Il termovalorizzatore di Brescia (foto LaPresse)

editoriali

Si chiamano termovalorizzatori, non inceneritori: così i Verdi inquinano il dibattito

Giovanni Battistuzzi

Le discariche inquinano più dei termovalizzori, ma a chi si spaccia per ambientalista non interessa. L’ambientalismo in Italia è vittima dell'uso sconsiderato e irresponsabile del vocabolario da parte di chi dice di combattere per l'ambiente

Con eccellente capacità di sintesi nel 2000 l’accademico e scrittore Luigi Meneghello disse che “uno dei problemi dell’ambientalismo in Italia erano gli ambientalisti”. Meneghello sosteneva che ci fosse una scissione tra chi aveva a cuore l’ambiente e chi sostenendo questo chiedeva voti. La stessa distanza che esisteva, esiste, tra la lotta ambientalista e la sua efficacia.

 

La scissione ora è ancora più profonda. Esempio è l’emendamento con il quale Verdi e Sinistra Italiana vorrebbero permettere al sindaco di Roma di approvare nuovi impianti per i rifiuti “a esclusione di quelli per l’incenerimento”.

 

È da anni che l’ambientalismo in Italia è vittima dell'uso sconsiderato e irresponsabile del vocabolario da parte di chi si dice politicamente ambientalista. Servirebbe chiamare le cose con il proprio nome per affrontare in maniera fattuale e non ideologica i problemi ambientali. A partire dai rifiuti. Perché l’unica certezza che abbiamo è che continueremo a produrne e che dovremmo smaltirli. La raccolta differenziata può aiutare a ridurre l’impatto sull’ambiente, ma non può bastare. E qui entrano in scena i termovalorizzatori, cioè quegli impianti che inceneriscono ciò che non si può riciclare invece che mandarlo in discarica e nel farlo creano energia. Tutti i cosiddetti inceneritori ormai fanno questo. Bruciano ciò che buttiamo e permettono alle zone limitrofe di accendere la luce, freddare le vivande ecc. E lo fanno in modo molto meno inquinante di un tempo – la tecnologia ha creato filtri efficaci –, soprattutto in modo molto meno inquinante delle discariche, dove i rifiuti inquinano e basta. Queste, come riportato tra i tanti anche dall'Agenzia europea dell'ambiente, rilasciano nell'aria maggiori quantità di metano, biossido di zolfo e altri gas altamente inquinanti rispetto a quelle rilasciate dai camini dei termovalizzatori, al quale va aggiunto l’inquinamento dei terreni e delle falde acquifere a opera di mercurio, piombo, nichel e altri metalli e composti.

 

Le ultime rilevazioni fatte fare dal Senato di Berlino dimostrano che il livello di diossina nell'aria è molto al di sotto dei livelli di allerta. Non solo, anche il livello di micro e macroinquinanti è maggiore (di venti volte) nelle zone dedicate alle discariche (dove finisce il 4 per cento dei rifiuti urbani) che in quelle limitrofe ai termovalorizzatori (dove va tra il 10 e 15 per cento, il resto viene differenziato e riutilizzato).

 

Continuando così i Verdi non solo si condanneranno all’irrilevanza politica, ma continueranno a fare più danni all’ambiente di quelli che vorrebbero evitare.

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