(foto Ansa)

L'assemblea

Meloni compatta i suoi: "Far sbarcare i migranti non è stata una scelta del governo"

Redazione

La premier raduna i parlamentari di FdI e rivendica tutte le sue scelte: "La decisione dell’autorità sanitaria di far sbarcare tutti dalle navi Ong la trovo bizzarra. Ridicole le polemiche sulla norma anti-rave. Finito il tempo dei no, per questo abbiamo approvato la norma sul gas nazionale"

Dai migranti all'energia fino ai rave e alla legalità: dopo l'appuntamento internazionale della Cop27, Giorgia Meloni ha riunito oggi a Roma l'assemblea dei parlamentari di FdI per fare il punto della situazione rispetto alle principali questioni che hanno tenuto banco in questi giorni. Rivendicando ogni scelta del suo esecutivo. A partire dall'emergenza nei porti siciliani:  "Il governo italiano sta rispettando tutte le convenzioni internazionali e il divieto imposto a queste navi Ong di sostare in acque italiane, oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, è giustificato e legittimo", ha detto la premier a deputati e senatori, rispendendo al mittente ogni critica.  "A bordo di queste navi non ci sono naufraghi ma migranti: le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggiata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza", ha proseguito Meloni secondo cui "giuridicamente non parliamo di naufraghi, qualifica che ricorrere invece in regime di Sar (ricerca e soccorso)".

 

La premier non ha gradito le critiche ricevute nelle scorse ore sulla gestione degli sbarchi. "Sui giornali ho letto stamattina titoli surreali, distanti dalla realtà. Ad esempio non è dipesa dal governo la decisione dell’autorità sanitaria di far sbarcare tutti i migranti presenti sulle navi Ong, dichiarandoli fragili sulla base di possibili rischi di problemi psicologici. Scelta, quella dell’autorità sanitaria, che abbiamo trovato bizzarra". Ne ha un po' per tutti, insomma, dai medici alla stampa. Anche per questo mette in guardia in suoi: "Siamo solo all’inizio del lavoro e c'è ancora molto da fare, anche per contrastare decenni di propaganda immigrazionista che si è sedimentata a ogni livello e che sovrappone il piano della protezione ai profughi con il controllo dei flussi migratori. Piani diversi che non vanno mescolati", spiega Meloni prima di affondare il colpo contro l'opposizione. "Quello che continua a stupirmi è che una intera parte d’Italia remi contro l’interesse nazionale. Questa è una cosa alla quale non riuscirò mai ad abituarmi. La sinistra sembra felice di vedere l’Italia attaccata e possibilmente umiliata, ma noi invece lavoriamo per una Italia rispettata a livello internazionale". 

 

Ed è un riconoscimento, quello internazionale, che per la leader di Fratelli d'Italia passa anche per il rispetto delle regole interne. "Il tema della legalità è un tratto distintivo di questo governo. È finita la repubblica delle banane in cui si vessano i cittadini e che piace tanto alla sinistra: si può fare tutto, nel rispetto delle leggi e nel rispetto degli italiani che le leggi le rispettano". Ragion per cui, secondo Meloni, le polemiche sulla norma anti - rave sono "ridicole". "Nessuno dotato di senno può ritenere che chi, come noi, è cresciuto nelle piazze possa vietare le manifestazioni", ha sottolineato Meloni pur tuttavia lasciando la porta aperta a eventuali modifiche. "Se qualcuno pensa che la norma si possa scrivere meglio faccia la sua proposta perché il Parlamento esiste per questo e noi siamo pronti ad ascoltare tutti".

Infine Meloni è tornata sul tema energia, rivendicando anche in questo caso un elemento di diversità dalle altre forze politiche: "Abbiamo approvato anche la norma sulla produzione di gas nazionale perché è finito il tempo dei no a tutti i costi: quello che serve all’Italia va fatto e vogliamo aiutare le aziende in difficoltà", ha concluso la presidente del Consiglio. Che ai tempi del referendum del 2016 scendeva in piazza insieme ai No triv. 

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