La resa dei conti nella guerra Conte-Di Maio. Stasera riunione d'emergenza del M5s

La vicepresidente Todde attacca il ministro degli esteri: "Persegue obiettivi personali", lui ribatte: "Posizioni M5s mettono in difficoltà il governo davanti all'Ue". Si riunisce il consiglio nazionale. E c'è chi parla di espulsione. Ecco cosa è successo

I vertici cinque stelle sono in agitazione dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio sulla bozza di alcuni senatori grillini contro l'invio di armi in Ucraina. E così i malumari nel partito questa sera precipiteranno in una riunione eccezionale del consiglio nazionale del M5s. Ad annunciarlo, in un'intervista a Sky Tg24, è stata la viceministra dello Sviluppo economico e vicepresidente del Movimento 5 stelle, Alessandra Todde. Nella stessa intervista, la parlamentare ha chiarito che il punto "non è" quello di mettere in discussione il ruolo di Luigi Di Maio nel Movimento, ma "le posizioni che sta prendendo pubblicamente senza confronto interno: è pretestuoso dire che la nostra forza politica può costituire un problema per la sicurezza nazionale". Tutto questo, secondo la parlamentare "si pone in contrapposizione con la linea che il M5s sta portando avanti", anche perché quando si fanno dichiarazioni "così forti non supportati da fatti è evidente che si stanno perseguendo obiettivi personali".

   

La guerra nel M5s. Che cosa sta succedendo

Ma che cos'è successo e perché il M5s è in subbuglio? Da tempo e da più parti si vocifera di "scissione". La situazione all'interno del partito è tesa, soprattutto per i contrasti tra il leader grillino Giuseppe Conte e il ministro degli esteri Lugi Di Maio, che venerdì ha accusato il M5s di essersi "radicalizzato" sotto la guida di Conte e di essere diventato il "partito dell'odio". "Invece di guardare al 2050 sta guardando indietro", ha detto il ministro grillino. Ma il caso che ha portato al confronto di questa sera riguarda la posizione internazionale dell'Italia e il nostro ruolo nella guerra in Ucraina, già causa di aspre critiche tra le due anime del Movimento. La scintilla è la pubblicazione, avvenuta ieri da parte di quotidiani e agenzie di stampa, di una bozza di risoluzione contro l'invio di armi a Kyiv. Il documento è stato preparato da un gruppo di senatori grillini e sarebbe stato portato in aula in Senato il 21 giugno, in occasione delle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo dei giorni successivi che si occuperà principalmente della crisi ucraina. Nella bozza di risoluzione si chiede al governo di "non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica". La reazione di Di Maio è arrivata dal "Blue Forum Italia Network" organizzato sabato a Gaeta: "Ho letto - ha dichiarato il ministro - in queste ore che ci sono dei senatori del M5s che avrebbero proposto una bozza di testo da inserire nella risoluzione che di fatto ci disalinea dalla Nato e dall'Unione europea. Ecco, se ci allontaniamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia. Da ministro degli Esteri credo di dover difendere la collocazione geopolitica del nostro paese: l'Italia non è un paese neutrale".

 
L​​​​o scontro di oggi. E c'è chi parla di espulsione

Oggi la questione si è incistata: la vicepresidente grillina Todde, pure premettendo che "non esiste una posizione di Conte e una posizione Di Maio" ma solo "la posizione del Movimento, che ha eletto il suo presidente con una maggioranza del 94 per cento", dice che quella circolata ieri è un bozza di risoluzione "vecchia" che "non ha nulla a che fare" con il testo a cui si sta discutendo in queste ore, visto che "deve essere una risoluzione di maggioranza". Prendere a pretesto questa risoluzione datata per attaccare il Movimento, secondo la parlamentare "non è un comportamento corretto".

 

Di Maio non ci sta e, in una nota, ribadisce invece la sua posizione. "La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il governo porterà avanti ai tavoli europei", sostiene. "Da ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori euro-atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli stati. Tutti cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l’Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l’esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l’export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l’aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro paese. Nel frattempo dobbiamo rimanere uniti per vincere in Ue la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas, per contrastare le speculazioni e tutelare famiglie e imprese italiane. Davanti a uno scenario del genere, i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del governo. Un fatto molto grave. Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista. Ricordo innanzitutto a me stesso che abbiamo precise responsabilità: in ballo c’è il futuro dell’Italia e dell’Europa". 

 

In un'intervista a Repubblica, Riccardo Ricciardi, uno dei cinque vicepresidenti del M5s, sostiene che "Di Maio insulta la sua comunità politica" e dice che è "da valutare l'espulsione". Sulla posizione anti-atlantista del partito, "non so se si riferisce al se stesso del passato, magari è un lavoro di ulteriore autocoscienza che sta compiendo", accusa Ricciardi. "Il M5s non ha alcun tipo di posizione del genere. Conte da premier e anche adesso ha sempre rivendicato un forte rispetto della Ue e dell'Alleanza atlantica. Si tratta quindi di un attacco strumentale ed è grave che Di Maio utilizzi la sicurezza del paese per attaccare i 5 Stelle''. Secondo Ricciardi perchè ci sia fibrillazione nel M5s è ''chiarissimo: Di Maio è spaventato dal tema dei due mandati. Riteniamo che occorra una profonda riflessione perché da tempo, per sua responsabilità, è un corpo estraneo al Movimento. Sta facendo un percorso personale che lo pone al di fuori dai 5 Stelle, un partito che sta facendo le proprie scelte votandole a stragrande maggioranza. Personalmente ritengo che occorra prendere provvedimenti, magari coinvolgendo la rete o comunque il Consiglio nazionale. Vorrei ricordare che da capo politico Di Maio ha espulso persone per cose molto, molto meno gravi".

 

"Siamo a un punto di non ritorno: Luigi Di Maio ha pianificato la sua uscita dal Movimento Cinquestelle", dice Michele Gubitosa, anche lui vicepresidente grillino, in un'intervista alla Stampa. Secondo Gubitosa, il ministro degli Esteri è pronto a "portare in dote a un nuovo progetto politico i consensi che sta facendo perdere a noi". Gubitosa parla di "falsità" che Di Maio starebbe gettando sul M5s e spiega che nel partito "c'è un nuovo corso che sta cercando di rifondare il Movimento. Conte ha avuto il consenso del 95 per cento degli iscritti, ma evidentemente c'è qualcuno che, abituato a fare il capo politico quando era il solo a decidere, non riesce ad accettare che oggi il Movimento abbia una struttura democratica e dei luoghi in cui vengono condivise le linee". E sullo stop delle armi previsto nella risoluzione sottolinea che Di Maio "ha commentato una vecchia bozza di risoluzione, fatta circolare ad arte. Noi siamo per la fine della fase uno, ovvero dare armi a un paese per esercitare la sua legittima difesa, e siamo per la partenza della fase due: l'Italia deve poter aprire negoziati e tavoli seri che portino alla fine della guerra" ed è "inaccettabile il fango che getta sul Movimento. Il M5s non è stato mai anti-atlantista. È gravissimo che un ministro inventi falsità sulle linee del suo partito e poi critichi quelle linee che lui stesso inventa. Fa tutto da solo".