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il ricatto del metano

I tagli di Gazprom per colpire gli stoccaggi europei. Descalzi: “scorte al 90 per cento entro ottobre”

Redazione

I russi diminuiscono le forniture in modo tale che il prossimo inverno gli europei siano costretti a rivolgersi a loro. L'Italia risponde con tasse sugli extraprofitti e depositi di metano riempiti al massimo entro l'autunno

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Il taglio unilaterale delle forniture di gas deciso dalla Russia potrebbe essere più di una provocazione. Nell’ultima settimana Gazprom ha operato delle riduzioni nel flusso verso diversi paesi europei, Italia compresa, che sono arrivate al 50 per cento del totale nella giornata del 17 giugno. “Più ci avviciniamo all’inverno, più capiamo le vere intenzioni della Russia”, ha spiegato al Financial Times il direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol. Secondo Birol, Mosca intende rendere il più difficoltoso possibile il riempimento degli stoccaggi di gas naturale e avverte: “l'Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato fuori”.

 

Tutti i paesi europei hanno mostrato (chi più, chi meno) l'intenzione di ridurre la propria dipendenza strutturale dal gas russo. Per farlo in tempi brevi, tuttavia, servono gli stoccaggi al massimo. Nel caso dell’Italia, per esempio, se le forniture da Mosca dovessero interrompersi completamente, le contromisure messe in cantiere da Roberto Cingolani potrebbero arrivare a sostituire circa 20 miliardi di metri cubi di forniture annuali. Una quota inferiore di circa 8-9 miliardi rispetto a quello che, in condizioni normali, arriva dalla Russia.

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Per tamponare serve fare scorte. L’ad di Eni Claudio Descalzi ha spiegato alla Ceo Conference di Mediobanca che l’Italia deve raggiungere il prima possibile una situazione di “oversupply” (quella condizione in cui le forniture superano la domanda) se vuole arrivare ad un riempimento degli stoccaggi del 90 per cento entro l’autunno. Per il momento la capacità di immagazzinamento italiana, ha spiegato Descalzi, è stata riempita fino al 55 per cento, per un totale di circa nove miliardi di metri cubi di metano.

 

Nello spazio di un mese l’Italia è riuscita a colmare il 15 per cento degli stoccaggi. A inizio maggio le scorte erano al 39 per cento, rispetto ad una media europea del 34. Con i suoi 15 siti di stoccaggio che possono immagazzinare circa 17 miliardi di metri cubi di metano, l’Italia possiede la seconda capacità di stoccaggio del continente, dietro solo alla Germania. Adesso il governo sta introducendo facilitazioni e garanzie per le imprese attive nello stoccaggio del gas, per tramite della Sezione speciale per l'Assicurazione del Credito all'Esportazione.

 

Ma la mossa di Mosca ha avuto anche un altro risultato: l’aumento del prezzo. Sul mercato di Amsterdam (il riferimento europeo) questa mattina il gas ha aperto con un prezzo di 127 euro al megawattora (nove volte quello di un anno fa). Per combattere il caro energia il governo italiano intende prorogare il taglio delle bollette anche nel terzo trimestre. La spesa, da 3,3 miliardi di euro, dovrebbe essere ammortizzata grazie alla tassa sugli extraprofitti di chi negli ultimi mesi ha importato gas accumulando margini ingenti. 

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