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come si voterà

Ora la Lega vuole il proporzionale: contatti sotterranei con il Pd

Gianluca De Rosa

C'è un pezzo di Carroccio che vuole capitalizzare l'esperienza Draghi e non fare la stampella a Meloni. Per la modifica della legge elettorale era cominciato un dialogo con l'area nordista del Pd. Ma quella linea si è rotta

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Nella Lega c’è un fronte ampio che vorrebbe il proporzionale.  I dirigenti ne parlano da mesi, seguendo il filo di un ragionamento che suona all’incirca così: non possiamo fare i portatori d’acqua di Giorgia Meloni. Proporzionale, dunque. Prima delle ultime amministrative, alcuni ambasciatori della Lega avevano iniziato a sondare anche il Pd attraverso l’area nordista del partito di Enrico Letta.   Un tentativo che però si è infranto facendo temere ai leghisti che ci sia un patto tra Meloni e Letta per spartirsi la politica italiana. E però, quello stesso pezzo di Lega, il dialogo con i dem è disposto a riprenderlo. A Radio 24, ieri, il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, diceva così: “Ragionare di legge elettorale avrebbe senso, ma serve rispetto reciproco”. E si riferiva a  ius scholae e cannabis legale, i due provvedimenti chiesti dal Pd che  mettono in imbarazzo il Carroccio. 


Qualcosa tuttavia si muove. Ieri, a margine di un evento della Cgil, Letta ha fatto capire di voler rivedere la legge elettorale. “Bisogna cambiarla per dare ai cittadini il potere di scegliere i parlamentari”. Le preferenze come grimaldello per arrivare al proporzionale? Si vedrà. Lo ha seguito, più netto, anche Giuseppe Conte: “Il proporzionale potrebbe essere una soluzione per l’astensionismo”. E se si pensa che Conte e il M5s sono stati (e forse sono ancora) a un passo dal lasciare il governo, si capisce subito che un accordo per modificare la legge elettorale avrebbe un effetto immediato e potentissimo: garantire l’esecutivo fino al termine naturale della legislatura. Sarebbe il solidissimo salvagente che tutela la nave dell’esecutivo dalle pericolose strambate di M5s e Lega. E se Conte potrebbe starci, ora bisognerà capire che cosa vorrà fare il segretario leghista. “E dai Salvini pensaci anche tu”, invocava ieri pomeriggio Osvaldo Napoli, ex deputato forzista, oggi in Azione. Nella Lega c’è già chi è d’accordo. Ma dubita delle buone intenzioni di Letta. 


Lunedì, intanto, per la Lega sarà una giornata clou. Matteo Salvini ha convocato in Via Bellerio a Milano un vertice con il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e i governatori di Veneto e Friuli Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. Sarà l’occasione per una riflessione dopo la batosta incassata alle amministrative, ma anche per aprire a una gestione più collegiale del partito. Collaborare per evitare un 25 luglio interno. Soprattutto nel nord est la base è in ebollizione. C’è chi, come l’assessore veneto Roberto Marcato, chiede che a settembre comincino i congressi di sezione, per concludere quelli regionali entro l’anno e arrivare poi al congresso nazionale. “E’ in quella sede – diceva ieri Molinari – che si discuterà di un cambio di simbolo”. Obiettivo? Cancellare il nome di Salvini dal logo. Ma già dall’inizio della prossima settimana, nel partito che si era affidato mani e piedi al Capitano, ex formidabile macchina del consenso, qualcosa cambierà. E chissà, che non si riparli di proporzionale. Alla parte più governista della Lega, l’idea piace.  Sposterebbe il partito al centro, pensano. Lo staccherebbe da FdI.  E  garantirebbe, forse, visti i consensi in picchiata, un maggior numero di eletti. Con il Rosatellum (che prevede un terzo di seggi eletti con il maggioritario) e le attuali percentuali, FdI quanti collegi uninominali potrebbe pretendere? Il proporzionale, insomma, potrebbe avere anche per Salvini un fascino nuovo, inedito. Ma allo stesso tempo porterebbe alla rottura della coalizione di centrodestra. Anche per questo il tema è stato finora un tabù. Almeno in pubblico. In FdI non ne hanno mai fatto mistero: se gli alleati votano il proporzionale la coalizione è morta. In FI temono che le mosse di Letta puntino proprio a questo. E infatti il senatore Maurizio Gasparri ieri commentava così: “Letta vorrebbe il proporzionale per governare sempre senza vincere mai. Si rassegni perderà con l’attuale legge”.

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