiona il caso ricordando le parole della premier durante il discorso di fiducia: "Non c'è nulla di più stupefacente e doloroso che sentire il sottosegretario alla Salute Gemmato pronunciarsi contro il vaccino e diffondere informazioni infondate, peraltro contrariamente a quanto dichiarato dalla stessa Meloni". 

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C'è chi chiede a sgomberare il campo dai dubbi ci pensi direttamente il ministro della Salute. "Aspettiamo una posizione chiara e forte dal ministro Schillaci dopo le dichiarazioni di Gemmato sui vaccini Covid-19. Altrimenti è silenzio assenso", dice il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.

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La figura di Schillaci, ex rettore a Tor Vergata e già membro del comitato tecnico scientifico dell’Istituto superiore di sanità, finora si è dimostrata incapace di incidere rispetto all'indirizzo ambiguo del governo. Mentre da medico e professore era favorevole sia all’obbligo vaccinale sia al green pass, da ministro ha approvato le misure ideologiche del governo che strizzano l’occhio ai No vax senza essere in grado né di dissociarsi né di sostenere fino in fondo le tesi della Meloni. 

A uscirne indebolita è proprio lei, la presidente del Consiglio, che oggi è a Bali per partecipare al vertice del G20. In quella sede la pandemia ha lasciato il posto ad altre emergenze internazionali, ma la posizione dei leader internazionali sul tema è chiara: i vaccini servono e il mondo non può permettesi di ripiombare in una nuova ondata di Covid-19. 

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