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Palazzo Chigi

Draghi sensibile all'appello di sindaci e governatori. Conte? "Ma che vuole ancora?"

Carmelo Caruso

Le parole del leader grillino non vengono più neppure ascoltate. Apprezzamento per l'appello degli amministratori che "sono l'Italia che ha a cuore l'Italia". Il problema è sempre far ripartire la macchina dei partiti senza il M5s

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Lo hanno ascoltato e si sono chiesti: “Ma che vuole ancora?”. Altri uomini del presidente hanno perfino preferito non ascoltare la diretta di Giuseppe Conte: “Parla una lingua che ormai non comprendiamo”. Mario Draghi, che non vuole commentare e che è invece rimasto colpito dall’appello dei sindaci e da quello dei governatori che si prepara, oltre che dalla mobilitazione internazionale, si convince sempre di più che la politica è ormai sempre più separata dalle vere urgenze che ci attendono. La risposta che viene data è sempre una: “Manca l’agibilità politica per continuare l’esperienza di governo”. Conte che continua a ripetere dei “punti” e che cerca di buttarla sul “ci hanno umiliato” è come se volesse lasciare intendere che si può ancora trattare. Al governo sembra un personaggio tragico, addirittura viene definito “una quarta fila dell’establishment italiano che non si è ancora reso conto di cosa ha innescato”.

 

Da sottolineare è la ferocia con cui lo sta attaccando la stampa tedesca che in Europa qualcosa, e anche più di qualcosa, vale. Suddeutsche Zeitung lo definisce un “personaggio tragico nel dramma estivo italiano”. La remotissima possibilità di fare tornare indietro Draghi passa da una "richiesta plebiscitaria "che al momento al governo non si vede. Si ripete, si apprezza la sensibilità dei sindaci, dei governatori, ma nei partiti si ripone poca fiducia. Intanto si starebbe lavorando, e in particolar modo nel Pd, a un governo di tutti senza Conte e con tre quarti del M5s. Da ora a mercoledì Conte avrà quello che ha sempre sognato: “Gli irresponsabili per Conte”, un piccolo partito di irriducibili. Ridotto a una candela esaurita, il M5s non  sarebbe più il M5s e Draghi sarebbe chiamato a rivedere la sua posizione di fronte a uno scenario oggettivamente cambiato.

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A essere stato sfiduciato sarebbe infatti Conte e non più lui. Fino a mercoledì si “osserverà”, dicono a Palazzo Chigi, a questo movimento che non “riguarda più il presidente”. Se fosse per lui, per Draghi, governerebbe con l’Italia dei governatori e sindaci che continua a definire “l’Italia che ha a cuore l’Italia”. Il Colle resta in attesa e vorrebbe che i partiti facessero qualcosa in più: "Per salvarsi bisogna volerlo". Conte è ormai un personaggio superato. Bisogna capire se nascerà il M5s reloaded.

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